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lunedì 4 febbraio 2013

La truffa (riuscita) dell'acqua in bottiglia




L’Italia è uno dei territori del pianeta più ricchi d’acqua, spesso anche di grande pregio organolettico. Nonostante questo, alcune delle nostre regioni subiscono drammatiche carenze nell’utilizzo di questo bene indispensabile, che poco hanno a che fare con “l’emergenza idrica” oltre alla situazione di degrado cronico degli acquedotti pugliesi, gravi irregolarità nell'erogazione si registrano sul 24% della popolazione in Molise, sul 30% in Sicilia e addirittura sul 45% in Calabria, causate non da “siccità”, ma dal cattivo sfruttamento delle falde e delle condotte colabrodo. L'acqua, da bene primario, è diventata oggetto di ricatto da parte della criminalità organizzata e di sfruttamento da parte delle grosse multinazionali.
Nonostante questi casi eclatanti di “storica” mala gestione politica delle reti idriche, negli ultimi anni gli acquedotti italiani, anche grazie a una normativa molto restrittiva, sono riusciti a raggiungere l’obiettivo di fornire acqua potabile di ottima - a volte eccellente - qualità alle nostre case. Anche i vecchi problemi di “clorazione” che, pur garantendo un’acqua esente da impurità e batteri, la rendevano poco attraente al gusto, sono stati superati con nuove tecnologie.
Nonostante questo, siamo i più grandi consumatori al mondo di acqua in bottiglia, e in vent’anni abbiamo triplicato il quantitativo consumato: ogni italiano beve annualmente poco meno di 200 litri di acqua in bottiglia, ben otto volte la media mondiale e il doppio che nel resto d’Europa! Con alcune, grandi differenze: il 70% dei sardi beve acqua minerale, mentre il 91% dei trentini beve l’acqua potabile che “sgorga” dal rubinetto.

 177 imprese e 287 marchi, 11 miliardi di litri all'anno bevuti da 38 milioni di italiani, quasi 5 miliardi di euro di fatturato e il primato mondiale di produzione sono i numeri del business “acqua minerale made in Italy”. Un vero affare per un prodotto che scende spontaneamente dal cielo, passa sulla terra e deve essere semplicemente imbottigliato e... pubblicizzato. 

Il raffronto dei prezzi tra acqua minerale e potabile è stupefacente: mediamente un litro di acqua minerale costa 0,40 Euro (circa 775 “vecchie Lire”) al litro contro 0,001 Euro (meno di 2 “vecchie Lire”) al litro dell'acqua potabile del rubinetto.

Si potrebbe pensare, a questo punto, che l’unico motivo per bere acqua in bottiglia possa essere la garanzia di qualità, ma anche in questo caso la verità è stupefacente: le reti idriche degli acquedotti italiani sono soggette a una quantità incredibile di controlli (a Milano si eseguono circa 70 analisi al giorno) mentre i produttori di acque minerali hanno obblighi irrisori, si parla di controlli obbligatori solo ogni 5 anni, e affidati a laboratori privati, facilmente “addomesticabili”.

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