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giovedì 6 marzo 2014

L'oracolo di Delfi



Delfi, il centro del mondo antico. Ciò significava che lì vi era qualcosa di particolare, dal momento che la leggenda riconduce la nascita della città al dio Zeus che volendo sapere quale fosse il ‘centro’ del mondo, fece volare due aquile dalle estremità del mondo orientale e occidentale; dove esse si fossero congiunte, quello sarebbe stato il punto esatto. 
Le due aquile si incontrarono proprio sotto il monte Parnaso, a Delfi, che divenne dunque l’ “omphalos” (o ombelico) del mondo antico. 
 Secondo una tradizione, sul frontone del tempio era scritto in greco”Gnothi seauton” ovvero “Conosci te stesso”, un monito per scoprire che la vera Conoscenza è dentro l’Uomo e che da essa parte la conoscenza di tutto il resto. 

 Nei secoli VIII-IV a.C., il prestigio dell’oracolo fu immenso, non c’era colonia che venisse fondata, senza prima aver consultato l’oracolo.
 La “sapienza delfica”, il complesso di massime morali e tradizioni mitiche e religiose elaborate attorno all’oracolo, era una delle forme più caratteristiche della cultura greca arcaica. 
Grandi poeti come Pindaro ed Eschilo, s’ ispirarono ad essa. E Socrate adottò come principio del suo pensiero la famosa frase “conosci te stesso” che era incisa a Delfi su una parete del tempio di Apollo.


 Nel tempio bruciava perennemente una fiamma alimentata con rami di alloro, l’albero sacro al dio Apollo, e si venerava il cosiddetto “ombelico” (omphalos), una pietra, forse magnetica, che si pensava fosse caduta dal cielo.


Prima dell’arrivo dei Greci, Delfi era stata sede di un culto della Madre Terra, poi come racconta un mito, Apollo uccise il serpente Pitone custode di quel luogo e fondò il proprio tempio.
 In ricordo dell’episodio, gli oracoli erano dati da una donna chiamata Pitonessa o Pizia che cadeva in trance e pronunciava responsi che si ritenevano fossero ispirati dal dio, e che venivano tradotti in versi dai sacerdoti e trasmessi agli interessati.
 Nacque così Delfi, almeno mille anni prima di Cristo, che divenne sede di un grandioso santuario dedicato al dio Apollo e del più famoso oracolo del mondo antico.
 I vaticini, emessi dalla Pizia (o Pitonessa), riportavano la volontà del dio stesso. 
Perchè quel nome?
 Una tradizione mitologica racconta che in una grotta sotto il monte Parnaso si fosse rifugiato Pitone, orribile serpente che Hera (moglie di Zeus) aveva scatenato contro Leto o Latona (che dall'unione con Zeus aveva partorito Apollo ed Artemide). 
Omero racconta che Apollo, nelle sembianze di un delfino, sarebbe giunto qui saltando su una nave proveniente da Creta e, con mira infallibile, avrebbe ucciso il mostruoso serpente, sulla cui tana venne eretto un tempio al dio (Apollo, appunto), che venne appellato Pizio (Pitonesso), così la Pizia era chiamata la sacerdotessa che riferiva i suoi oracoli.
 In ricordo dell’evento (che non si sa a quale tempo far risalire), nel VI sec. d.C. vennero istituiti i Giochi Pitici, che si svolgevano ogni quattro anni nello stadio.


Un’altra tradizione narra che da una fessura della terra salivano dei vapori o gas naturali; un giorno, un pastore che si chiamava Koreta (o Corete) si avvide che le capre che vi si avvicinavano erano colte da spasmi ed emettevano strani suoni. 
Volle verificare cosa succedesse e, quando respirò le esalazioni pure lui, si avvide che cominciava a dire delle cose che si verificavano. Ma dalla fessura venivano anche misteriosamente risucchiati coloro che si spingevano sul crepaccio.
 Allora il pastore mise un vaso treppiede (tripode) sulla fessura della terra, facendovi sedere una fanciulla vergine affinché vaticinasse (e non venisse risucchiata) dando origine alla prima forma dell’oracolo. 
Dato che il ‘dono’ proveniva dalla Madre terra, venne eretto un tempio intitolato a Gea. 
Quei vapori potrebbero aver indotto uno stato alterato di coscienza, cosa scientificamente spiegata. L’antica dedicazione alla Madre Terra, si potrebbe essere trasformata nel culto alla dea Athena; sappiamo infatti che il santuario della dea precedeva l’ingresso al tempio di Apollo, tanto che veniva chiamata Athena Pronaia.
 La strada carrozzabile ha quindi ‘tagliato’ in due il complesso cultuale di Delfi: a Sud-Est sorgeva il tempio dedicato alla divinità femminile, a Nord-Ovest, quello di Apollo. 
Il compito del primo era di proteggere il recinto sacro del secondo. Alle pendici meridionali del monte sacro Parnaso, a circa 600 metri di altitudine, ancora oggi possiamo vedere le rovine del grande centro spirituale e di pellegrinaggio, situato all’incrocio di importanti vie di transito.
 Per la conformazione naturale del terreno, il complesso cultuale si snoda su terrazze ed ha un elemento fondamentale legato al sacro: la presenza di una sorgente d’acqua, chiamata sorgente Castalia, che veniva incanalata e condotta fino alla roccia dove la Pizia emetteva i suoi oracoli. 
 Plutarco, sacerdote al Tempio di Apollo, attribuiva il potere profetico di Pizia ai vapori. 
Altri racconti suggeriscono che il vapore proveniva da un´apertura nel terreno. 
 Questa spiegazione comunque non è mai riuscita a convincere gli scienziati. 

