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mercoledì 27 settembre 2017

Alla scoperta dei Giardini Majorelle


Nel cuore di Marrakech, celato dagli schiamazzi dei bambini e quell'odore così pungente di spezie curative ed incensi asfissianti, si erge un'oasi incontaminata, un eden segreto che racchiude in sé l'Anima intera del Marocco esotico, una panacea per i sensi ed una delizia per gli occhi.

 In Rue Yves Saint Laurent sorge un complesso botanico idilliaco: decorazioni eccelse si mescolano ad un'infinita qualità di piante che si aggrovigliano e si lasciano ammirare con vanità, un' esplosione insolita di colori contrastanti accolgono il visitatore che non può far altro che genuflettersi in atto d'adorazione, lasciandolo sbigottito e inerme di fronte alla bellezza che solo la natura riesce ad emanare con così tanta grazia.


Fu Jacques Majorelle, un pittore orientalista francese, a volere fortemente la creazione di questi sontuosi giardini. 
Arrivato in Marocco nel 1917, si lasciò sedurre dell'esotismo arabo e nel 1923 piantò le prime palme, lì dove ora sorge il complesso botanico; il suo sogno era far convivere natura esotica ed arte araba, un connubio che la sua anima d'artista perseguiva ormai da anni, divenuto fulcro e motivo d'ispirazione per la sua arte.
 Nel 1931 toccò all'architetto Paul Sinoir creare lo studio d'artista in perfetto stile moresco cesellato dall'infinità di ghirigori propri di un Art Decò esasperata, dando alla luce inoltre, ad un particolare tipo di blu di una brillantezza senza eguali, che prese il nome di "blu Majorelle"
.





Questa particolare tonalità di blu intensa è il leitmotiv dell'intero giardino, ponendosi in netto contrasto con la calma e la quiete che dolci corsi d'acqua e varietà sfavillanti di fiori riescono a donare durante la passeggiata di pura contemplazione del bello, di cui potrete godere all'interno di questa meraviglia marocchina.








Nel 1947 il giardino venne reso pubblico e dopo la morte di Majorelle, l'eredità passò nelle mani dello stilista Yves Saint Laurent che, nel 1980, insieme al compagno Pierre Bergé furono catturati da questa magia cromatica eccelsa e dal senso di appagamento che questo luogo manifesta, tanto da divenire la prima fonte d'ispirazione per molte delle sue più celebri collezioni. 

Nel 2008, anno della sua morte, l'amore incondizionato per questo luogo incontaminato portò Yves Saint Laurent a non abbandonarlo, anche dopo la sua dipartita: le sue ceneri vennero disperse all'interno dell'orto botanico, a memoria di un luogo lungamente corteggiato da molti, che non sfiorisce neanche nell'inverno della propria vita, un luogo dell'anima che oltre alla bellezza eccelsa, culla in sé un incanto mistico senza eguali. 

 Fonte: blastingnews.com
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