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Uno studio dell'Istituto di geoscienze e georisorse del CNR ha messo in luce le cause che provocano le microfratture presenti sulla celebre statua di Michelangelo
La statua simbolo del Rinascimento italiano è un gigante dai piedi d'argilla.
Gli studiosi lo sanno già dalla metà del XIX secolo, quando per la prima volta vennero notate una serie di micro-fratture della porzione inferiore di entrambe le gambe.
Le lesioni, visibili nella caviglia sinistra e nel tronco destro, minacciano la stabilità dell'opera e quindi una loro approfondita conoscenza è indispensabile per salvaguardare questo capolavoro. Per questa ragione, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Igg-Cnr) e dell’Università degli Studi di Firenze ha eseguito una serie di analisi dei meccanismi di rottura del monumento, attraverso una serie di esperimenti condotti su repliche in gesso della statua a scala ridotta (10 cm di altezza invece di 410), deformate all'interno di una centrifuga.
Hanno scoperto così che i danni sono causati soprattutto dall’inclinazione della statua.
I risultati della ricerca sono pubblicati sul Journal of Cultural Heritage.
“Durante la rotazione all'interno dell'apparato, i modelli a piccola scala sono sottoposti a forze molto più elevate della forza di gravità, ma che agiscono con le stesse modalità”, spiega Giacomo Corti dell’Igg-Cnr.
“In differenti prove, le piccole statue sono state sottoposte a una forza centrifuga crescente, rendendo la statua sempre più ‘pesante’, finché gli sforzi gravitazionali superano la resistenza del materiale e si giunge alla rottura”.
Gli esperimenti hanno analizzato l'influenza di vari parametri. “In particolare, i risultati suggeriscono come sia la stabilità sia le caratteristiche della deformazione del David siano principalmente dovute all'inclinazione della statua.
Innanzitutto, maggiore è l'angolo di inclinazione, maggiore è l'instabilità della statua sotto il proprio peso, particolarmente per inclinazioni maggiori di 15°. Inoltre, l'inclinazione influenza anche la posizione delle fratture, che tendono a interessare porzioni via via più alte: nella gamba destra, sopra i 15° la frattura avviene sempre al di sopra del tronco d'albero”, prosegue il ricercatore.
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Tratto da National Geographic.it
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