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giovedì 10 settembre 2015

Charles Boudelaire - poesia






"Tieni i sogni;
i saggi non nè hanno di cosi belli come i pazzi..."

C. Baudelaire                                                                                                                                                                                                                                                        




                                                                 
   

                                                                      

SICILIA l'isola per predatori

Una piccolissima panoramica di discariche????? 

NOOOOOO!!

Sono siti archeologici abbandonati nel nulla, supermercati per predatori,tombaroli,trafficanti di opere d'arte, fornitori invischiati nel traffico di reperti archeologici, armi e droga.
Un intreccio di interessi che vale miliardi di euro:
E pensare che manteniamo profumatamente il ministero delle belle arti.
QUI I TURISTI POTREBBERO FOTOGRAFARE FORSE DELLE CAPRE
 

Necropoli di Thapsos - Più che un'area archeologica, quella di Thapsos sta diventando una zona tossica da cui stare alla larga. Si trova sulla penisola di Magnisi a Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa. Le sue "tombe a grotticella" risalgono al periodo protostorico ma non sono visitabili. Il sito è chiuso. A circondarlo non ci sono solo erbacce e spazzatura ma anche scarti di lavorazione delle raffinerie. Una montagna di rifiuti tossici depositati a due passi da una zona archeologica considerata tra le più antiche della Sicilia

Necropoli rupestre di Pantalica - Murales e scritte ricoprono le tombe millenarie di Pantalica. La necropoli rupestre si trova all'interno della Riserva Orientata di Pantalica, un territorio incontaminato fatto di boschi e canyon naturali. Il sito, a due passi da Siracusa, nel 2005 è stato inserito tra i patrimoni dell'Unesco per il suo valore naturalistico e archeologico. Al suo interno si trovano necropoli del XIII sec a. C ma anche chiese e villaggi di epoca Bizantina.

Grotte dell'Addaura a Palermo - Dietro ai cancelli chiusi delle tre grotte dell'Addaura si nascondono graffiti risalenti al Paleolitico e considerati dagli esperti come un unicum nel panorama dell'arte preistorica. Il sito è ufficialmente chiuso da più di dieci anni ma entrare non è difficile. All'interno le pareti sono ricoperte di scritte con pennarelli e vernice spray. Fuori, invece, erba e rifiuti circondano la via di accesso alle grotte. Area archeologica di Solunto - Sistema antincendio a pezzi, cartellonistica rovinata e illuminazione notturna quasi inesistente. Sono solo alcuni dei problemi dell'area archeologica di Solunto. Il sito si trova a pochi chilometri da Palermo eppure le indicazioni per raggiungerlo sono pochissime. La cartellonistica è erosa dal sole e in alcune aree dell'area l'erba impedisce di vedere bene edifici e costruzioni di età ellenistico-romana

Area rupestre di Castelluccio - Famosa per le sue tombe "a grotticella", è considerata una delle aree più importanti dell'Alta Età del Bronzo. Il sito è abbandonato e per visitarlo bisogna lottare contro la macchia mediterranea. L'area archeologica di Castelluccio è poco lontana da Noto (Ragusa) ma non è inserita nei circuiti del turismo tradizionale e i pochi visitatori che riescono ad arrivarci sono addetti ai lavori o avventurosi escursionisti.

Area archeologica di Solunto - Sistema antincendio a pezzi, cartellonistica rovinata e illuminazione notturna quasi inesistente. Sono solo alcuni dei problemi dell'area archeologica di Solunto. Il sito si trova a pochi chilometri da Palermo eppure le indicazioni per raggiungerlo sono pochissime. La cartellonistica è erosa dal sole e in alcune aree dell'area l'erba impedisce di vedere bene edifici e costruzioni di età ellenistico-romana

Sito archeologico di Entella - Si trova nel Belice, all'interno della Riserva di Rocca Entella. La città, di fondazione arcaica, è sopravvissuta fino al Medioevo quando divenne una roccaforte degli arabi. Qui negli anni '70 furono rubati e immessi illecitamente nel mercato antiquario i "decreti di Entella", tavolette bronzee con iscrizioni che testimoniano l'ellenizzazione della città. I decreti sono stati ritrovati ma Entella è ancora una meta ambita per i ladri di reperti archeologici.

Area archeologica del Monte Jato - Un teatro greco, tombe arabe uniche al mondo, reperti che risalgono al Neolitico. Il parco archeologico del Monte Jato, in provincia di Palermo, custodisce frammenti di storia che dal mondo arcaico arrivano all'età ellenistica. L'area fu attaccata da Pirro nel 275 a.C. e poi nel Medioevo dall'imperatore Federico II di Svevia. Oggi a minacciarla sono l'incuria e la scarsa manutenzione. Le erbacce circondano i resti archeologici e a settembre il sito è stato lambito dalle fiamme di un incendio.

