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domenica 24 febbraio 2013

I pianeti multicolori di Josh Simpson

Usando la chimica, un forno e un'arte antica di secoli, Josh Simpson, marito dell'astronauta Catherine "Cady" Coleman, crea mondi fantastici in vetro, realizzando pianeti, meteoriti e altri corpi celesti con un incredibile livello di dettaglio. Fragili mondo che oggi, in versione ridotta, vengono disseminati qua e là sulla Terra – e forse anche nello spazio – nell'ambito di un progetto destinato a stupire gli archeologi di domani La Terra vista dallo spazio è bellissima. Così bella, che una foto del nostro pianeta scattata dall'astronauta dell'Apollo 13 Jim Lovell ispirò all'allora ventunenne Josh Simpson il progetto della sua vita: creare un proprio universo di variopinti pianeti di vetro, con tanto di oceani, continenti, vulcani e nuvole. Da quando ha imparato a soffiare il vetro al Goddard College, Simpson ha creato migliaia di pianeti grandi e piccoli, e anche spettacolari dischi di vetro che ricordano la corona del Sole, Saturno e i suoi anelli. I pianeti più grandi, del diametro di 30 centimetri per più di 20 chili di peso, oggi si trovano nelle collezioni permanenti del Museum of Fine Art di Boston, del Corning Museum of Glass, della Art Gallery di Yale e in molte altre gallerie e istituzioni. Simpson dice che la spinta gli "viene direttamente dal materiale. Il vetro è una miscela chimica di sabbia e ossidi di metallo combinati a temperatura altissima" Il risultato, spiega, "è un materiale che scorre e cola come il miele. Quando è caldo, il vetro è vivo. Si muove inesorabilmente ma con grazia, in risposta alla gravità e alla forza centrifuga. Ha una luce, un calore trascendente che lo rende uno dei più frustranti materiali con cui lavorare, e allo stesso tempo, uno di quelli che danno più soddisfazione." Simpson non usa a caso termini come gravità e forza centrifuga. Si è specializzato nella scienza del vetro a un livello incredibile di dettaglio. I particolari dei suoi pianeti - le strutture inglobate nella sfera esterna - sono a loro volta composti da molti pezzi di vetro colorati in forno in condizioni ben precise. "Diverse sfumature di blu vengono dal mescolare il vetro con l'argento, in stati di ossidazione diversi" spiega. Combinando più oggetti colorati diversi nel globo più grande, la scienza diventa ancora più importante. "Aggiungere cobalto, per esempio, cambia il coefficiente di espansione del vetro." Altri additivi creano parti con coefficienti diversi. "Quindi, se uso 50 o più colori in un pianeta, mi serve un procedimento molto preciso, o può esplodere tutto." La chimica del vetro affascina Simpson al punto da aver trovato il modo di creare meteoriti artificiali. Anni fa, un amico gli regalò una tektite, una meteorite vetrosa composta di silicati e ossidi di metallo. Un altro amico ne analizzò lo spettro, e Simpson creò nel suo forno le condizioni che per fare un tipo simile di roccia. "Mi accorsi che la composizione del meteorite non era tanto complicata", racconta, così sciolse e mescolò i materiali seguendo la formula spettrale. Da Simpson allora ha creato molte altre meteoriti artificiali, trasformandole in oggetti d'arte con intarsi in vetro colorato.

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