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giovedì 11 luglio 2013

buonanotte

Un pesciolino col salvagente



Einstein, un pesce rosso, aveva una malattia della vescica natatoria e non poteva più galleggiare o nuotare correttamente, rischiava sempre di finire sul fondo dell'acquario, ma il suo proprietario, Leighton Naylor, ha creato per Eistein un "salvagente" con tubi riciclati così poteva nuotare nell'acquario.
Inoltre, il salvagente ha permesso ad Einstein di nuotare fino alla superficie per alimentarsi, il suo proprietario lo alimenta attraverso una cannuccia.

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La pianta che fiorisce ogni sette anni è sbocciata in Scozia


Anche la storia di un vegetale può emozionare e commuovere. Ne sanno qualcosa gli orticoltori dell’Università scozzese di Aberdeen, che tre anni fa piantarono nel giardino botanico del campus un bulbo di quattro anni di una rara varietà di giglio, il Cardiocrinum Giganteum, o giglio gigante dell'Himalaya.

Nelle ultime settimane la pianta aveva raggiunto quasi i due metri di altezza e cominciava a dare segni di fioritura. «Eravamo molto emozionati quando abbiamo visto che sarebbe sbocciata. È fantastico avere una pianta così rara e speciale proprio qui» racconta Mark Peterson, curatore del giardino botanico di Aberdeen. Anche il capo giardiniere, Richard Walker, è orgoglioso dell’evento: «ne avevano uno anni fa, prima che cominciassi a lavorare qui, ed è incredibile che sia successo ancora. Avevo visto fiorire un giglio gigante dell'Himalaya nel Giardino Botanico Reale di Edimburgo dove ho lavorato tra il 1978 e il 1981, ma questa è la prima volta che lo pianto e lo coltivo io stesso. È uno degli avvenimenti più importanti nella mia carriera di orticoltore». 

Il Cardiocrinum Giganteum, originario dell’Himalaya, fiorisce una volta ogni sette anni e impiega così tanta energia in questo processo che poco dopo muore. Produce però dei semi che possono essere ripiantati, ma ci vorranno altri sette anni prima che ad Aberdeen si verifichi un’altra fioritura.

Sara zapponi

Bucegi: le montagne misteriose che celano un segreto


Era l’estate del 2003 quando, in un’area inesplorata delle Montagne Bucegi, in Romania, lo Zero Team Department (una sezione dell’intelligence rumena), fece una scoperta epocale con tutte le caratteristiche per riscrivere il destino dell’umanità. Una strana struttura fu scovata nelle viscere di questi monti. 
Una struttura ben costruita che partiva dal centro principale della montagna e non dall’esterno, come fosse una grotta o una caverna. E un lungo tunnel da percorrere prima di riaffiorare alla luce del sole.
 Tuttavia, la scoperta più interessante la diedero i satelliti del Pentagono quando scoprirono due blocchi principali, posti in corrispondenza dell’entrata e dell’uscita della costruzione. Quasi ad impedire di penetrare all’interno dello spazio. Come se si volesse custodire gelosamente un segreto o qualcosa che non si vuol rendere noto. 
Solo più tardi, furono rilevate forti frequenze energetiche. E qui si concentrarono le ricerche.
 Non molto tempo prima, anche in Iraq, nei pressi di Bagdad, era stata scoperta una struttura simile a quella di Bucegi. Anch’essa caratterizzata da frequenze di energia simili e del tutto impossibile da penetrare. Anche qui fu impossibile penetrare il muro energetico. Proseguendo con le indagini, si giunse all’ipotesi che entrambe le strutture, quella in Romania e quella in Iraq, potessero avere qualche legame con la storia del nostro pianeta e la sua formazione. Ipotesi che, come è logico pensare, suscitò scalpore tra le organizzazioni massoniche preoccupate soprattutto dal fatto che tale struttura fosse in qualche modo legata alla Romania.

Gli abitanti dei villaggi confinanti la montagna, a più riprese, sostennero di aver avvertito strani avvenimenti, piccoli terremoti, situazioni di sonnambulismo inspiegabili. 
Il segreto fu in parte svelato quando, sempre nel 2003, la montagna fu in parte perforata. Dentro vi si trovarono immense gallerie costruite ingegnosamente e blocchi di pietra sulle cui superfici si trovavano scolpite sequenze del DNA umano e non umano ed i possibili suoi incroci.
 I servizi segreti americani si recarono subito in Romania per trattare con il governo romeno sulla diffusione di queste notizie e, dopo un lungo clima di tensione, il governo non dichiarò nulla di ufficiale. E pare fosse stato sostenuto dalla Chiesa. 
Le scoperte non finirono. Scavando nelle vicinanze della montagna, furono rinvenuti scheletri giganteschi. Ciò portò a pensare a esperimenti sul corpo umano o sulla possibile presenza di creature giganti, abitanti del luogo. Combinazioni genetiche, scheletri titanici, onde magnetiche ad alto flusso di concentrazione e terremoti inusuali fecero delle montagne Bucegi un luogo dove il mistero penetra fin nelle viscere della terra. È il caso di dirlo.

