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sabato 15 dicembre 2012

FINALMENTE UNA LEGGE GIUSTA

l'orice dalle corna a sciabola


L'orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah), il cui nome deriva dalla magnifiche corna, è un animale della famiglia delle antilopi, che in passato viveva nel Nord Africa ed è considerato, fin dal 2000, dall'IUCN, l'ente per la conservazione della natura, estinto in natura e sopravvissuto solo in zoo e aree recintate.L'uomo, con al sua azione, è riuscito ad eliminare questo animale dal pianeta. Esso fu descritto la prima volta nel 1816.Un tempo esso viveva in tutta la fascia Sahariana dell'Africa, essendo un animale adattato alla vita con poca acqua (è capace di vivere settimane intere senza acqua, interrompendo la minzione e evitando la sudorazione attraverso l'innalzamento della temperatura corporea oltre i 46°). L'ultimo avvistamento in natura risale a oltre 15 anni fa. Nel 1985 vi erano 500 esemplari tra il Ciad e il Niger, ma già nel 1988 erano ridotti al alcune dozzine. Dal 1986 la specie fu dichiarata a minaccia di estinzione e nel 1996 inserita nella lista delle specie criticamente minacciate di estinzione.
La situazione delle antilopi nel mondo è preoccupante. Stando alla IUCN, delle 91 specie di antilopi, una è estinta in natura, 25 sono minacciate da estinzione e 9 sono considerate vulnerabili.La caccia, aumentata per poter sfamare sempre più persone oltre che per procurare elementi alla medicina nazionale (estratti soprattutto dalle corna), assieme alla distruzione dell'habitat naturale, sono le cause di questa strage.Fin dagli anni '60 furono iniziati i primi tentativi di allevamento in cattività. Oggi Orici dalle corna a sciabola si trovano negli zoo, in un ranch in Texas e in un'aree recintate in Tunisia (nei parchi nazionali di Bou Hedra, Sidi-Toui e Oued Dekouk), in Marocco (nel parco nazionale di Souii-Mossa) e in Senegal ( nelle riserve di Guembeul e Ferlo) dove sono in corso esperimenti di reintroduzione in natura.

Buon 21 dicembre 2012


Chi ci crede è perduto! 
La fine del mondo preventivata dal calendario Maya non ci sarà, sia perché i Maya stessi non hanno mai inteso la fine del calendario come la fine dei tempi, sia per non dare soddisfazione a Roberto Giacobbo di Voyager che sull'Armageddon ha costruito la sua vicedirezione Rai.
Comunque, si sa, quando una cosa diventa di moda, è difficile fare cambiare idea alle masse.
Tipo lo spritz: fa schifo, ma quando si arriva al bancone del bar tutti lo ordinano.
Così è anche per la fine del mondo dei Maya e tutti quanti si stanno preparando alla fine dei tempi, anche se per lo più in modo scanzonato (tranne Giacobbo).
Ecco allora alcuni consigli per trascorrere lietamente i giorni che ci separano dall'apocalisse, dieci cose da fare che non possono essere assolutamente tralasciate prima della dipartita globale.

1. Smontare un Iphone 5 per vedere come è fatto davvero.

Potrete scoprire che per mettere tutta quella roba in 123,8 per 58,6 millimetri ci vogliono delle manine veramente, veramente piccole.
Non vi dovete neanche più preoccupare delle conseguenze legali della vostra curiosità.
In California, il giudice Lucy Koh ha infatti intimato alla Apple di svelare i suoi segreti industriali per giustificare il miliardo di dollari di risarcimento al quale è stata condannata la Samsung.

2. Fare una visita alla casa a forma di tazza da bagno di 'Mister Toilet' e, se volete, lasciare un vostro 'ricordino' personale e prepararvi ad una fine più leggera.

Si trova in Corea del Sud, ed è diventata un parco a tema dedicato al suo defunto padrone, Sim Jae-duck, un uomo diventato ricco producendo il pezzo più importante nell'arredamento di una sala da bagno, il water.

3. Sparire dalla circolazione con i consigli di 'Mister Poof'.

Si chiama Frank Ahearn e se volete tentare di scomparire prima della fine, è l'uomo che fa per voi.
Cancellerà tutte le vostre tracce online e vi darà consigli preziosi per non essere più rintracciati
Il problema principale però è trovare lui...

4. Lanciare un tweet a Benedetto Sedicesimo.

Il Papa arriva su Twitter giusto una settimana prima della fine del mondo.
Non potete non togliervi la soddisfazione di scrivergli, magari proprio il 21 dicembre: @pontifex, tutte cazzate! 

5.Creare la vostra app 'i-finedimondo' o 'i-maya' se l'altra già esistesse.

Sulle principali piattaforme smartphone potreste fare molti soldi con i banner di tutte le sette millenariste della terra mentre dispensate le migliori preghiere per finire in un paradiso qualunque.

6. Cercare di vedere tutti i video online della Nasa per ricordare cosa sta per scomparire.

Sui vari siti della Agenzia i video sono migliaia e riguardano l'avventura spaziale umana dai suoi albori fino al prossimo secolo.
Il tempo che servirebbe per vederli tutti.

