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martedì 18 marzo 2014

Re Artù e la leggendaria foresta di Broceliande


La Foresta di Paimpont (Broceliande per i poeti), è rimasto un luogo affascinante e pieno di misteri, nonostante il turismo, dove si riesce ancora a percepire il canto di Mago Merlino e le danze delle fate nelle radure annebbiate.
 E’ un vero piacere perdersi nei boschetti e percorrere i sentieri, non ancora segnati, nelle ore più propizie, quando gli elfi e le fate abitano il sito e gli spiriti mormorano alle orecchie di chi sa ascoltare l’epopea della Tavola Rotonda, le gesta di Re Artù e dei suoi cavalieri, gli amori di Viviana e di Lancillotto del Lago.
 La foresta di Paimpont, è situata nel dipartimento dell’Ile et Vilaine, in Bretagna, a 30 chilometri ad ovest di Rennes.
 Appartiene principalmente a dei privati che la sfruttano per la legna e la caccia, soltanto una piccola parte, al nord est (10%), è demaniale ed è gestita dall’Office National des Forets (ONF).


La leggenda dice che nella foresta di Broceliande, vi è la tomba di Merlino; si tratta di un cumulo di pietre in un punto difficile da trovare anche con delle buone carte topografiche.
 Secondo la leggenda, dopo aver sedotto Merlino, Viviana lo circondò di una nube poi lo seppellì vivo in un sepolcro costruito con due enormi pietre appoggiate una sull’altra.
 Oggi rimane ben poco del maestoso monumento originale... il proprietario del luogo, per cercare un ipotetico tesoro lo fece saltare con la dinamite nel 1892.
 Accanto alla tomba, molti superstiziosi lasciano bigliettini e anche assegni sui quali scrivono i loro desideri.


Straordinaria è la Fontana di Barenton, luogo raggiungibile solo a piedi dove pochi hanno il coraggio di avventurarsi.
 La fonte si trova vicino ad un blocco di pietra dove la fata Viviana incontrava Lancillotto. 
La leggenda dice che non si deve mai gettare l’acqua della fonte su quella pietra, altrimenti si scatena una terribile tempesta.
 Situata ad ovest della foresta, vicino al borgo “Folle pensée”, è di difficile accesso.
 Descritta nel 12° secolo dal poeta normanno Robert Wace, ha perso molto del suo fascino, ma è qui che la tradizione ha collocato anche il primo incontro tra Merlino e Viviana.
 Le leggende legate a questa fonte sono numerose.
 Qui si svolse anche la lotta tra Yvain e il Cavaliere Nero ed è qui che l’eremita Biagio mise in guardia il suo protetto contro i sortilegi della fata. 
Si dice che l’acqua della fontana di Barenton permetta di far piovere e guarire le ferite d’amore o le malattie mentali. 
Già conosciuta nel medioevo per le sue innumerevoli proprietà, è da quest’acqua che gli indovini e le streghe traevano fragranze e profumi per i loro incantesimi.


Situata vicino a Tréhorenteuc, ad ovest di Paimpont, la Valle senza Ritorno è una vallata incassata con paesaggi contrastanti, scavata tra pietre di scisto rosso.
 Secondo la leggenda, la fata Morgana sorellastra di re Artù, tradita dal suo amante, decise di imprigionare in questa valle i cavalieri infedeli. 
Soltanto Lancillotto rimasto sempre fedele a Ginevra, riuscì a spezzare l’incantesimo e liberare i cavalieri.


In fondo a questa valle, le fate leggevano il futuro gettando un seme di frumento nelle acque lisce del lago. Lo hanno chiamato così perché la foresta che circonda il lago è talmente fitta che il vento non riesce a passare rendendo il lago totalmente immobile.



Il Castello di Trécesson 

 Si dice che in questo castello alloggino diversi fantasmi e che il profumo delle dame del passato aleggi ancora nei muri. 
Questi profumi sarebbero ancora fatali alle giovani e caste innamorate che vi si avventurano.
 E’ uno dei più bei manieri di Broceliande, circondato dalle creste rocciose di Coëtquidan, dalle colline di Tiot e dalle lande di Saint Jean. 
Fu la dimora dei signori di Ploërmel e Campénéac già dall’ottavo secolo, ma attualmente le parti più antiche sono datate soltanto del XV° secolo.


Due gentiluomini, scontenti del matrimonio di una giovane donna del loro casato, vennero nottetempo in questa dimora per scavare una fossa e seppellirla viva. 
 Un bracconiere testimone della scena, attese l’alba e dissotterrò la giovane vittima che spirò subito dopo tra le sue braccia.
 Il signore di Trécesson, informato dell’accaduto le fece un funerale religioso ma non seppe mai di chi si trattava. 
Fino al 1789 i vestiti nuziali della Dama Bianca rimasero sull’altare e le ragazze in cerca di sposo andavano a toccarli dopo la messa, sperando in una sua apparizione per indicare loro un buon marito.