Per i turisti, al contrario, le montagne Bucegi offrono anche altro. In romeno, “bucegi” significa scegliere e leggenda vuole che queste montagne siano le montagne “elette”. E i fatti appena narrati ne avvalorano la portata del significato del nome. 
Per quanti volessero visitare l’area, due attrazioni meritano il nome che gli è stato dato.
 A 2.200 metri di altitudine, una pietra è stata scalfita dal vento dandole le sembianze di una donna e attribuendole il nome di “the Sphinx”, la sfinge. Inoltre, l’erosione ha modellato delle formazioni rocciose che ricordano un gruppo di anziane donne, da cui il nome “the old women”, appunto. 
 Ancora oggi l’enigma di Bucegi è rimasto insoluto. E pare bizzarra la cortina di silenzio che avvolge tali luoghi. Di cui pochi conoscono l’esistenza. 
Un caso che riporta alla mente il ben più noto sito di Roswell che rimane un mistero riservato a pochi e un fascino inspiegabile per molti. 

 Federica Vitale

Nerone : genio e sregolatezza


Nerone fu l'ultimo esponente imperiale della dinastia Giulio-Claudia. Salì al trono nel 54 d.C., all'età di 17 anni, per volere dell'ambiziosa madre Giulia Agrippina.
 I primi cinque anni di regno di Nerone furono senz'altro felici, dal momento che il giovane imperatore era creta da plasmare nelle abili mani della madre e del filosofo Seneca, che gli scriveva i discorsi e ne ispirava le decisioni. Per non parlare di Afranio Burro, onnipresente prefetto del pretorio.
 Sia Seneca che il prefetto Burro si opposero sempre alla passione di Nerone per l'arte e per teatri e circhi. Entrambi ritenevano che non fosse consono che il giovane imperatore si esibisse nelle vesti di poeta, cantante e suonatore. Eppure Nerone si esercitava con indomita costanza per migliorare la voce, non sottraendosi nemmeno agli stravaganti consigli della medicina dell'epoca.
 Nel 59 d.C. Seneca e Burro concessero a Nerone di tenere una gara poetica all'interno del palazzo imperiale. Il giovane imperatore si impegnò con estrema serietà, mostrando un sorprendente rispetto dei giudici, delle regole di gara e degli avversari. 
Fu questo l'anno in cui Nerone si liberò della sudditanza psicologica dei suoi due mentori.

L'uccisione della madre e l'allontanamento di Seneca dalla corte imperiale segnarono l'inizio di un nuovo corso. 
Nerone cercò di promuovere, a Roma, una vera e propria rivoluzione culturale, incoraggiando sia il popolo che i nobili a praticare attività di tradizione e gusto ellenistico. 
Nel 59 o nel 60, il giovane imperatore istituì i Neroneia, giochi che comprendevano gare di musica, eloquenza, atletica e corse di cavalli aperti a tutti. Vi parteciparono anche esponenti dell'ordine equestre e senatoriale. Ma ancor più dei giochi, fu la costruzione del ginnasio alla greca nel Campo Marzio, l'espressione maggiore della politica neroniana. Di questo ginnasio sono stati ritrovati i resti non lontano dalla chiesa di S. Andrea della Valle. 
Il ginnasio era una grandissima piazza porticata, di oltre 200 metri di lunghezza, con al centro vasche e piscine. Qui il popolo, secondo gli intendimenti dell'imperatore, doveva riunirsi per esercitare mente e corpo. Qui egli fece distribuire olio a senatori e membri dell'ordine equestre. 
Sempre nel Campo Marzio vide la luce il primo complesso termale moderno, un modello per gli impianti termali successivi. Le sale del complesso termale erano inondate di luce, complete di vasche e cortili che sono note solo attraverso disegni cinquecenteschi. A questo complesso termale si aggiungeva l'immenso Macellum Magnum, il mercato pubblico, e anche lo stadio, che sorgeva dove oggi c'è Piazza Navona.

La Domus Aurea fu, però, tra le imprese imperiali di Nerone quella che più rimase incisa nella memoria dei Romani e dei loro eredi.