7. Costruire una Lamborghini raccogliendo rottami.

'Si-può-fa-re!', direbbe il dottor Frankensteen e il ventottenne Wang Jian, della provincia di Jiangsu, lo ha fatto davvero.
Con i pezzi di una vecchia Volkswagen e un modellino in scala, si è costruito la sua Reventon personale.
Certo, ci ha messo un anno, ma voi siete più bravi.
E avete più fretta!

8. Raccogliere le vostre ultime memorie su un vetro.

Lo potete fare grazie ad una nuova tecnologia Hitachi capace di immagazzinare dati su sottili fogli di cristallo al quarzo, in grado di resistere a temperature estreme e a condizioni ambientali sfavorevoli per milioni di anni. E, se sopravvivete, li potrete anche mettere in lavastoviglie!

9. Se siete maschi: fare una prova dello sperm extractor.

Rientra nei protocolli terapeutici del Central Hospital di Zhengzhou, capitale della provincia di Henan, in Cina.
Tecnicamente si tratta di una 'hand free sperm donation machine', ossia una macchina per la donazione di liquido seminale a mani libere.
Ma voi, prima della fine del mondo, lo farete solo per piacere.
Se siete femmine: provare oh my bod, il vibratore per ipod o iphone che si muove al ritmo della vostra musica preferita.
Perché se fine del mondo deve essere, che almeno finisca in allegria!

10. Cenare in Giappone al Kigurumi Maid Café.

A servirvi saranno delle vere cameriere in stile Manga.
Infatti, oltre a dover essere servizievoli e gentili con i clienti, le cameriere di questo locale nell'Akihabara district di Tokyo, sono obbligate a indossare un costume da fumetto giapponese, con tanto di enorme testa e occhioni fuori misura.

Ah, se poi stavate pensando di salvarvi dalla fine del mondo rifugiandovi a Bugarach, 1231 metri sui Pirenei, resterete delusi.

Le autorità francesi sono state costrette a blindare il paese per il 21 dicembre, vista la massiccia affluenza prevista che avrebbe stravolto la quiete dei 200 abitanti.
Perché il paese è così ambito? Una leggenda vuole che all'Armageddon sopravviva solo Bugarach, uno dei luoghi sacri della Terra, attraversato da potenti correnti energetiche e sede della chiesa della Maddalena di Rennes le Chateau, che custodirebbe addirittura il Sacro Graal.

di Ivo Mej

Il Guggenheim

Museo Guggenheim (New York)
Il Solomon R. Guggenheim Museum è un museo di arte moderna e arte contemporanea, fondato nel 1937, con sede nella 5th Avenue 89, a New York, negli Stati Uniti d'America. La sua sede attuale è un'opera di Frank Lloyd Wright del 1943, tra le più importanti architetture del XX secolo. Inizialmente denominato Museo della pittura non-oggettiva, il Guggenheim fu costruito per esporre le avanguardie artistiche che si andavano sempre più imponendo, come l'astrattismo i cui artisti principali erano Vasilij Kandinskij e Piet Mondrian. Il caratteristico edificio, ultimo grande lavoro di Wright, catturò subito l'attenzione dei critici architettonici, ed è ancora mondialmente riconosciuto come uno dei capolavori dell'architettura contemporanea. Dalla strada, l'edificio assomiglia a un nastro bianco che si avvolge attorno a un cilindro più ampio in cima che alla base. Il suo aspetto è in forte contrasto con i più caratteristici grattacieli di Manhattan.
All'interno, la galleria espositiva forma una dolce spirale che sale dal piano terra fino alla cima dell'edificio. La spirale capovolta somiglia molto ad uno Ziggurat rovesciato tant'è che lo stesso Wright la denominò Taruggiz. Essa può essere vista quindi come una Torre di Babele rovesciata (che era appunto uno ziggurat ) col valore simbolico di voler riunire i popoli con la cultura Il museo Guggenheim di 





Bilbao, costruito da Frank Gehry nel 1997, è una delle rare opere contemporanee ad aver raggiunto tale status. si trova in Avenida Abandoibarra, 2














Interno museo

Le cascate Vittoria


Lo Zambesi, nel suo percorso di 3689 chilometri, dai monti del Katanga dove nasce all'Oceano Indiano dove sfocia, traversa molti Stati dell'Africa sub-equatoriale e fa da confine quelle che un tempo erano le due Rhodesie., quella del Nord e quella del Sud, oggi rispettivamente Zambia e Zimbabwe. 

Proprio in questo tratto, a 1200 chilometri dalla sorgente, si allarga, pigro e placido, sul tetto uniforme di un altopiano, per sparire d'improvviso, come fosse ingoiato dalla terra, in un immane pennacchio di fumo candido.

 È il punto dove si spalancano le Cascate Vittoria, una delle meraviglie del mondo. 

Il flume è largo 1700 metri e precipita in un baratro profondo in media 128 metri, dalle pareti verticali come fossero tagliate da un coltello.

