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giovedì 6 marzo 2014

‘I libri di Thot’, i mitici libri maledetti.



Si racconta che il dio egiziano della sapienza, saggezza e magia possedesse un grande sapere che dava il potere sul mondo. Creò la scrittura e fu il cronista degli dei. E’ rappresentato come uomo con la testa di ibis, un uccello che vola sulle rive del Nilo, e il suo culto delle Ermopoli, legato ai regni sotterranei, è avvolto dal mistero.
Per la prima volta i libri di Thot furono menzionati nel papiro di Torino, dove fu descritta una congiura contro il faraone in cui è stata usata la magia.
Tutti i partecipanti furono giustiziati e i libri maledetti il cui studio fece usare azioni “illecite” furono bruciati.
Più tardi i libri mitici, si dice fossero 42, apparvero di nuovo a disposizione di Khaemwaset, figlio del faraone Ramses II. 
Si credeva che questi testi permettessero di guardare il sole senza socchiudere gli occhi, inoltre concedevano il potere sui mari, sulle terre e le stelle, rivelava i segreti della lingua degli animali, permetteva di resuscitare i morti e influenzare a distanza. Khaemwaset decise che i libri erano troppo pericolosi e li bruciò!
Circa nel 300 a. C. Thot entrò nuovamente in scena: lo identificarono con Ermete Trismegisto, fondatore dell’alchimia. 
In quei tempi ogni mago di Alessandria d’Egitto affermava di possedere i libri di Thot. 
Tale fanfaronata finiva sempre tragicamente: tutti quelle persone morivano a causa di infortuni.
I libri di Thot si diffusero nei testi ermetici, dando riferimenti, riassumendo alcune informazioni. 
Nel medioevo ed ai tempi della inquisizione chiunque diffondesse i manoscritti misteriosi veniva bruciato senza pietà, ma il sapere saltava fuori lo stesso, nonostante nessuno avesse mai visto i libri di Thot stampati o ricopiati in qualche modo conosciuto.
Nel XV secolo nacque la legenda di una società segreta che diffondeva il breve riassunto dei libri di Thot in forma di carte, chiamate tarocchi, ciò fu descritto nelle opere dello scienziato francese Antoine Court de Gébelin. Affermò di aver trovato l’informazione in un antico libro egizio, rimasto intatto dopo l’incendio della biblioteca di Alessandria d’Egitto.
 Inoltre nella “Storia di magia” (1876) di Paul Cristian (il suo vero nome è Jean-Baptiste Pitois), bibliotecario del ministero dell’istruzione pubblica durante il regno di Napoleone III e il grande classico dell’esoterismo francese, raccontò che i segreti della scienza egizia e il contenuto principale dei libri di Thot si trovassero nei tarocchi.
Il XIX e XX secolo sono pieni delle storie di maghi e alchemici, possessori dei papiri di Thot, tuttavia nessuno di loro li ha mai mostrati al mondo. 
Troppo grande era la paura di morire, perché tutti coloro che ricevevano il sapere segreto, morivano di morte violenta. 
Ora la nuova biblioteca di Alessandria d’Egitto custodisce alcune pagine della prima copia del papiro dei libri di Thot. Davvero è lo stesso testo?
 A questa domanda non c’è risposta, come per molte altre, legate agli antichi papiri. Tuttavia non ha molta importanza se il manoscritto sia veramente esistito, le leggende ad esso dedicate continuano a cibare la nostra fantasia.

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