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venerdì 15 novembre 2013

Tra letteratura, storia e leggenda: la Maschera di Ferro


"La maschera di ferro": verità o finzione? Storia o leggenda? La letteratura cerca di risolvere l'enigma.
 Il primo ad occuparsi di questo personaggio è Voltaire, che ne viene a conoscenza durante il suo breve periodo di prigionia nel carcere della Bastiglia, grazie ai racconti dei secondini. 
Il soprannome "la maschera di ferro" gli è stato conferito perché il suo viso era nascosto da una maschera, secondo alcuni di velluto, secondo altri di cuoio, con delle bordature in metallo che rendevano impossibile distinguerne i lineamenti del viso. 
La storia vuole che nessuno poteva vedere il suo viso, neppure il medico durante le visite. 
Uscito di prigione Voltaire, appassionatosi al mistero che avvolge la vita di questo prigioniero, scopre che la sua morte risale al 1703 e che è stato sepolto al camposanto di Saint-Paul nella capitale francese.


Da documentazione scritta risulta che il misterioso uomo mascherato è stato trasferito in diverse carceri (Pinerolo, Exilles, Santa Margherita), ove riceve sempre cure e attenzioni particolari, tanto da far ipotizzare a Voltaire, ed in seguito a Dumas, che si tratti di una persona di un certo rilievo o comunque legato a personalità molto importanti.
 Voltaire inoltre comprende che l'enigma che avvolge quest'uomo e le ragioni della sua reclusione possono dipendere da diverse ragioni: l'uomo mascherato è a conoscenza di qualcosa che avrebbe recato grave pregiudizio a personalità di rilievo, il suo stesso volto, per la sua notorietà o per la sua estrema somiglianza a qualche personaggio molto conosciuto o potente, nasconde un segreto che deve essere celato a chiunque, infine che esistono motivi politici che hanno impedito di nascondere l'uomo adottando misure meno drastiche.


Dopo tanto studio a quale conclusione giunge il filosofo francese? Secondo Voltaire l'ipotesi più plausibile è quella secondo cui la maschera nasconde il volto del gemello di Luigi XIV e che sia stato imprigionato per evitare problemi successori sul trono di Francia. Alexandre Dumas padre, condividendo pienamente le conclusioni del filosofo, romanza la vicenda nell'opera "La maschera di ferro". Questa tesi però non reggerebbe: come avrebbe fatto la regina a nascondere la nascita di un successore al trono, quando il parto, all'epoca, era una specie di rito pubblico? Come riuscire poi a comprare il silenzio di tutte le persone coinvolte in questo terribile mistero? 
Una seconda teoria ritiene che il prigioniero mascherato altri non sia che un nobile, chiamato per adempiere agli obblighi coniugali che re Luigi XIII non era in grado di soddisfare e che, dopo aver ricevuto un lauto compenso, reclamando sempre maggiori favori e privilegi, sia stato messo a tacere forzosamente
.

Una delle versioni più accreditate riconduce il personaggio mascherato all'ex ministro della finanza di Luigi XIV, un certo signor Foquet, tipo piuttosto ambizioso "cancellato" da re per evitare la sua scalata sociale, anche se il politico morì nella prigione di Pinerolo e non alla Bastiglia e molti anni prima della data a cui si riconduce la morte del prigioniero senza volto (1703). 
 L'altra interpretazione dovuta alle ricerche avviate per volontà della moglie del re Luigi XIII, fanno il nome dell'italiano Ercole Antonio Mattioli, accusato di aver rivelato segreti della corona francese.
Tra le ipotesi avanzate è chiaro che quella fantasiosa del gemello del re sia la preferita, anche perché è la storia più intrigante.
 Dal canto sua, la cinematografia ha ulteriormente intrigato la vicenda, appassionandoci ancora di più alla storia di quest'uomo condannato all'anonimato e alla privazione della propria libertà per ragioni che, ancora oggi, sono avvolte dal mistero. 

 Annamaria Villafrate

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