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martedì 22 gennaio 2013

Queen

In viaggio sul trenino rosso del Bernina


Il Trenino Rosso del Bernina percorre ogni giorno la tratta Tirano-Saint Moritz, definita come una dei percorsi più belli al mondo. Parte dall’italiana Valtellina percorrendo poi la Val Poschiavo e infine arriva in Engadina dop aver attraversato paesaggi degni di un quadro.

 La partenza inizia a Tirano, situato in Valtellina, visitando santuari e basiliche del XVI sec.. Successivamente si entra nel paese di Campocologno per poi salire sul condotto elicoidale di Brusio, patrimonio mondiale dell’UNESCO e simbolo del Trenino Rosso del Bernina.

Passata questa stazione arriviamo a Miralago e Le Prese. Percorso caratterizzato dal fatto che i binari costeggiano il limpido lago Poschiavo per poi entrare nel paese con i suoi particolari alberghi e ristoranti. Andando avanti entriamo nell’ultimo tratto di valle per poi ammirare Poschiavo. Da questa fermata in poi il Trenino Rosso del Bernina incomincia a salire senza fatica fino ai 2256 metri del passo, passando tra incantevoli boschi e pascoli di montagna e arrivando nella alta Valposchiavo, dove si può godere tutto il panorama Finito questo tratto si arriva in Engadina con prima fermata Cavaglia. Prima della stazione di Alp Grum,alla fine di una serie di curve e tornanti, il Trenino Rosso del Bernina raggiunge quella che viene detta “la terrazza” sulla Valle Poschiavo: da qui la vista spazia dalla sottostante stazione di Cavaglia, al Lago di Poschiavo per finire con la barriera delle Orobie della Valtellina.
 In questo tratto, il Trenino Rosso del Bernina si inerpica su tornanti e magnifici viadotti offrendo sempre nuove angolazioni sul panorama circostante. 
Dopo vari tornanti si giunge alla stazione di Alp Grum, stazione gemellato con una stazione di Tokio. A questa altezza, più di 2000 metri, si respira una fresca aria alpina e osservare il panorama infinito dell’Engadina. Ripartendo si passa per il Lago Bianco, e in mezzo ad esso, Il Trenino Rosso del Bernina passa per la Stazione di Ospizio Bernina, dove un caldo ristorante sazia la fame dei visitatori. La particolarità di Ospizio Bernina è che è la stazione più alta in tutta Europa.

In seguito si raggiungono tre bellissime fermate, caratterizzate da montagne innevate e ghiacciai da favola, si parla di Lagalb, Diavolezza e Morterasch.
 Il treno poi corre veloce verso Pontresina, circondato da atmosfere magiche e case tipicamente alpine. Dopo una piccola fermata alla funicolare del Muottas Muragl si prosegue verso Celerina “la piccola Milano”. 
Oramai siamo arrivati. Ultima fermata, la lussuosa Saint Moritz “la Montecarlo dellle Alpi”. Città piena di fascino e prestigiosa grazie ai suoi impianti sciistici e vetrine di alta moda.

Natura Violenta

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Sacsayhuamán (Cusco)


L'imponente struttura di pietra chiamata Sacsayhuamán, situata a ben 3555 metri d'altezza sul livello del mare, è il luogo più misterioso dell'intero continente americano.
 In effetti quando i conquistadores, facenti parte dell'esercito di Pizarro, giunsero a Cusco nel 1533, rimasero attoniti di fronte a tale immenso monumento megalitico, dalle mure ciclopiche e pesantissime.
 Gli spagnoli si domandarono come fosse stato possibile, per indigeni Incas, che disconoscevano l'utilizzo di carrucole, sottoutilizzavano la ruota e non conoscevano il ferro, trasportare massi pesanti fino a 200 tonnellate, smussarli in modo che s'incassassero perfettamente l'uno sull'altro e sollevarli per sitemarli uno sull'altro. Gli spagnoli si domandarono anche per quale occulto motivo degli indigeni, che per loro erano "arcaici", avrebbero costruito tale monumento, spendendo enormi risorse di tempo ed energia. 

 Queste domande, antiche di ben 477 anni, sono ancora attuali. Nessun studioso ha fornito prove sufficenti ed esaustive su come sia stata costruita Sacsayhuamán e soprattutto su quale fu la sua funzione. Nessuno inoltre sa realmente quando fu costruita, anche se ultimamente l'archeologia ufficiale ha indicato che indigeni della cultura Killke avrebbero costruito l'imponente struttura nel 1100 d.C.


