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giovedì 31 gennaio 2013

L'uomo di Cherchen

Nella regione cinese dello Xinjiang ai margini del bacino del Tarim, gli archeologi hanno portato alla luce svariate decine di cadaveri in stato di mummificazione, dovuta sia all’atmosfera arida che alle sabbie salate dove erano stati sepolti. 
Alcuni di questi resti risalgono a 4000 anni fa, altri a date forse precedenti, il loro stato di conservazione è eccellente, con carne, pelle, capelli ed organi interni intatti. I resoconti dei ricercatori parlavano di questi uomini come dei giganti per quell’epoca, e “l’UOMO DI CHERCHEN” dal nome della zona in cui era la sua sepoltura, non era da meno, la sua statura era di 2 centimetri inferiore ai due metri, mentre la sua probabile donna raggiungeva il metro e novantadue. 
I ritrovamenti non avevano avuto molto clamore, infatti il governo cinese riteneva non consona e problematica da discutere, la presenza di insediamenti marcatamente europei nella Cina preistorica.

 La Barber, era anche un’esperta di tessuti antichi, ed esaminando gli stili di tessitura degli abbigliamenti trovò ancora più conferma della loro provenienza occidentale, i cappelli soprattutto di varie tipologie, ed alcuni ricordavano quelli degli arcieri Frigi di stanza nella regione anatolica; una donna inoltre aveva ancora in testa un cappello a cono altissimo, proprio come quello attribuito alle streghe, o ai maghi.(La parola “mago” di origine persiana era propria di una popolazione i” Magi”, essi erano sacerdoti e sapienti [o Re nella tradizione Cristiana, i Magi della grotta di Betlemme] in particolare nella religione Zoroastriana, si distinguevano per i cappelli a cono ed erano esperti di astronomia, astrologia, medicina, affermavano di essere in grado di dominare gli agenti atmosferici con la potenza della magia, e di essere in contatto con l’ultranaturale ed il mondo degli spiriti.
 Nell’antico cinese il termine MAG, era il mago di corte, ed il carattere ideografico cinese corrispondente è una croce con le punte leggermente allargate, guarda caso identica a quella dei templari.)


Continuando nell’analisi della tecnica della tessitura, essa è molto sofisticata, infatti oltre ad essere in grado di fabbricare il feltro, queste persone producevano un tessuto spinato a disegni policromi ed erano abilissimi nella tessitura di arazzi, precedentemente queste tecniche era creduto fossero nate in Egitto, verso il 1500 a.C. Gli uomini e le donne di Cherchen tessevano anche una striscia con un motivo decorativo che in Giappone è conosciuta con il nome di Kumihimo, possiamo ipotizzare che questa gente fosse giunta o avesse avuto contatti anche con il Giappone.
 Un rilievo particolare per questa popolazione lo aveva il motivo della “losanga” esso era inserito nella stoffa in varie forme ed occorreva un’accuratissima progettazione della tessitura per ottenere la precisione ottimale. Una cosa stupefacente è che le stoffe in uso per vestire le mummie sia la tecnica della tessitura e sia il motivo della decorazione sono identici alle stoffe con riquadri di tipo “scozzese”, come il plaid ed il tartan, che sono presenti nella cultura di Hallstatt ed in quella celtica di La Tene, originarie dell’ Europa centrale. 

Potrebbe dunque essere cosa certa che gli uomini di Cherchen in primis per le caratteristiche somatiche e poi per l’identicità di uso, decoro e fabbricazione dei tessuti hanno avuto una relazione diretta con la popolazione celtica delle isole britanniche e magari anche dal primo popolo conosciuto come quello delle “ceramiche a solchi” (Erano forse Rossi di capelli ed Irlandesi?).

 Secondo un’analisi compiuta all’università di Nanjing su di un campione di materiale organico ricavato dalle tombe delle mummie, esso doveva risalire al 4500a.C. poi l’università di Pechino ha stabilito che un campione di carbone risaliva al 2000a.C.
 L’aria del deserto rapidamente li disidratava e poi venivano sepolti, sia da soli che in compagnia, in bare scarne e prive di decori oppure addirittura ricoperti da tronchi di legno precedentemente svuotati. Queste mummie indossavano pantaloni, stivali, calze, giacche, cappelli e tuniche colorate, e furono trasportate nel museo del capoluogo Urumchi. 

Alla loro vista, l’archeologa Elizabeth Barber, rimase colpita sia dalla perfetta conservazione dei resti, che dall’enigma che le si poneva davanti, le loro caratteristiche somatiche non erano di tipologia né cinese né mongola, ma sicuramente avevano fattezze europee. Le mummie infatti, avevano il ponte nasale alto, grandi orbite degli occhi, mascelle pronunciate, con le arcate dentarie superiori sovrapposte a quelle inferiori, i capelli erano di un colore biondo o rosso e non mancava neppure una folta barba sul volto di molti fra uomini. 

Fantasia o Realtà ?

 I vigilanti (Nella mitologia irlandese questi possono essere considerati come i Thuata de Danann la misteriosa tribù dei “figli della luce” creati da Danu la madre terra.),come narra il libro di Enoc videro che le figlie degli uomini erano belle, e le presero come spose dando origine ad una prole di giganti, che corruppero il mondo e furono da Dio destinati alla distruzione, per mezzo del diluvio universale.
 Questi giganti speravano di essere risparmiati dall’imminente disastro (la caduta di una cometa o di frammenti che causò il diluvio, il più grande dei vari che ciclicamente hanno quasi distrutto la vita sulla Terra), ed avevano bisogno di un rifugio sicuro, sapevano infatti che avrebbero avuto maggiore probabilità di salvarsi e sopravvivere in un luogo sopraelevato ed il più possibile lontano dal mare. 
Il popolo della “ceramica a solchi” dovevano quindi sapere che il luogo più sicuro in tutto il pianeta si trovava nell’Asia Centrale, e la località perfetta sarebbe stata quella odiernamente chiamata regione autonoma dello Xinjiang Uygur, nella Cina occidentale, un altopiano al centro delle colossali montagne del Tibet, e della Mongolia, al riparo dalle enormi ondate di maremoto. 
Fu questa la destinazione dei giganti e l’Uomo di Cherchen era il loro diretto erede? Fantasia sfrenata o fondo di verità, una cosa è certa, quest’uomo non appartiene al luogo ed alla popolazione che viveva e vive tuttora intorno a lui…

2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Articolo molto interessante, io sono sarda e nella mia terra storia e leggenda s’intrecciano con questi “giganti” come protagonisti. L’antico popolo Shardana (alti, biondi-rossicci, lavoravano tessuti, abili guerriglieri e navigatori) ricordano questo popolo li ritrovato…e in qualche articolo scientifico si parla di DNA in parte simile a quello delle popolazioni di quella zona dell’Asia….chissà, magari un giorno troveranno i tasselli del puzzle mancanti 😊

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