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mercoledì 3 aprile 2013

Il Facebook di seimila anni fa



Una versione di Facebook risalente all’Età del Bronzo è emersa da rocce di granito in Russia e nel nord della Svezia, rivelando una ‘timeline’ antica di migliaia di anni, riempita con una versione arcaica del ‘Mi piace’.
 Utilizzando modelli computerizzati, Mark Sapwell, studente dottorando in archeologia all’Università di Cambridge, ha analizzato circa 3500 immagini di arte rupestre presenti a Nämforsen, nel nord della Svezia, e Zalavruga, nella Russia occidentale. ”Sebbene questa arte rupestre sia stata documentata dai primi del ’900, la modellazione ha permesso di guardare in modo unico all’interessante maniera in cui queste immagini sono state organizzate e si sono accumulate nel corso del tempo”, ha spiegato Sapwell a Discovery News.
 Questi esempi di arte rupestre, creati circa dal 4000 a.C. fino all’Età del Bronzo, raffigurano animali, persone, barche, scene di caccia, e persino centauri e sirene.
 I graffiti furono prodotti da generazioni di popolazioni semi nomadi, che durante l’inverno vivevano più nell’entroterra per cacciare gli alci, e poi occupavano aree più vicine a coste e fiumi, per poter pescare. Dato che si trovavano in luoghi importanti, come ad esempio i crocevia dei fiumi, queste rocce erano probabilmente ben visibili, e i viaggiatori di passaggio potevano facilmente vedere le tracce lasciate da chi era transitato là prima di loro, e lasciare a loro volta il proprio segno.
 “L’arte rupestre che vediamo oggi è il risultato finale di una serie di operazioni di intaglio che si sono succedute nel tempo, ciascuna delle quali risponde ad un’altra.
 Come uno status su Facebook invita a scrivere commenti, così l’arte rupestre appare molto ‘sociale’ invitando a eseguirvi aggiunte”, ha detto Sapwell. Raggruppate solitamente sulle rocce di granito, le raffigurazioni variavano da gruppi di uno o due elementi fino a pannelli con oltre 500 immagini. I gruppi maggiori corrispondevano alle ‘conversazioni’ di portata più ampia. 
“Le aggiunte a queste opere erano repliche, timbri di approvazione – un primitivo ‘Mi piace’”, ha continuato Sapwell. Le immagini presenti in questi gruppi erano le più popolari e più discusse di quel tempo. Ad esempio, nel primo periodo (circa 4000 – 3500 a.C.), una silhouette di un alce è quasi sempre presente nei gruppi più grandi, e raramente da sola. 
“Una parte interessante della ricerca è quella che ha evidenziato come la preferenza nei confronti di queste immagini sia cambiata nel corso del tempo. Un cambiamento molto grande a Nämforsen è il passaggio dall’alce alle immagini di una barca, come se l’argomento ‘di cui parlare’ fosse cambiato dalla terra all’acqua” ha spiegato Sapwell. Questo spostamento di interesse è datato intorno al 2000 – 1800 a.C., un periodo in cui lo scambio di esperienze di viaggio a lunga distanza tra le comunità stava diventando più importante. Un altro aspetto interessante della scoperta è l’importanza di esempi unici di immagini ibride (ad esempio un essere mezzo uomo e mezzo alce, o mezzo uomo e mezzo barca), che furono introdotte fin dall’inizio, ma diventarono meno popolari già intorno al 3500 a.C. 
“In generale, quindi, si tratta di situazioni molto interessanti in cui, durante la preistoria, temi particolari della vita quotidiana diventarono meritevoli di essere commentati. Un po’ come le tendenze presenti nei commenti di Facebook, anche questi argomenti diventavano importanti e poi passavano di moda”, ha detto Sapwell, secondo il quale queste enormi tele naturali attiravano tanto interesse perché il loro potere sociale era ben compreso dalle persone che vissero nella prima Età del Bronzo. “Come al giorno d’oggi, anche a quel tempo le persone volevano rimanere in contatto tra di loro, e questo era un’espressione di identità per queste società primitive, prima dell’avvento della scrittura”, ha concluso Sapwell.

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