 L'enorme massa d'acqua che cade da quell'altezza su un fondo roccioso e strettissimo (appena 50 metri di "letto") evapora e si solleva nell'aria, dando vita a spettacoli di suggestiva e selvaggia bellezza. 
Sul ciglio del precipizio, tre isole dividono lo Zambesi, in modo che le cascate sono in realtà quattro, una accanto all'altra.
 Dalla riva destra del fiume inizia una prima cateratta di 35 metri chiamata Leaping Water (Acqua che salta), seguita dall' Isola Boaruka, larga circa 300 metri, e che divide la prima cateratta dalla cascata principale, che si estende per 460 metri.
 L' Isola di Livingstone divide la cascata principale da un altro ampio canale d'acqua di circa 530 metri, infine sulla riva sinistra si trova la Cateratta Orientale. Ma quando il fiume è in piena, diventa difficile vederle distintamente, perché tutto ribolle in un vortice di schiuma.

 Le Victoria Falls rovesciano nella stagione delle piogge una quantità d'acqua pari a 9.100 m³/s che durante la stagione secca si riducono poco più di 350 m³/s (in questo periodo si può apprezzare la profondità della gola, normalmente oscurata dal vapore).Il vapore nebulizzato in questo periodo si vede da chilometri, ed è il motivo per cui le Cascate furono chiamate dai locali, Mosi oa tunya, "il fumo che tuona". Come metro di paragone si pensi che sono quasi due volte più larghe e più alte di quelle del Niagara; però il salto d'acqua di maggior dislivello è quello della cascata Yosemite, in California, che misura 775 metri d'altezza.

 Dopo il salto, lo Zambesi scorre tra gole profonde e tortuose, una delle quali è traversata da un ponte arditissimo, su cui passa la linea ferroviaria di Capo Congo...


Il Royal Livingstone Express... Il mitico treno a vapore, riportato in funzione da 3 anni, percorre un tratto della storica ferrovia Mulobezi Railway, un tempo la maggiore rete ferroviaria privata al mondo, costruita negli anni Venti per collegare le province del Nord Rhodesia (l’attuale Zambia). Salire a bordo del Royal Livingstone Express significa farsi trasportare dentro un’atmosfera che unisce avventura, storia ed eleganza: le 5 carrozze sono state costruite tra il 1922 e il 1928 ed interamente rinnovate nel 2008, riportate all’antico splendore per poi donarle a National Heritage.

 Il treno parte dalla cittadina di Livingstone, nelle vicinanze dell’Royal Livingston Hotel, attraversa la zona di Dambwa e diversi villaggi, correndo in prossimità del fiume Zambesi fino ad arrivare al Parco Nazionale delle Cascate Vittoria (Mosi-oa-Tunya National Park).

 Il percorso, della durata di circa 4 ore, si snoda lungo aree abitate così come vaste aree dove la natura regna incontrastata; in prossimità del parco, quando il treno si ferma per il cambio della locomotiva, si possono avvistare gli animali che vi abitano, come elefanti, rinoceronti, zebre, giraffe, impala e babbuini.


Al chiarore della luna, l’acqua vaporizzata dà vita ad un arcobaleno multicolore che si proietta sul precipizio delle cascate Vittoria, nello Zimbabwe. 
Oltre agli arcobaleni notturni, gli effetti speciali di queste cascate, alte 108 metri, includono un rumore così forte che una volta ruppe una finestra a quasi 10 chilometri di distanza e una cortina di vapore acqueo talmente spessa che, alle volte, nasconde le stesse cascate alla vista.


La storia geologica delle Cascate Vittoria è piuttosto controversa.
L'ipotesi più attendibile è che l'altopiano sul quale scorre lo Zambesi si sia formato 150 milioni di anni or sono, in seguito all'eruzione di rocce basaltiche friabili.
 Quando poi il fiume vi aprì il suo letto, oltre 500 mila anni fa, l'azione corrosiva delle acque avrebbe poco per volta scavato il precipizio delle attuali cascate.

 Partendo da Città del Capo, l'esploratore inglese David Livingstone scoprì molte terre nuove, discese in piroga il fiume Zambesi e il 16 novembre 1855 giunse alle cascate.

 Sembra che a uso e consumo dei biografi il celebre esploratore abbia esclamato: «Solo gli angeli, nei loro volti celesti, possono ammirare cose ugualmente stupende». Poi chiese agli indigeni Ba-Toka che popolavano la zona come essi chiamassero la cascata: gli risposero che il nome era qualcosa come Mo-ku-sa-Tunya o Mosf-oa-Tunya, che vuoi dire pressappoco "fumo che sale",' Livingstone, traducendo la parola tunya in base al suono, che è un po' simile a quello di thunder (tuono, in inglese), le chiamò "acque dal fumo che tuona". 
Ma nell'imposizione del nome ufficiale, che è un diritto dello scopritore di terre ignote, volle rendere omaggio alla sua patria e le dedicò alla grande regina: da quel giorno, dunque, il precipizio in cui si getta lo Zambesi si chiamò "Cascate Vittoria".

Se non puoi essere


Se non puoi essere un pino sul monte,
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore, piccola saggina sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio.
Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere;
poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita.
(Martin Luter King)

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