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martedì 11 giugno 2013

NECESSITA' IMPROROGABILI ........La tasca, la panza, i privilegi, poi se c'è tempo e VOGLIA L'Italia

Passa la prima riforma delle larghe intese al Senato: riapre.........
il ristorante dei senatori

Per le riforme necessarie al Paese servono saggi e tempo, ma una cosa si può fare subito: riaprire la mensa al Senato Dopo che la lussuosa mensa di Palazzo Madama aveva chiuso i battenti il 31 gennaio 2013, in attesa della nuova legislatura, arriva oggi la felice notizia della sua riapertura.
Non che i senatori fino ad oggi abbiano patito la fame, anzi, il Senato aveva messo a loro disposizione il ristorante dei dipendenti, solo che, a parte i senatori del Movimento 5 Stelle, gli onorevoli hanno preferito glissare l'invito.
Forse l'ambiente non era adatto a lor signori onorevoli? E così è stata deliberata la riapertura, da metà giugno, della "lussuosa mensa" per i senatori.
La notizia, arrivata direttamente dagli ambienti grillini di Palazzo Madama e diffusa oggi sul social network Facebook, fa felici naturalmente i 64 dipendenti della Ditta Gemeaz (Gruppo Elior) che ha l'appalto della ristorazione al Senato, che il 31 gennaio erano stati posti in cassa integrazione, ma fa ancor più felici gli onorevoli senatori che potranno ritornare a mangiare nella loro mensa preferita, dove si mangia bene e si paga poco.
Non è la prima volta che la mensa dei senatori occupa spazio tra gli onori della cronaca.
Nel 2011, il Presidente del Senato Schifani fu costretto a ritoccare, ma senza esagerare, i prezzi delle portate del ristorante per i senatori, dopo che sui social network giravano alcuni scontrini sul costo di un pranzo senatoriale il cui ammontare non raggiungeva i 10 euro. Pensate che un primo di trofie con asparagi e speck costava soltanto 87 centesimi, mentre per una tagliata di manzo con rucola e grana un senatore doveva sborsare poco più di 3 euro.
Ora i prezzi sono leggermente aumentati ma ci sono troppi privilegi che toccano non soltanto i parlamentari ma anche i dipendenti delle due Camere. È di ieri la notizia che alla Camera si è insediato il Comitato per gli affari del personale per studiare la riduzione dei costi del personale dipendente, ma di un Comitato che si occupi della riduzione dei privilegi della Casta, neanche l'ombra.

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