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lunedì 22 settembre 2014

Abracadabra: significato, usi e storia del simbolo esoterico.


Usata oggi spessissimo come "incantesimo" sul palco da maghi, prestigiatori e illusionisti nei loro spettacoli di intrattenimento, ma anche per "deridere" l'ipotesi che esista una soluzione semplice a problemi apparentemente irrisolvibili, Abracadabra è invece qualcosa di molto antico, in passato degno di rispetto e venerazione.

 Le origini della parola stessa sono attualmente un mistero. L'ipotesi più accreditata è che sia stato il medico dell'Quintus Serenus Sammonicus a "crearla" (nel III secolo d.C.): quest'ultimo, al servizio dell'imperatore Caracalla, la utilizzò per curare la febbre del suo importante paziente.
 Le sue indicazioni a riguardo, contenute nel libro Liber Medicinalis, contribuirono alla diffusione del "culto" di questa parola, che trovò nei successivi imperatori Geta e Alessandro Severo due grandi estimatori. 
Tutto questo contribuì a fare di Abracadabra uno dei vocaboli e dei simboli esoterici più usati a scopo magico-rituale per tutto il Medioevo.

Ma ogni cultura ha una sua versione a riguardo.
 C'è chi pensa che si tratti di una parola celtica, composta da Abra (Dio) e Cad (santo) o che derivi dalla frase babilonese Abbada Ke Dabra ("muori quando la parola stessa è pronunciata").
 Chi sostiene provenga dall'aramaico Avrah KaDabra - il cui significato è più o meno "Io creerò come parlo" - o da Abhadda Kedhabhra, cioè "sparisci come questa parola".
 Chi pensa sia derivata dalla frase araba Abra Kadabra, ovvero "fa che le cose siano distrutte".
 Altri che la sua origine sia ebraica. Potrebbe trattarsi dell'unione dei tre vocaboli che rappresentano la santa Trinità: padre (ab), figlio (ben), e spirito santo (ruach acadach).
 Oppure potrebbe essere ha-bĕrakāh dabĕrāh ("pronunciare la benedizione") o Abreq ad habra ("invia la tua folgore fino alla morte").

 Quale che sia la sua provenienza è universalmente usata in tutte le lingue mondiali "così com'è" - senza alcuna traduzione - e riconosciuta come per se stessa inintellegibile.
 Da secoli viene usata iscritta su talismani di varie forme, ma la più usata è sicuramente quella triangolare. 
 Quinto Sereno Sammonico, nella sua opera De medicina praecepta, cita appunto un amuleto triangolare dal vertice capovolto come cura per la malattia: la parola abracadabra vi andava scritta intera nella prima riga e poi via via nelle righe sottostanti ma sempre rimuovendo l'ultima lettera.
 In questo modo leggendo il contenuto del talismano riga per riga a scendere la malattia (o la creatura demoniaca che la causava) si sarebbe a sua volta indebolita, fino a scomparire.

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