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venerdì 20 dicembre 2013

La fenice che viveva 500 anni e dopo la morte risorgeva dalle sue ceneri



La Fenice, o Araba Fenice, nasce come un uccello molto variopinto che aveva piume rosse sul corpo,il collo dorato e nella coda si riconosceva anche l’azzurro, così come in una delle due piume che ornavano il capo.
Aveva zampe lunghe e un becco affusolato, una sagoma molto simile a quella dell’airone, anche se i romani la affiancarono al fagiano dorato e nella bibbia si associa all’ibis o al pavone.
Il suo culto nasce in Egitto e ad esso venivano attribuiti importanti significati che la rendevano un uccello di buon auspicio e dal grande significato spirituale.
La Fenice venne associata al dio del sole Ra, divenendone l’emblema, tanto che il Bennu (il nome iniziale che poi in Grecia mutò in Fenice) divenne il geroglifico con cui si rappresentava la divinità del sole.
A differenza di quanto possa far immaginare il nome, secondo le leggende la Fenice è unicamente maschio.
Celebre per essere l’uccello che risorge dalle proprie ceneri, divenne per questo simbolo della resurrezione di Cristo.
La leggenda narra che quando la fenice si sentiva prossima alla morte, raccoglieva erbe aromatiche quali sandalo, mirto, mirra, cannella e si costruiva un grande nido a forma di uovo e qui si lasciava morire arsa dalle sue stesse fiamme.
Dalle sue ceneri nasceva un uovo che il sole faceva nascere e schiudere in tre giorni dando vita ad una nuova Fenice che volava via subito

Vi sono controparti della Fenice in praticamente tutte le culture: sumera, assira, inca, azteca, russa (l'uccello di fuoco), quella dei nativi americani (Yel), e in particolare nella mitologia cinese (Feng), indù e buddista (Garuda), giapponese (Ho-oo o Karura), ed ebraica (Milcham):

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