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lunedì 29 febbraio 2016

I misteriosi monoliti di Asuka Nara e la Nave di Roccia di Masuda


Asuka affonda le sue origini nel periodo della storia giapponese definito Jidai Kofun (250-552 d.C.), caratterizzato dalla realizzazione di numerosi tumuli funerari. 
 La zona è conosciuta anche per i suoi numerosi templi buddisti, santuari e statue, ma ci sono anche dei monumenti di pietra sulle colline circostanti Asuka che non si adattano allo stile della scultura buddista e che nessuno sembra sapere che li abbia realizzati, o quando.
 Nella maggior parte dei casi, infatti, i tumuli funerari sono formati da un cumulo rialzato di terra circondato da un fossato. Ma quelli rinvenuti ad Asuka sfidano la tradizionale conformazione dei tumuli. 
 Innanzitutto, vi sono alcuni kofun in pietra, tra i quali il kofun Ishibutai, costruito con giganteschi massi, uno dei quali pesa 75 tonnellate. Si ritiene sia la tomba del potente statista Soga no Umako. 
 Ma il più singolare di tutti è quello denominato Masuda no Iwafune (La Nave di Roccia di Masuda), lungo 11 m, largo 7 m, ed alto circa 5 m, pesa quasi 800 tonnellate ed è completamente scolpito nel granito.
 La parte superiore della scultura risulta completamente appiattita, su cui insistono due cavità quadrate ampie un metro con una lastra di pietra ad esse parallela.
 Alla base del megalite vi sono delle rientranze a forma di reticoli che alcuni ritengono essere correlate al processo utilizzato dai costruttori per appiattirne i lati. 

 Lo scopo, il metodo e il periodo di costruzione sono un completo mistero. 
L’unico indizio è dato dall’allineamento della depressione centrale e delle cavità con il crinale su cui risiede Masuda no Iwafune, particolare che secondo alcuni ricercatori indicherebbe che il megalite avesse una qualche funzione di tipo astronomico correlato allo sviluppo del calendario lunare giapponese. 

 Come riporta Ancient Origins, purtroppo, risposte definitive ai numerosi quesiti non esistono. Tuttavia, sono state avanzate numerose ipotesi sullo scopo di questa struttura unica e insolita. Una di esse viene proprio dal nome della roccia stessa, Nave di Roccia di Masuda.
 Si ritiene che la pietra sia stata scolpita in commemorazione della costruzione del lago di Masuda, uno specchio d’acqua che una volta si trovava nelle vicinanze e che poi è stato prosciugato diventando parte della città di Kashiwara.

 Altri storici, invece, suggeriscono che la roccia sia parte di una tomba progettata per i membri della famiglia reale.
 Tuttavia, questo non spiega le caratteristiche insolite della costruzione, né mai sono stati trovati corpi o oggetti nelle vicinanze del megalite.
 Forse, dicono gli studiosi, si tratta di una tomba incompiuta. Alcuni ricercatori hanno proposto una corrispondenza tra Masuda no Iwafune e Ishi no Hoden, un megalite che si trova nella città di Takasago, con dimensioni pari a 6,45 x 5,7 x 5,45 m, e con la parte superiore molto simile al megalite si Asuka.


Sebbene sia attualmente integrato nel satuario schintoista dedicato al dio shintoista Oshiko Jinja, nessuno sa quando sia stato costruito, quando e soprattutto perché.
 Una delle poche conclusioni condivise è che l’intera regione su cui insistono gli enigmatici megaliti deve essere molto più antica dell’epoca Jidai Kofun, data la grande quantità di pietre scolpite presenti nell’area, e comunque, anche in questo caso, non c’è nessuna prova definitiva che possa confermare questa prospettiva. 

Alla fine, la vera origine e lo scopo di queste enigmatiche sculture del Giappone antico rimangono avvolte dal mistero e, forse, perduti per sempre nelle pagine della storia antica del nostro pianeta.

