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venerdì 27 aprile 2018

Scoperte in Perù linee di Nasca incise oltre un secolo prima delle altre


Cercavano le tracce di profanatori di siti storici. E invece hanno scoperto un nuovo mondo.

 Alcuni mesi fa, una squadra di archeologi ha scandagliato con una flotta di droni il deserto peruviano alla ricerca di «qualcosa». E quel «qualcosa» è stato fuori da ogni aspettativa. 
 Le loro telecamere hanno infatti trovato immagini giganti, abbozzate nella sabbia da antiche civiltà: delle nuove e speciali «linee di Nasca», che potrebbero riscrivere le pagine di storia. Come ha raccontato Michael Greshko al National Geographic , il team ha scoperto «oltre 50 nuovi esempi» di geoglifo nella provincia di Palpa della regione.
 Alcuni di essi sono stati disegnati dalla cultura Nasca «che ha dominato l’area dal 200 al 700 dopo Cristo. Tuttavia si sospetta che alcune siano decisamente più antiche, realizzate fra il 500 avanti Cristo e il 200, forse dalle popolazioni Paracas e Topará».


Le linee di Nasca sono degli enormi disegni visibili solo dall’alto. Solitamente raffigurano animali, piante e creature mitiche ma si molto poco della cultura che li ha creati. E ancora di meno dei loro predecessori, che al posto di scegliere zone pianeggianti hanno impresso i loro geoglifi anche su colline e pendii: una prospettiva che fa pensare ad un maggiore avanzamento culturale dei loro successori. 

 Questo mistero da svelare ora «apre le porte a nuove ipotesi sulla funzione e sul significato dei disegni nella sabbia», ha dichiarato l’archeologo Johny Isla, co-direttore del Progetto Nasca-Palpa. Anche perchè «la maggior parte di queste figure sono guerrieri», spiega l’archeologo peruviano Luis Jaime Castillo Butters, che insieme agli altri scopritori dei nuovi glifi spera che vengano al più presto tutelati e protetti dall’Unesco, che già hanno riconosciuto patrimonio dell’umanità le linee di Nasca.


Una tutela che, purtroppo, non li potrà salvare dall’incuria dell’uomo: non ultimo caso, il camionista che lo scorso 31 gennaio ha ignorato i cartelli di divieto e ha devastato alcuni dei millenari disegni con le ruote del suo autoarticolato.

 Fonte: lastampa.it
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