Cava d'Ispica - Un itinerario tra i rifiuti attende i curiosi che decidono di visitare Cava d'Ispica, in provincia di Ragusa. È qui, tra materassi e bidoni della spazzatura abbandonati, che si trovano i resti di una chiesa bizantina scavata nella roccia. All'interno gli affreschi cadono a pezzi e le pareti sono ricoperte di muschio. Poco più in là, c'è anche una tomba preistorica ma è quasi totalmente coperta dall'erba.

Tomba rupestre di Rocca Pizzicata - Erba alta e spine ricoprono le tombe rupestri del complesso megalitico di Rocca Pizzicata nella Valle dell'Alcantara. L'area, che si trova tra Catania e Messina, è ricca di resti archeologici che vanno dall'Età del Bronzo al periodo ellenistico. Nel cuore del bosco si trovano affreschi del Cinquecento e sulle alture svettano costruzioni che ricordano le pietre di Stonehenge. I siti archeologici, però, sono totalmente abbandonati.

FOTO DI- Antonella Ferrara

Nautilus, nuovo avvistamento 30 anni dopo


Era il 1984 quando il biologo Peter Ward scoprì l’Allonautilus scrobiculatus, il rarissimo mollusco marino le cui tracce risalgono a 500 milioni di anni fa. 
Ora, dopo tre decenni di ricerche ininterrotte, Ward ha avvistato nuovamente il fossile vivente.

 La scoperta è stata condotta dal biologo dell’Università di Washington nelle profondità oceaniche di Papua Nuova Guinea. Per ritrovare il nautilus, che Ward ha definito “uno degli animali più rari al mondo”, Ward ha lavorato con un team di 30 persone, posizionando esche e trappole tra i 150 e i 400 metri di profondità. L’inatteso avvistamento è avvenuto al largo delle coste dell’isola di Ndrova.
 Nel corso della ricerca, Ward ha scoperto che il mollusco ha bisogno di habitat specifici.
 La ricerca di un ambiente adatto porta le famiglie di nautiloidi a vivere in piccoli gruppi distanti, sia sotto il profilo geografico, che genetico.
 Stando a quando riferito da Ward, questo significa che, se il nautilus dovesse estinguersi in una determinata area geografica, non potrebbe più farvi ritorno.




La minaccia di estinzione è un rischio concreto per l’ Allonautilus scrobiculatus, che spesso finisce preda nelle reti dei pescatori illegali. 
Grazie alla scoperta di Ward qualcosa potrebbe cambiare.
 L’Us Fish and Wildlife Service ha annunciato che a breve si pronuncerà sulla possibilità di inserire i nautolidi nell’elenco delle specie a rischio e quindi protette.

 Fonte www.rivistanatura.com

Stendardi Sciiti



Stendardi da processione sciita risalenti al 1650 d.C. circa, hanno pressapoco la forma di una spada, con un disco fra la lama e l'impugnatura e sono alti 127 centimetri.
Sono di ottone dorato tipico della tradizione metallurgica del suo luogo di provenienza, Isfahan, Esfahan, Iran, dove si incontravano mercanti e artigiani provenienti da India, vicino Oriente ed Europa. Rispecchia l'epoca degli scià safavidi in Iran, un epoca sofisticata, prospera e cosmopolita, tollerante verso tutte le forme di religione. Lo scià Abbas I invitava il mondo a visitare la sua capitale Isfahan, dove accoglieva inviati cinesi, consiglieri inglesi e mercanti armeni di fede cristiana.
I visitatori restavano sbalorditi davanti a questa tolleranza religiosa che accoglieva pacificamente cristiani ed ebrei, con i relativi luoghi di culto, all'interno di uno Stato la cui religione ufficiale era l'Islam. Quanto dovremmo imparare dalla storia.

Subway, la metropolitana della natura


Una delle attrazioni maggiori del parco naturale di Zion nello Utah, nella parte centrale degli Stati Uniti, è certamente “The Subway – la Metropolitana“, un canale che ricorda la forma, appunto, di un tunnel della metro, che si trova all’interno della parte sinistra del North Creek. 
Con le sue pareti multicolori, i corsi d’acqua che sgorgano su pavimenti sdrucciolevoli, rocce e cascate che creano dei mini-laghi sotterranei, la Subway è ed è stata a lungo una delle mete preferite di fotografi ed escursionisti, nonostante il lunghissimo percorso di 9 miglia che è necessario fare per raggiungerla e tornare al punto di partenza e le 7-12 ore necessarie per completare tutta l’escursione. 

A seconda del percorso scelto il viaggio può prevedere dei tuffi nell’acqua ghiacciata attraverso il torrente che scorre fra le rocce, arrampicate sopra ai massi o discese vertiginose attraverso il canyon. 
A giudicare dalle fotografie che gli esploratori riescono a realizzare sembra che la fatica valga assolutamente la pena del viaggio, che è lungo e dedicato soltanto agli escursionisti più esperti.

 La parte dove le rocce assumono le forme di una Metro creata dalla natura è lunga circa un quarto di miglio, ma anche il resto delle esperienze che si riescono ad attraversare in tutto il percorso sembra siano assolutamente indimenticabili.








Fonte: vanillamagazine.it
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