Il giardino dei Monaci è il monumento più enigmatico della foresta di Broceliande.
 E’ una costruzione megalitica a forma di quadrilatero lungo 25 metri e largo 5 o 6 , datato dai 2 ai 3000 anni AC. 
La leggenda dice che i monaci passavano il loro tempo a festeggiare.
 Saint-Méen li invitò ad una vita più morigerata, ma lo ignorarono e la punizione non si fece attendere.
 Furono immediatamente trasformati in pietre sul luogo stesso delle loro feste.


La foresta di Broceliande possiede alberi molto belli e molto antichi, il più celebre è una quercia di circa 1000 anni con una circonferenza di nove metri, la quercia di Guillotin.
 E’ situata tra Concoret e Tréhorenteuc. 
La leggenda dice che Pierre Paul Guillotin, un prete refrattario (1750-1814) durante la Rivoluzione, si rifugiò all’interno di quest’albero e proseguì il suo ministero nella regione.
 Lasciò un prezioso archivio degli avvenimenti rivoluzionari.


Vicino alla fontana Barenton, il faggio Ponthus eleva i suoi rami sui resti di un castello distrutto da Dio stesso.
 Yves Thétiot  racconta che allora il cavaliere di Ponthus, disperato per la mancanza di eredi, rivolse al cielo questa frase: “ Ho bisogno di un erede, che mi venga dal diavolo o da Dio!”. 
Dio non lo ascoltò, ma il diavolo lo sentì. 
 Nove mesi dopo, durante un eclisse di Luna, la castellana partorì un piccolo mostro peloso.
 Appena nato, saltò su un armadio e si rifugiò sotto una cassettiera.
 “Sinistro presagio!” profetizzò l’ostetrica prima di scappare a gambe levate.
 Poi si alzò un forte vento dall’oceano, risparmiò la foresta ma distrusse completamente il castello che crollò uccidendo tutti i suoi residenti.
 L’apocalisse aveva annientato i bastioni lasciando il posto al magnifico faggio che possiamo ancora ammirare nella foresta di Broceliande.


Un’altra leggenda racconta gli amori di Ponthus, figlio del re di Galizia e della bella Sydoine, principessa di Bretagna. Ma il suo amico, Guennelet si ingelosisce e tradisce Ponthus.
 Il principe viene cacciato dal Re e si rifugia nella foresta. 
 Guennelet che non ottiene i favori della bella Sydoine lo raggiunge e lo sfida a duello.
 Il combattimento durerà dodici giorni e prende fine con la vittoria diPonthus.
 Dopo aver sposato Sydoine, Ponthus pianta il faggio sul luogo del combattimento
.

La casa di Viviana è situata nel sottobosco di una piccola collina, nella Valle senza Ritorno.
 Chiamata anche “Tomba dei Druidi”, è un megalite del 2500 AC circa. 
Nel sito sono stati fatti numerosi scavi e ritrovati diversi oggetti: un ascia in dolerite, dei cocci di ceramica, degli elementi in silice, delle punte e dei gioielli rudimentali.


Il Ponte del Segreto (Plélan-le-Grand a sud della foresta) si trova su un affluente dell’Aff. 
La leggenda dice che re Artù all’apogeo della sua gloria, scelse Ginevra come sposa e la fece accompagnare da Lancillotto del Lago, attraverso la foresta fino al suo castello di Camelot dove saranno celebrate le nozze.
 Ginevra mentre passava sul ponte chiese a Lancillotto “ Signore, chi è la tua dama?” lui rispose “Ma siete voi, mia regina e per l’eternità..” 

 Le Fucine di Paimpont (1653)


Le Fucine di Paimpont sono state le più importanti della Bretagna ed erano rinomate anche sul territorio nazionale.
 Patrick de la Paumelière, proprietario del luogo si è fatto promotore della sua completa restaurazione. Nel 2004, decide che si tratta di un patrimonio storico importante che bisogna salvaguardare e sta contrastando un progetto di discarica per i rifiuti che dovrebbe insediarsi proprio nei dintorni, nel comune di Concoret.

 L’incendio del 1990


Nel Settembre 1990, la foresta di Paimpont ha bruciato per cinque giorni di seguito. 
Dopo la catastrofe sono arrivati finanziamenti da tutta la Francia e per ricordare l’avvenimento, l’artista François Davin ha creato l’Oro di Broceliande, detto anche “Albero d’Oro”.
 E’ un castagno dorato circondato da cinque alberi neri a simboleggiare la foresta bruciata, e l’oro, come simbolo di immortalità della foresta.

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