 Il tanto sbandierato metodo di datazione chiamato carbonio 14, funziona solo in presenza di materiale organico, ma non è in grado di datare il periodo nel quale si costruì un monumento. Il fatto è che, a mio parere, non è possibile datare un monumento di pietra solo perchè si trovano dei resti di ceramica (o di carbone), nelle sue fondamenta. Seguendo questa logica forse tra 10 anni sarà trovata altra ceramica in uno strato di terreno più profondo appertenente a una proto-cultura Killke magari databile al 900 d.C. E così si retrodaterà la costruzione della struttura in pietra al 900 d.C. 


Sull'origine di Sacsayhuamán sono stati scritti decine di libri, e le teorie più strane sono state avanzate per spiegare come avvenne la costruzione, fatto tutt'ora avvolto nel mistero. Secondo alcuni Sacsayhuamán, era una città megalitica che riproduceva esattamente la capitale dell'antico regno di Atlantide, scomparso in seguito ad immani terremoti e innondazioni.


 In effetti è strano che i macigni siano incassati perfettamente l'uno con l'altro, in modo che nemmeno la lama di un coltello possa passarvi attraverso. Come fu possibile costruire qualcosa di così perfetto senza i moderni strumenti di costruzione e taglio, nè la forza motrice, che apparve solo nel XIX secolo? Innanzitutto bisogna considerare il problema del trasporto di massi così grandi. Secondo alcuni ricercatori i macigni più pesanti (di andesite), si trovavano già nel sito di Sacsayhuamán, ma se così fosse, bisogna sempre spiegare come furono sollevati per essere posti, ed incassati, uno sull'altro.


 In caso invece di cave situate in luoghi distanti da Sacsayhuamn, come furono trasportati i massi? Non disponendo di carri, nè di animali da soma come buoi o cavalli, si pensa che i massi più pesanti siano stati fatti scorrere sopra tronchi d'alberi sostenedoli con spessi cordami. Una volta raggruppati i macigni nel luogo dove sarebbe poi stata costruita la struttura, si proceddette a smussare i massi per poterli incassare gli uni con gli altri. Dobbiamo pensare che il tempo era considerato per gli antichi in modo diverso da come lo percepiamo ora.

 Lavorare un macigno per mesi o anni era una cosa normale, il tempo era visto non come un limite, ma come un'opportunità. Per far si che un masso s’incassasse perfettamente con un altro gli antichi costruttori devono aver utilizzato delle mazze di pietra più dura dell’andesite, in modo da procedere a levigare la sommità di ciascun maligno e farlo combaciare con un altro.
 Esiste anche la teoria di una pianta che, mischiata ad altre sostanze naturali, renderebbe la pietra facilmente malleabile, come fosse del pongo, utilizzato dai bambini per giocare. 
Secondo alcuni ricercatori gli antichi abitanti dell'altopiano erano in possesso di alcune tecniche di alchimia che permettevano appunto di modellare la roccia a piacimento per poi renderla nuovamente durissima. 
Secondo una leggenda ricorrente presso Cusco, il Padre Jorge Lira dimostrò negli ultimi anni del XX secolo che la tecnica per rendere le pietre malleabili era reale e si basava sull'utilizzo di una pianta chiamata jotcha. Sembra però che il sacerdote non riuscì ad indurire nuovamente il masso. In ogni caso i suoi esperimenti non furono mai supportati da controprove scientifiche e l'intera storia rimase sempre nascosta dentro ad un alone di mistero.

 Anche se si ammette che gli antichi cotruttori di Sacsayhuamán riuscirono ad lavorare i macigni in modo da farli incassare l'un l'altro, rimane sempre l'enigma di come riuscirono a sollevarli per poterli sistemare uno sull'altro.


 fonte www.yurileveratto.com

La casa delle bambole della regina Mary


Chi non ha mai sognato una casa così ?
 Ci sono ben sei salotti, otto bagni, un mucchio di camere da letto, una cantina fornitissima di vini pregiati e una biblioteca enorme con prime edizioni d'autore. Un paradiso. Nel quale purtroppo non riuscirete ad entrare, anche perché entrare in questo posto è "fisicamente" impossibile.

Si tratta di una casa delle bambole.
 La più grande e perfetta casa di bambole che sia mai stata progettata. Questa chicca è una precisa riproduzione 1:12 della classica casa di epoca edwardiana ( ovviamente, trattandosi di casa delle bambole, non poteva che trovarsi in Inghilterra), il cui interno è una fedele ricostruzione delle stanze del Windsor Castle.
 Questa meraviglia venne regalata da re Giorgio V a sua moglie, la regina Mary, da sempre amante delle Dolls House.

