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martedì 11 aprile 2017

Kauai, " l'isola giardino” sperduta nel Pacifico


Rispetto reciproco, comunione con la natura, armonia, tolleranza. Questi alcuni dei valori sui quali è costruita la comunità isolana del “Taylor Camp”. 
E non sto parlando dell’isola che non c’è – anche se è possibile percepire la magia nell’aria – ma di Kauai, un’isola vulcanica che fa parte dell’arcipelago delle Hawaii. 
Non la più bella ma sicuramente tra le più affascinanti ed anche la più antica geologicamente.








La storia del Taylor Camp inizia nel 1969, quando un gruppo di hippy americani decise di fuggire dal caos e dai disordini sociali che caratterizzavano quegli anni, per rifugiarsi in un vero e proprio paradiso terrestre.
 Nacque ben presto una comunità autogestita, anche grazie all’aiuto di Howard Taylor – da cui il nome del campo – fratello della famosa attrice Elizabeth, il quale viveva già in precedenza sull’isola, e che riuscì a mitigare alcune divergenze con i nativi del luogo.

 Le bellezze dell’isola contribuiscono al benessere ed alla qualità della vita dei suoi abitanti; le spiagge di sabbia bianca e il mare cristallino tipici dei paradisi hawaiiani sono solo un assaggio. Passando per la cittadina di Waimea si arriva al Waimea Canyon, il quale offre una vista straordinaria sulle montagne rocciose. 
Inoltre, Kauai è l’unico luogo dell’arcipelago in cui non è ancora arrivata la mangusta, il piccolo predatore che altrove ha causato l’estinzione di alcune specie di uccelli che si possono ammirare nel cielo kauaiano.


Non è difficile credere che, da quando le prime coppie di hippy abbiano messo piede sull’isola, questa sia diventata la meta preferita di chiunque voglia vivere fuori dagli schemi, in un’atmosfera distesa e pacifica. 

 Fonte: europinione.it
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