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giovedì 4 settembre 2014

L’albero delle meraviglie: da una sola pianta 40 frutti diversi


Per realizzarlo ci sono voluti l'estro di un artista e la sapienza di un esperto giardiniere: il tutto, condensato nella stessa persona. 

Lo statunitense Sam Van Aken, professore d'arte con uno spiccato pollice verde, è il padre di una pianta con i superpoteri: l'unico albero al mondo capace di produrre, da solo, 40 diverse varietà di frutti.
 Per gran parte dell'anno Tree of 40 Fruit, questo il nome del vegetale, sembra una pianta come tante.
 È a primavera che rivela la sua vera natura, con i rami che si caricano di fiori bianchi, rosa, rossi o viola a seconda del punto in cui si trovano.
 Nei mesi estivi inizia la raccolta, e qui c'è da sbizzarrirsi: su questa pianta maturano decine di varietà di prugne, pesche, pesche noci, albicocche, ciliegie, mandorle, ognuna secondo i suoi tempi, seguendo un'agenda perfettamente sincronizzata.


Van Aken ha iniziato a lavorare al progetto nel 2008, dopo aver appreso che un antico frutteto urbano, quello della New York State Agricultural Experiment Station, stava per chiudere. 
Qui erano conservate centinaia di varietà native di frutti con nocciolo, alcune delle quali con una storia di 150-200 anni. Un'eredità che sarebbe andata persa, se l'artista non avesse trovato un modo originale per conservarla. 

 Lavorando su 250 diverse specie di frutti con nocciolo, Van Aken - che viene da una famiglia di agricoltori - ne ha selezionate qualche decina, creando una timeline con i tempi di fioritura e maturazione di ciascuna. 
Quindi è iniziata la catena di innesti su un singolo albero da frutto, con tecniche complesse come quella del "chip-budding", che consente di far germogliare su rami diversi gemme di differenti varietà.


Dopo 5 anni e diversi tentativi, l'albero dei 40 frutti è divenuto realtà. 
La pianta consente di prolungare la discendenza di specie che non rispondono alle leggi commerciali della grande distribuzione e che altrimenti sparirebbero: per questo i 16 esemplari creati finora sono conservati presso vari musei, istituzioni e collezioni d'arte degli Stati Uniti. Ma avrebbero probabilmente successo anche in ambito domestico: chi li coltiva racconta che producono l'esatta quantità di frutti con la giusta alternanza, e senza esagerare.
 Per variare spesso e contenere gli sprechi.

 Fonte : .focus.it

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