I Romani, addirittura, arrivarono ad addebitare all'imperatore la colpa dell'incendio che, tra il 18 e il 27 luglio del 64 d.C., devastò Roma cambiandone per sempre l'aspetto.
 In realtà proprio questo incendio fornì l'occasione a Nerone per dar vita al primo piano regolatore della storia, definendo, per legge, l'altezza massima degli edifici e la larghezza delle strade e stabilendo una razionalizzazione dei punti d'acqua che avrebbero dovuto scongiurare, per il futuro, il ripetersi di questi luttuosi eventi, unitamente all'utilizzo di materiali ignifughi quali la pietra Gabina e di Albano. 
Libero da qualsiasi freno o inibizione, Nerone andò in quella che potremmo definire tournée.
 Nel 64 d.C. si esibì a Napoli, in un teatro. Svetonio riporta i successi che portarono alla dedica a Giove Capitolino di alcuni versi di Nerone trascritti in lettere d'oro. Nel 66-67 d.C. Nerone si recò in Grecia e partecipò a tutti i giochi canonici (Nemei, Pitici, Istmici e Olimpici), collezionando 1808 corone di vittoria.
 La voce di Nerone divenne, a quel punto, l'unico bene da proteggere. Cassio Dione scrive che Nerone, da allora, non parlò più in pubblico, per non sforzarsi. Un maestro di declamazione lo accompagnava con il compito di elargire consigli sul comportamento da seguire per salvaguardare il bene prezioso della voce. 
Negli ultimi anni Nerone finì prigioniero del suo mito, pensando di poter opporre a Galba, che stava scendendo in Italia per deporlo, soltanto un poema declamato con tanto di scenografie teatrali. 
La vita dell'imperatore artista ebbe fine il 9 giugno del 68 d.C., quando si tolse la vita in una casupola sulla via Nomentana.

I galgos Levrieri



I levrieri vengono allevati in diverse zone della Spagna dai galgueros e loro lo fanno in modo indiscriminato.
Attuano la selezione degli esemplari che sembrano essere più veloci, dopo aver fatto una prova in campagna.
Quelli che non superano questo esame sono condannati.
I più fortunati saranno abbandonati a molti chilometri dal posto dove sono nati, gli altri saranno sacrificati in maniera crudele: bruciati vivi, gettati in pozzi o appesi sugli alberi nei boschi.
I boschi della morte testimoni del massacro sono pieni di colgaderos (le corde) -a volte più d’una in ogni albero- che saranno utilizzate per questo sacrificio d’agonia di mille levrieri venuti al mondo per servire e soffrire.
Gli assassini affermano che è una morta degna, che segue la tradizione, e che loro non sparano i levrieri perché loro non valgono una pallottola.
I levrieri che passano l’esame vivranno male, tante volte chiusi senza la luce e la ventilazione, procreando indiscriminatamente, cacciando per il propietario e litigando per un pezzo di panne duro. Con un po 'di fortuna ci puo’ essere un pezzo di pane per circa 15 cani. E un detto locale dice che: "Si a un galgo sólo pan duro, si la liebre salta 20, el galgo 21”.
Dopo un po’ loro non servireanno piu’ o ci sono dei piccoli levrieri migliori. Allora i primi finiranno la loro vita dove altri tanti già avevano trovato una morte terribile, dolorosa e lenta.
Senza avere mai avuto una carezza e nessun giorno di gioia.

di: Anpana Settore Levrieri


http://www.progettogalgo.com/

L'associazione Progetto Galgo Onlus nasce a Bergamo fortemente voluta dall'incontro di alcune persone che hanno preso particolarmente a cuore la tragica situazione di queste stupende creature: i Galgo. La nostra missione è trovare casa a questi sfortunati ospiti delle perreras spagnole.
Il canile non deve essere un luogo di morte ma solo un luogo di passaggio, per questo utilizziamo tutti i mezzi possibili che abbiamo a disposizione: internet, locandine banchetti, etc... anche tu puoi aiutarci, se ora non puoi adottare un galgo aiutaci a diffondere questo messaggio.
Far del bene fa star bene...
AIUTACI A DIVULGARE IL NOSTRO MESSAGGIO!

video degli ultimi adottati

Il più bel tacer non fu mai scritto

HA RAGIONE !!!! sono proprio troppi gli esenti 
Tutti i deputati i senatori i loro famigliari, i loro conviventi, parenti vicini e lontani amichette e amichetti, etc.
Una volta la notiziuola era tenuta sotto silenzio .....oggi non è più così
AVETE TUTTI L'ASSISTENZA GRATIS (pagata da noi)più gli annessi e connessi

IMPORTANTISSIMO numero da mettere in memoria

Il tunnel dell'amore


La galleria ferroviaria più bella e affascinante del mondo? Si trova in Ucraina, precisamente nella città di Klevan, e non colpisce per la sua modernità o le mirabolanti dotazioni tecniche. Al suo interno non sfrecciano i treni più veloci del mondo e l’architetto che l’ha progettata non è una persona in carne ed ossa.
 Il tunnel in questione è una galleria naturale fatta di alberi, piante rampicanti e arbusti vari che negli anni la Natura ha intrecciato ad arte fino a formare un vero e proprio tunnel vegetale, ribattezzato, non a caso, il ‘tunnel dell’amore’.
La ferrovia più green della terra percorre 3 km delle foreste dell’Ucraina ed è sicuramente uno degli esempio di architettura naturale più apprezzabili. 
Il percorso che offre ai visitatori è decisamente suggestivo e la sensazione è quella di essere inghiottiti dalla natura, avvolti dal suo verde abbraccio.
 Il treno che percorre l’incantevole tratto ferroviario trasporta legname ma è diventato anche il luogo preferito dagli innamorati per scambiarsi tenere promesse d’amore.

Un buongiorno speciale all'insegna della tenerezza

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