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giovedì 23 gennaio 2014

Hinamatsuri – La festa giapponese delle bambole e delle bambine


In Giappone, come ben sappiamo, esistono culture e tradizioni particolari che non fanno parte del mondo occidentale. 
Ai nostri occhi possono sembrare delle semplici feste “alternative”, forse addirittura stravaganti, ma quasi sempre racchiudono un significato ben preciso. 
 Una di queste feste, chiamata Hinamatsuri, si celebra il 3 marzo di ogni anno. Letteralmente significa “festa delle bambole”: e infatti, come vedete nell’immagine sopra, l’usanza prevede di creare una serie di gradinate con tappeto rosso (detto mousen) sulle quali si adagiano delle statuine, i cui personaggi sono tutti vestiti secondo lo stile del periodo Heian (794-1185 d.C.). 
 E’ una tradizione che ha, quindi, più di mille anni di storia.
 Qual era lo scopo di queste bamboline, al tempo in cui nacque la festa? 
Nel medioevo giapponese si credeva che i demoni e gli spiriti vagassero nel nostro mondo e serviva un “contenitore” per impedire che fuggissero. Ecco nascere le bambole, veri e propri involucri per trattenere gli spiriti malvagi e le malattie. Bambole di paglia o di carta erano lasciate a galleggiare nei fiumi, disposte sopra a una barca, sempre per scacciare gli spiriti maligni.
 A dire il vero, come molte delle tradizioni giapponesi, sembra che l’usanza di abbandonare bambole nei fiumi derivi dalla Cina, dove era in voga già da tempo.


Vale la pena di spendere qualche parola sui personaggi che compongono la rappresentazione.
 Le bambole superiori sono gli sposi imperiali, l’imperatore (o-dairi-sama) e l’imperatrice (o-hina-sama) giapponesi, a cui si accostano in genere due lampade (bonbori).
 Subito sotto ci sono tre dame di corte (sannin kanjyo) che reggono una teiera da sakè, il tradizionale vino giapponese, e più sotto ancora cinque musicisti (gonin bayashi).
 A scendere, troviamo due ministri (udaijin e sadaijin, cioè la “mano destra” e la “mano sinistra”, quest’ultimo più anziano come vuole la tradizione) e in fondo alle gradinata i tre servi (shi-cho).


Il tutto è, naturalmente, decorato ad arte. 
Troviamo un albero di mandaranci sulla sinistra e un albero di ciliegio (o di pesche) sulla destra, assieme a una serie di elementi a piacere che componevano la nobiltà del tempo: specchi, il set per la cerimonia del tè, ecc.

 Oggi l’Hinamatsuri ha assunto un altro significato: è diventata la festa per augurare la felicità alle bambine e alle giovani ragazze. Niente di strano, quindi, che il 3 marzo i genitori di una figlia appendano delle bamboline in casa. E guai a dimenticarle: se le bambole non vengono tolte non appena il 3 marzo si conclude, significa che la bambina dovrà aspettare a lungo prima di sposarsi. 

Una curiosità: il 5 maggio (quinto giorno del quinto mese) si festeggia il Kodomo no hi, la festa dei bambini. E’ un giorno festivo in cui non si lavora, a differenza dell’Hinamatsuri (festeggiato il 3 marzo, terzo giorno del terzo mese) in cui si lavora come tutti i giorni.

Il meraviglioso pappagallo ARA GIACINTO


L’Ara Giacinto, Anodorhynchus hyacinthinus, rappresenta il più grande pappagallo esistente in natura: la lunghezza del corpo raggiunge i 100 centimetri per un peso di ben due chilogrammi. Il colore predominante del piumaggio è di un azzurro molto vivace sul quale spicca il nero intenso del grosso becco ed alcune macchie di colore giallo acceso nella parte inferiore del corpo.
 La specie vive esclusivamente in alcune aree del Sudamerica ed in particolare in Brasile, Bolivia e Paraguay prediligendo le zone paludose ed habitat boschivi e tendendo ad evitare la foresta pluviale. Purtroppo la costante e massiccia deforestazione che ha colpito le regioni in oggetto e la massiccia richiesta della specie nel traffico di animali ha ridotto notevolmente la popolazione.


Questo grandissimo e bellissimo pappagallo ama trascorrere la giornata in cerca di cibo: in genere raccoglie grandi noci di cocco o di macadamia che riesce ad aprire grazie al vigoroso e robusto becco di cui è dotato.
 Al sopraggiungere della sera folti gruppi di Ara Giacinto si riuniscono su un unico albero per poi disperdersi nuovamente in cerca di un luogo presso il quale trascorrere la notte.


L’Ara Giacinto raggiunge la maturità sessuale attorno ai sette anni di vita; una volta formatasi la coppia viene preparato un nido presso il quale deporre le uova.
 In genere si ritiene che l’Ara giacinto abbia le stesse abitudini dei pappagalli in genere nello scegliere il luogo più idoneo, vale a dire le cavità di grandi alberi, tuttavia molti studiosi concordano nell’affermare che questa specie in particolare prediliga nidificare in buche nella terra. 
Le uova deposte, in genere due, vengono protette in modo molto aggressivo dalla mamma poiché vengono spesso predate da opossum o tucani.
 I piccoli di Ara Giacinto che sopravvivranno rimarranno con i genitori fino al raggiungimento dei tre mesi di vita.

Quando non si sanno o non si vogliono risolvere i grossi problemi si passa ai piccoli

Non c'è più religione !!!!