 Fonte: ilnavigatorecurioso.it

I finestrini degli aerei non sono sempre stati ovali. Ecco perché lo sono diventati


Se pensate che i finestrini degli aerei siano sempre stati rotondi vi sbagliate. Sembra una banalità, eppure alla base della sua forma atuale ci sono motivazioni molte serie.

 All’inizio degli anni ‘50, grazie allo sviluppo dei motori a reazione e dei sistemi di pressurizzazione della cabina, gli aerei iniziarono a volare a quote sempre più alte, che superavano i 10.000 metri. 
I vantaggi erano diversi, e tra questi, soprattutto, il fatto che i velivoli avevano bisogno di meno carburante a causa della ridotta pressione dell’aria e c’erano meno turbolenze a bordo.
 In quell’epoca storica l’ingegneria aerospaziale si stava sviluppando in maniera esponenziale rispetto al passo e i nuovi apparecchi andavano sempre più veloci (fino a 740 km/h), riuscendo a trasportare un numero sempre maggiore di passeggeri. Era l’era dei jet anche nel settore del trasporto di linea, ma, in particolare nel 1953, si verificò una serie tragica di eventi che coinvolsero due aerei: la fusoliera scoppiò durante il volo, uccidendo 56 persone.
 E la colpa fu proprio dei finestrini. 
A quei tempi, infatti, avevano una forma rettangolare, con gli angoli a 90°. E proprio questi angoli non riuscivano a sopportare le sollecitazioni, che erano superiori fino a tre volte quello delle altri parti della struttura. 
Il finestrino rischiava così rotture e crepe.
 Fu così che gli angoli vennero smussati e fu introdotto il finestrino con la forma ovale, l’odierno oblò.

 Fonte: meteoweb.eu

Peter Carl Fabergé : l'Uovo della Transiberiana


L'Uovo della Transiberiana è una delle uova imperiali Fabergé: un uovo di Pasqua gioiello che l'ultimo Zar di Russia, Nicola II donò a sua moglie, la Zarina Aleksandra.
 Fu fabbricato nel 1900 a San Pietroburgo nel laboratorio di Michael Perkhin per conto del gioielliere russo Peter Carl Fabergé, della Fabergè.
 L'uovo sin dal 1927 si trova presso l'Armeria del Cremlino a Mosca. Alto 26 centimetri, è fatto di onice, argento, oro e quarzo, ed è decorato con smalto traslucido verde, blu e arancio; l'interno è rivestito in velluto.
 L'uovo è caratterizzato da un'ampia fascia centrale in argento, sulla quale è incisa la scritta "Il percorso della grande della ferrovia siberiana nel 1900" ed una mappa della Russia con il tracciato della ferrovia Transiberiana da San Pietroburgo a Vladivostok, ogni stazione è contrassegnata da una pietra preziosa, è segnata anche la parte del percorso che nel 1900 non era ancora stata completata.
 Ha un coperchio incernierato, rivestito di smalto verde e decorato con foglie di acanto ed intarsi, sormontato da un'aquila araldica a tre facce, in argento dorato, ad ali spiegate e con una corona sulle teste. 
 L'uovo è sostenuto da tre grifoni fusi in argento e placcati d'oro, armati di spada e scudo, che poggiano su una base di onice bianco a forma di un triangolo con i lati concavi e gli angoli arrotondati, intarsiata con una treccia d'argento placcata d'oro.


L'uovo contiene, suddiviso in tre sezioni, il modellino di un treno a vapore lungo 39,8 centimetri, in oro, platino, diamanti taglio rosetta, rubini, e cristallo di rocca.
 La locomotiva a vapore ed il tender sono d'oro e platino, con una lanterna di rubino e i fanali di diamanti, i cinque vagoni sono d'oro con i finestrini di cristallo di rocca e recano le scritte: "posta", "solo per signore", "fumatori", "non-fumatori" e "cappella".
 Il treno ha una chiave d'oro con la quale è possibile caricare un meccanismo ad orologeria che lo fa muovere.

 Da: wikipedia
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