Nel 1927, i geologi francesi avevano esaminato il luogo sacro dell´oracolo e non avevano rilevato prove di spaccature o di correnti ascendenti di gas. 
Avevano dunque liquidato la versione tradizionale come un mito. Le loro conclusioni però erano sostenute da una moderna ed erronea concezione secondo la quale i vapori ed i gas potrebbero essere prodotti esclusivamente dall´attività vulcanica.


Oggi, uno studio di quattro anni nell´area nelle vicinanze della grotta sta portando gli archeologi ed altre autorità, a riconsiderare l´idea che i fumi intossicanti svelassero l´oracolo di Pizia. 
 Lo studio, riportato nel numero di agosto di Geology, rivela che due faglie si intersecano esattamente sotto il tempio di Delfi. Lo studio ha anche offerto prove che gas allucinogeni risalissero da una vicina sorgente e si mantenessero all´interno delle rocce del tempio. “Plutarco ha fatto un´osservazione corretta” ha detto Jelle de Boer, geologo della Wesleyan University di Middletown, Connecticut, e co-autore dello studio. “Infatti, ci sono gas che salgono dalle fratture”. La Grecia si trova alla confluenza di tre placche tettoniche. Lo scivolamento di queste placche allunga e solleva continuamente l´area, che è ricca di faglie.
Parecchi anni fa, i ricercatori Greci trovarono una faglia che correva da est ad ovest sotto il tempio dell´oracolo. De Boer ed i suoi colleghi hanno scoperto una seconda faglia, che corre da nord a sud. “Queste due faglie si incrociano, e interagiscono, al di sotto del sito”. Le interazioni delle faglie maggiori rendono le rocce più permeabili e creano dei passaggi attraverso i quali l´acqua sotterranea ed i gas possono passare e salire alla superficie. 
Da 70 a 100 milioni di anni fa, il letto di roccia calcarea che giaceva sotto il sito dell´oracolo, si trovava al di sotto del livello del mare, e si arricchiva con depositi di idrocarburi. 
 Circa ogni 100 anni un grande terremoto scuoteva le faglie. Esse venivano riscaldate dalle rocce adiacenti e i depositi di idrocarburi che contenevano al loro interno si vaporizzavano. Questi miscugli di gas insieme con l´acqua sotterranea emergevano attorno alla sorgente. 
 De Boer ha condotto un´analisi di questi gas e scoperto che si tratta di etilene, che ha un odore dolce e produce un effetto narcotico descritto come una fluttuazione o euforia generalizzata che pare separare l´anima dal corpo. 
“Le inalazioni di etilene sono una spiegazione plausibile per spiegare gli stati di trance ed il comportamento della Pizia” dice Diane Harris-Cilne, professore classico alla George Washington University, a Washington, D.C. “Combinata con le aspettative sociali, una donna confinata in uno spazio ristretto poteva essere indotta ed emettere oracoli” ha riferito.
 Secondo le spiegazioni tradizionali, la Pizia otteneva le sue profezie in una piccola camera chiusa alla basa del tempio. 
De Boer dice che se la Pizia si chiudeva nella camera una volta al mese, come secondo tradizione, poteva essere esposta a concentrazioni del gas narcotico che erano abbastanza forti da indurre uno stato di trance.
 L´autorità dell´oracolo di Delfi iniziò a decadere fino a perdere credito non appena il cristianesimo divenne la religione dominante nell´area, riferisce de Boer.
 In più le leggende suggeriscono che la concentrazione dei vapori divenne più debole, probabilmente perché il mancato verificarsi di un nuovo terremoto non produsse il solito effetto di diffusione dei gas.

 Tratto da : http://portalemisteri.altervista.org/

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