Un alto prelato, che stava per essere nominato arcivescovo e che aveva l'incarico di amministrare il patrimonio della Santa Sede (Apsa), avrebbe consentito ''in modo sistematico'' ai componenti della famiglia di armatori D'Amico, di riciclare rilevantissimi importi di denaro di ''dubbia provenienza'', che secondo la Guardia di Finanza sarebbe frutto di evasione fiscale.
E' questo, in sintesi, il cuore dell'inchiesta della procura di Salerno che ha portato tra l'altro, all'esecuzione di una ordinanza agli arresti domiciliari nei confronti di monsignor Nunzio Scarano, così come scrive il gip Dolores Scarone nel suo provvedimento
Riciclaggio - Il prelato avrebbe consentito agli armatori di trasferire per anni somme di denaro sui propri conti accesi presso l'Unicredit di Via della Conciliazione e presso la banca vaticana dello Ior. Somme che sarebbero state poi prelevate in contanti per centinaia di migliaia di euro e utilizzate per l'acquisto di immobili a Salerno, investimenti societari, acquisto di quadri d'autore.
Parte delle ingenti somme sarebbero state invece restituite ''pulite'' ai titolari. Il giudice si sofferma sugli ''incredibili'' espedienti per evitare che risulti in possesso di così grandi disponibilità economiche.
''Ciò che è allarmante - scrive il gip - è che illeciti di così grave portata e l'artificio e l'inganno che li sorreggono, vengano perpetrati da un alto prelato del Vaticano, da un uomo di chiesa il cui agire nella società è o dovrebbe essere, per insegnamento della stessa Chiesa di Roma, ispirato ai valori dell'onestà, della verità, dell'umiltà e della povertà''.
''Non è ben chiaro - osserva il gip - il motivo di tanta disponibilità dimostrata dal prelato verso la famiglia di armatori D'Amico, che si spinge ai punti estremi per consentire loro di poter ripulire i capitali illeciti prodotti all'estero''.Indagate 52 persone -
I destinatari delle ordinanze cautelari sono, oltre a mons. Scarano, il sacerdote Luigi Noli, anch'egli agli arresti domiciliari, e il notaio Bruno Frauenfelder, per il quale è stato disposto il divieto temporaneo di esercitare l'attività professionale.
Si indaga su versamenti di somme illecite per milioni su conti presso lo Ior e reimpiegate per l'acquisto di beni, costituzione di società e estinzione di un mutuo. 
Nel corso delle indagini è emersa la riconducibilità a Scarano di numerosi conti bancari presso lo Ior da uno dei quali veniva prelevata la somma di oltre 588 mila euro utilizzata per l'estinzione, con modalità dissimulatorie, attraverso il ricorso a falsi certificazioni di donazione da parte di 50 persone individuate dal monsignore e da una sua commercialista, di un mutuo ipotecario intestato a una società immobiliare di cui Scarano è socio. Gli investigatori hanno accertato che le notevoli somme di denaro nella disponibilità di Scarano per un importo superiore ai 5 milioni di euro derivavano dai componenti della famiglia di armatori romani D'Amico, anche mediante il ricorso a società offshore in paradisi fiscali.
Tali somme che all'apparenza erano destinate a finalità assistenziali e benefiche sarebbero invece state utilizzate dal monsignore per investimenti immobiliari tra cui un appartamento di 17 vani a Salerno e la costituzione di società immobiliari.
Avanzata una richiesta di rogatoria al Vaticano -
Contrariamente a quanto era stato riferito da fonti investigative, non c'è stato al momento alcun accesso della Finanza nella sede dello Ior: stamattina è stata avanzata per il tramite del ministero della giustizia una richiesta di rogatoria al Vaticano che è ora in attesa di risposta.
L'ordinanza di custodia cautelare notificata questa mattina a mons. Scarano dispone il sequestro dei conti correnti a lui riferibili giacenti presso lo Ior. I finanzieri, secondo quanto appreso, avrebbero accertato false donazioni provenienti da società offshore transitate su conti Ior intestati a Scarano. Le accuse di riciclaggio che hanno portato il monsignore agli arresti domiciliari sono state formulate dalla Procura della Repubblica di Salerno in un'inchiesta su riciclaggio di ingenti somme di denaro. 
Nell'inchiesta della Procura, monsignor Scarano è accusato di riciclaggio per presunte donazioni ritenute dagli inquirenti fittizie. Secondo l'ipotesi investigativa le donazioni sarebbero servite a coprire un grosso riciclaggio di denaro.
Il prelato avrebbe contattato una sessantina di persone chiedendo ad ognuno di loro la compilazione di un assegno circolare con somme intorno ai diecimila euro, spiegando di dover ripianare i debiti di una società immobiliare titolare di alcune abitazioni nel centro storico di Salerno
Era stato già arrestato - Sempre secondo l'accusa formulata dopo mesi di indagini avviate all'inizio del 2013 e condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, coordinate dal colonnello Antonello Mancazzo, gli assegni sarebbero stati soltanto una partita di giro, in quanto al momento della consegna i donatori avrebbero ricevuto l'equivalente in denaro contante. Monsignor Scarano era stato già arrestato lo scorso 28 giugno in un'inchiesta della Procura di Roma, insieme all'operatore finanziario Giovanni Carenzio e all'ex agente dei Servizi Giovanni Maria Zito.
Era stato successivamente posto agli arresti domiciliari, dopo essere stato ricoverato per un periodo nell'ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno
Monsignor Nunzio Scarano, coinvolto nell'inchiesta della procura di Salerno sul riciclaggio, ''è una persona inquietante. Alto prelato e formale uomo di chiesa del Vaticano eppure soggetto dedito alla vita mondana in grado di ricorrere a ingannevoli e spregiudicati artifizi per non figurare nelle operazioni finanziarie'', scrive nella sua ordinanza di custodia agli arresti domiciliari il gip Dolores Zarone.

Fonte- Tiscali

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