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giovedì 4 settembre 2014

Siracusa : l'Orecchio di Dionisio


Quando il pittore Michelangelo da Caravaggio, in fuga da Malta, si rifugiò a Siracusa, ospite del collega Mario Minniti, visitò nel 1608 l'area delle latomie, e qui secondo la tradizione avrebbe battezzato personalmente "Orecchio di Dionisio" (per la forma dell'ingresso, che ricorda vagamente quella d'un orecchio umano) questa antica cava di pietra di epoca greca.
 ( la definizione di "Orecchio di Dioniso" che si incontra a volte è scorretta. Il nome allude infatti al tiranno (re) siracusano Dionìsio I, e non al dio greco Diòniso).


La grotta, vera "cattedrale gotica" di altezza vertiginosa (23 metri), si addentra sinuosamente nella roccia per 65 metri, assecondando il tracciato d'un antico acquedotto.
 Gli scavatori incominciarono infatti lo scavo dall'acquedotto, evitando gli strati di roccia al di sopra (di qualità inferiore per colpa delle infiltrazioni d'acqua) e procedettero smantellando a poco a poco il pavimento, su un'area sempre più larga, fino ad arrivare all'attuale livello del suolo.
 Questa tecnica ha modellato la cava nella curiosa forma a "padiglione", che si trova pure in altre parti di queste latomie, nonché nella Latomia dei Cappuccini.

 Sulle pareti si distinguono ancora con facilità le righe parallele dei livelli successivi dei massi, che venivano "sfogliati" uno dopo l'altro. Per questa operazione gli operai si servivano di cunei di legno che, bagnati, dilatandosi fessuravano la pietra secondo piani relativamente diritti.


Nella cavità risultante dall'immenso lavoro di scavo si è creato (ovviamente in modo del tutto involontario) un curioso fenomeno di echi, che ha dato vita alla fantasiosa leggenda secondo cui le cave sarebbero state costruite da Dionisio per spiare i suoi prigionieri, che conversavano in tutta libertà non sapendo che i loro sussurri erano udibili, grazie al gioco di echi, fino al lato opposto della caverna.

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