Ovviamente trattandosi di un "royal gift", non poteva essere una casa di bambole qualsiasi: questo giocattolo ha un vero impianto elettrico, due veri ascensori, un vero impianto idrico con caldaia. Anche il vino è vero, ovviamente, ed i libri sono stati stampati pagina per pagina. C'è perfino il caveau con i gioielli della corona (tutto rigorosamente vero, c'è bisogno di dirlo?).

Come se non fosse abbastanza, le suppellettili, le ceramiche, gli argenti, i lampadari ed i dipinti sono fedeli copie di quelli contenuti a Windsor; una precisione che ha richiesto l'opera di oltre 1500 artigiani per regalare all'amata regina una Dolls House da guinness dei primati.

Ma in che caspita di mondo facciamo vivere i nostri figli???

GlaxoSmithKline e Psichiatri, truffa per somministrare antidepressivi ai Bambini
Gli psichiatri campioni di prescrizioni venivano mandati in costose villeggiature dal gigante farmaceutico internazionale:
Giamaica, Bermuda, Hawaii e altri luoghi esotici dove, tra un servizio termale e l’altro, potevano ascoltare discorsi dei colleghi psichiatri, che la società aveva pagato per instillare l’idea che i bambini debbano ingurgitare pillole.
I bambini americani erano depressi.
Avevano bisogno di antidepressivi.
GlaxoSmithKline era pronta per il salvataggio.
E nonostante il Paxil (antidepressivo) non sia mai stato approvato per l’uso in nessuno sotto i 18 anni, la GlaxoSmithKline aveva 1.900 rappresentanti per le vendite che visitavano gli uffici dei medici per spingere l’uso del farmaco sui bambini.
Secondo una denuncia penale depositata nel tribunale distrettuale degli Stati Uniti nel Massachusetts, la società “era impegnata in un sistema fraudolento atto ad ingannare e truffare medici, pazienti, regolatori e programmi sanitari federali”.
La causa, che accusa l’azienda di aver etichettato in modo volutamente scorretto i farmaci e di aver mancato di indicare dati sulla sicurezza, è stata avviata e verrà dibattuta a porte chiuse nel mese di ottobre.
Lunedì, il gigante farmaceutico internazionale ha annunciato che avrebbe concordato di risolvere questo caso, come pure una causa civile per 3 miliardi di dollari.
Questo sarebbe il più grande risarcimento per frode sanitaria che riguarda il Paxil e alcuni altri farmaci simili, nella storia degli Stati Uniti.
La GlaxoSmithKline ha annunciato che si dichiara colpevole per le accuse penali, che sono reati, ma non ammetterà alcun illecito per le accuse civili, che sostengono una condotta potenzialmente letale che penso dovrebbe essere considerata criminosa. Credo che sia perché gli avvocati aziendali fanno soldi a palate per andare in tribunale a dire: «Sì, lo abbiamo fatto, ma non se qualcuno sta cercando di intentarci causa».
Infatti nessun singolo individuo dell’azienda è stato nominato come imputato nella denuncia penale.
È solo un’altra di quelle sfortunate attività aziendali per le quali nessuno è mai stato colto sul fatto.
La denuncia del Dipartimento di Giustizia americano afferma che i presunti reati si sono verificati tra il 1999 e il 2010. L’amministratore delegato dell’azienda, Sir Andrew Witty, ha ribadito che questo è stato il comportamento della vecchia direzione, e non quello attuale, aggiungendo che la politica del nuovo management sarebbe improntata a onestà e trasparenza.
Il governo concorda che la spinta alla vendita del Paxil della GlaxoSmithKline è avvenuta tra il 1999 e il 2003 e – guarda caso! – “il Paxil divenne ben presto uno dei farmaci più venduti negli Stati Uniti.”

Fonte: PiemonteNews
Un ricco industriale si rivolge a un suo amico ministro dicendogli:
- Sono disperato mio figlio non ha finito gli studi, non cerca nemmeno di lavorare, trascorre tutto il suo tempo a bere e ridere con gli amici. Non potresti trovargli un lavoro nel tuo ministero?
- Nessun problema, dice il ministro.lo nomino mio vice capo di stato maggiore, con uno stipendio di 6.900 € al mese.
- No questo non è quello che voglio. Deve capire che deve lavorare nella vita e imparare il valore del denaro.
- Ah?va bene. - Lo nominerò capo missione a 5.500 euro al mese.
- No, questo è troppo! Egli deve rendersi conto che deve guadagnarsi il suo stipendio.
- Uh ... responsabile di progetto, allora 2.900 € al mese?
- Sempre troppo. Quello che serve è un ruolo modesto,dove fare la gavetta, con uno stipendio a partire da meno di 1.200 euro al mese.
- Purtroppo, non posso aiutarti, rispose il ministro all'amico
- Ma perché?
- Perchè per questo tipo di posizione, è necessario fare un concorso ...
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