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venerdì 23 ottobre 2015

Opportunity: 12 anni su Marte


Quasi dimenticato, seguito passo a passo solo da un piccolo gruppo di tecnici della Nasa, il piccolo rover Opportunity continua imperterrito il suo viaggio tra i deserti di Marte, nonostante gli acciacchi dell’età.
 Spedito a milioni di chilometri di distanza nella speranza che funzionasse almeno qualche mese, a gennaio 2016 saranno 12 gli anni di esplorazione, durante i quali ha inviato al controllo missione una messa di dati enorme, in gran parte ancora da elaborare nei dettagli. 
 Adesso Opportunity sta esplorando il cratere Endeavour, 22 chilometri di diametro. 
Negli ultimi mesi ha percorso un tratto del bordo occidentale e nelle ultime settimane è stato indirizzato verso il fondo del cratere, lungo un avvallamento battezzato per l'occasione Maraton Valley per celebrare la distanza percorsa da Opportunity, più di 42 chilometri, praticamente quanto una maratona.


La lunga marcia di Opportunity dal suo arrivo su Marte, nel 2004, a oggi. Nelle ultime settimane ha iniziato la discesa lungo le pareti del cratere, e non è detto che non arrivi fino al fondo. | NASA 


 «La discesa all'interno del cratere è pericolosa e impegnativa, perché il rover potrebbe scivolare», commentano dal gruppo di lavoro, e le alte pareti della valle hanno già causato interruzioni alle comunicazioni con la Terra. 
Ma il rischio vale la candela, perché nell’area vi sono affioramenti di minerali argillosi (rilevati dalle sonde attorno a Marte) che quasi certamente si depositarono in un ambiente ricco d’acqua, con tutte le implicazioni che ciò può significare.


Il panorama dal bordo del Cratere Endeavour. | NASA 

 Negli ultimi mesi le ricerche si sono concentrate a nord della valle, con il Sole ancora alto all’orizzonte, e ciò ha permesso di rifornire di energia le batterie che alimentano gli strumenti scientifici. 
 Ora però si avvicina l’inverno ed è stato necessario guidare il rover verso una posizione più esposta al Sole, e la Marathon Valley, nonostante i rischi, è considerato ideale.
 L’inverno marziano durerà sette mesi terrestri e attorno a metà gennaio del 2016 si avranno i giorni con minore insolazione, ma dalla Marathon Valley Opportunity è pronta ad affrontare l'inverno del Pianeta Rosso. 

 Fonte: focus.it

Torna l’ora solare


Torna l’ora solare che ci accompagnerà fino al 27 marzo del 2016. Le lancette andranno spostate indietro di un’ora nella notte fra sabato 24 e domenica 25 ottobre e gli italiani godranno cosi’ di un’ora in piu’ di sonno, pagando lo scotto di vivere giornate con un’ora in meno di sole.

Termina dopo 7 mesi l’ora legale, la variazione convenzionale dell’orario astronomico: con l’uso dell’ora legale si determina che, per un dato territorio, l’ora ufficiale dello stato venga calcolata in anticipo rispetto all’ora solare (naturale).
 Le ragioni sono due: da un lato questa misura consente risparmi energetici, poiché centrando una parte rilevante delle attività durante le ore di luce solare si riduce il ricorso all’illuminazione artificiale; dall’altro i cittadini possono beneficiare di un maggior numero di ore di luce solare.

 In Italia la prima adozione dell’ora legale (nata da un’intuizione di Benjamin Franklin) e’ datata 1916, quando fu limitata al solo periodo estivo. 
Fino al 1920, l’inizio fu anticipato a marzo ma per i successivi venti anni non se ne parlo’ più. 

L’ora legale torno’ in auge solo nel 1940, in pieno periodo bellico, e prosegui’ durante la ‘ricostruzione’ fino al 1948: e’ proprio in quell’anno che lo spostamento delle lancette fu il più anticipato della storia, al 29 febbraio. 
Per i diciotto anni successivi l’ora solare tornò a dominare per tutti e dodici i mesi dell’anno mentre l’adozione definitiva di quella legale si ebbe nel ’66, dal 22 maggio al 24 settembre.
 Si continuò, con inizio dell’orario estivo nella tarda primavera, fino al 1979: nel 1980 lo spostamento delle lancette fu anticipato al 6 aprile, ma dal 1981 in poi la domenica di riferimento per l’inizio dell’orario ‘estivo’ e’ sempre stata l’ultima di marzo e quella per il ritorno della ‘solarità” l’ultima di ottobre.

 Fonte: meteoweb.eu

India, Le meravigliose divinità del grande tempio Meenakshi-Sundareswarar


E' un luogo legato a diverse leggende e uno dei più importanti centri di pellegrinaggio indù. Si dice addirittura, che la gente della città si svegli con il canto degli inni al suo interno.

 Stiamo parlando del Tempio Meenakshi-Sundareswarar, situato nel cuore della città di Madurai in India, fulcro della vita culturale e religiosa del popolo indiano.
 Il Tempio iconico è dedicato alla dea Meenakshi, moglie di Shiva ed è stato costruito durante il dominio Nayak, un periodo in cui arte e architettura vivevano un periodo di grande splendore. Grazie al suo grandioso gopuram, una massa piramidale lanciata verso il cielo in cui si intrecciano divinità mostruose e colorate di rosso, argento e oro, il tempio è visibile da molto lontano.








Il disordine delle figure ovviamente non è casuale ma ben costruito. I circa 985 pilastri scolpiti sono adornati con murales che celebrano la bellezza eterea della principessa Meenakshi e le scene del suo matrimonio con Shiva.

 La leggenda narra che la figlia di re Pandya, Meemakshi, la bella dagli occhi di pesce, nacque con tre seni. Quando la principessa salì al trono disse che avrebbe concesso la sua mano a colui che l’avesse vinta in duello. 
Dopo vari scontri, Shiva la sfidò e la vinse, accadde così che alla donna sparì il terzo seno. 
 Ancora oggi, i turisti in visita al tempio possono assistere alla cerimonia simbolica dell’unione sessuale. 
Ogni sera al suono di trombe e tamburi, l’immagine di Shiva, portato su un palanchino d’argento da diversi uomini avanza tra i fedeli, viene lavato, profumato, incensato e poi condotto nella camera di Parvati.
 Per gli induisti è un rito sacro poiché il corpo viene considerato il tempio dello spirito.












Il luogo è sempre affollato ma vale la pena fare la fila per entrare in questa sorta di labirinto a cavallo tra sacro e profano. 

Vi sono due santuari gemelli dedicati a Meenakshi e Shiva, mentre lungo il pantheon si alternano divinità beffarde: alcune ridono, alcune litigano, alcune si abbracciano. 
 L’odore di incenso accompagna i visitatori durante tutto il viaggio mistico. 
Nel mandapa, il cosiddetto vestibolo, dalle mille colonne vi sono fiammelle che fanno uscire dall’ombra figure di dei, ricreando un effetto a metà tra il misterioso e l’affascinante. 
Ma il Tempio è anche luogo di riunione, qui si svolgono molte feste, la più importante è il festival Chitrai che dura un mese e celebra il matrimonio celeste di Meenakshi e Sundareswarar.

 Dominella Trunfio
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