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mercoledì 2 maggio 2018

Il Manneken Pis, simbolo di Bruxelles


Bruxelles non è solo la capitale del Belgio, ma uno dei centri di rilevanza dell'Unione Europea. 
E questa città cosmopolita e dinamica non solo rappresenta bene la multiculturalità del vecchio continente, ma anche il suo antico retaggio e lo sguardo volto al futuro: dai meravigliosi edifici gotici della Grand Place all'immensità modernista dell'Atomium, Bruxelles non manca di monumenti epici e grandiosi che catturino l'attenzione del visitatore. 

 Eppure non è né epica né grandiosa l'attrazione che più di tutte è capace di calamitare orde di turisti: il Manneken Pis, la statua del bambino che fa pipì nella fontana, è il vero simbolo di Bruxelles e sicuramente la sua attrazione più popolare. 

 Il piccolo bambino di bronzo, nudo e ripreso intento a urinare con fare soddisfatto, può sfuggire tranquillamente anche all'occhio del turista più attento: si tratta infatti di una statua di ridotte dimensioni, nascosta per altro all'interno di una nicchia all'angolo di una strada, a sua volta circondata da una cancellata.
 Insomma, se non lo si cercasse, non lo si noterebbe neanche per sbaglio. 
 Ma anche trovarlo per la prima volta non è poi così facile, nonostante sia collocato in pieno centro cittadino. 
La statua è così poco visibile che appare molto meno evidente di come ci si aspetterebbe dall'attrazione simbolo di una città.


Prima di scoprire cosa si celi dietro la statua del bambino che fa pipì occorre sottolineare una cosa: il Manneken Pis che si può vedere in strada a Bruxelles non è originale.
 Si tratta di una copia risalente al 1965.
 La statua originale del Manneken Pis si può osservare all'interno del Museo della Città di Bruxelles, situato all'interno della Maison du Roi, uno degli edifici della Grand Place, al lato opposto del municipio.

 Ma quanto è vecchia la statua del Manneken Pis? 
Non lo sappiamo con certezza, perché la statua originale è andata perduta: sappiamo, da alcuni documenti, che risale al 1451-52.
 Ma non ci sono rimasti disegni originali, solo dipinti di gran lunga successivi alla sua epoca.

 La statua che conosciamo oggi è dello scultore Hieronimus Duquesnoy the Elder, che l'ha probabilmente realizzata e installata nel 1620.
 Da allora il povero bambino ne ha viste di cotte e crude: la statua è stata infatti più volte danneggiata, trafugata e ritrovata nei secoli a venire.
 Le ultime due volte addirittura nel Novecento.
 Una nel 1963: degli studenti dell'Università di Anversa la fecero sparire per ottenere pubblicità per una raccolta di fondi benefica. Grazie alla copertura mediatica della loro bravata, lo scopo fu raggiunto e per questo motivo all'atto della restituzione non ci furono conseguenze.
 Nel 1965 invece il corpo della statua sparì e rimasero solo i piedi e le caviglie.
 Fu ritrovata a pezzi in un canale della zona di Charleroi solo un anno dopo.
 Dopo averla restaurata si decise di preservarla all'interno del museo e sostituirla con una copia: la statua che vediamo ancora oggi.


Per molti la statua del bambino che fa pipì liberamente in pubblico, con un sorriso compiaciuto, rappresenta lo spirito libero e goliardico degli abitanti di Bruxelles.
 Ma al Manneken Pis vengono fatte risalire numerose leggende su quella che dovrebbe essere la sua origine.

 La leggenda più popolare è quella che vede Bruxelles assediata da un esercito nemico e resistere valorosamente.
 Per questo motivo le truppe avversarie decidono di piazzare delle cariche esplosive nelle mura della città.
 Un bambino di nome Julien, ordito il complotto, riesce a spegnere la miccia proprio urinandoci sopra e salvando così la città.
 Per questo motivo la statua del Manneneken Pis è conosciuta anche come Petit Julien in francese, o Julianske in fiammingo: il piccolo Julien era infatti il nome di una statua di pietra che a quanto pare già esisteva molto prima del Manneken Pis originale XV secolo. 

 Un'altra leggenda vuole che il bambino avesse avuto il bisogno di liberarsi, e lo fece proprio sul muro della casa di una strega.
 Questa, adirata, decise di punirlo condannandolo a ripetere il gesto in eterno. Ma un mercante salvò il bambino sostituendolo proprio con la statua e gabbando così la strega. 

 Si racconta anche di un borghese che, arrivato a Bruxelles con il figlio, lo perse in mezzo alla folla.
 Disperato, organizzò una vasta ricerca per trovarlo con l'aiuto degli abitanti della città.
 Il bambino fu avvistato proprio nell'atto di urinare in un angolo. 
Il padre decise così di ringraziare gli abitanti della città erigendo una statua per ricordare il felice momento del ritrovamento
.

Il Manneken Pis non è sempre nudo. Anzi, la maggior parte delle volte sfoggia un completo sempre diverso.
 Una simpatica tradizione è infatti quella di vestire il piccolo Julien con dei vestiti che celebrino culture straniere, ricorrenze particolari, professioni o personaggi di fantasia.
 L'Associazione degli Amici del Mannekenpis si occupa ogni anno di selezionare almeno un centinaio di disegni di diversi "stilisti", e ne sceglie circa una ventina ogni anno. 
Ogni cambio di vestito è accompagnato da una fastosa cerimonia con tanto di banda musicale.
 La statua indossa il vestito di turno per un tot di tempo: generalmente in un anno è coperta per 130 giorni.




Questa tradizione gloriosa va avanti regolarmente dal 1954, anche se ci sono testimonianze di un'abitudine simile risalenti alla sua prima installazione nel XVII secolo. 

 Tutti questi abiti non vengono buttati: fino a poco tempo fa erano ospitati nel magazzino del museo della città. 
Ma dal febbraio 2017 ha aperto un museo tutto dedicato al suo completo guardaroba.
 Si chiama proprio Garderobe MannekenPis ed è situato in Rue du Chêne 19: qui vengono esposti 133 dei suoi abiti. 

 Fonte: travel.fanpage.it
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