Esistono ancora sulla terra regioni, dove la natura regna sovrana?
In Africa sì.
Una di queste è la Dancalia. In Etiopia.
Del tutto ignorata dalle carte geografiche fino a 80 anni fa, venne esplorata per la prima volta nel 1928 da una spedizione italiana che impiegò 4 mesi per attraversarla.
Deserto atipico formato da sabbie, colate di lava, vulcani attivi e spenti, laghi salati ed enormi distese di sale, costituisce uno dei luoghi più caldi e inospitali della terra, ed è anche uno dei punti più bassi sotto il livello del mare.
Qui sembra di essere su un altro pianeta, non nel cuore dell'Africa orientale, vicino alle acque del Mar Rosso.
La Dancalia è una grande depressione (quasi un terzo dell'Italia) che si estende sul lato orientale del grande acrocoro dell'Etiopia, costituito da enormi montagne basaltiche alte più di 4.000 metri, che forma la maggior massa di rocce vulcaniche ed i più estesi altopiani del continente africano.
E' un luogo dal fascino speciale per chi ama la natura, l'esplorazione geografica e l'ignoto, dove ancora oggi non è facile avventurarsi, tanto che occorre andare con agenzie specializzate in convoglio e con permessi, accompagnati da guida locale.
Qui si può riscontrare meglio di qualsiasi altro posto nel mondo i risultati di sconvolgenti avvenimenti geologici del passato e quelli in preparazione per il futuro.
In questo deserto di lava e sale non piove praticamente mai, da sempre; la temperatura in estate arriva ai limiti della sopportazione umana (50 gradi, ma con punte record fino a 81), e l'unica acqua potabile proviene da profondi pozzi, perchè i laghi sono tutti salati o salmastri e l'unico fiume si perde evaporando nelle sabbie.
Foreste, savane e cascate
Viene da chiedersi come, in presenza di simili condizioni ambientali estreme, possano sopravvivere una stentata vegetazione con alberi di acacie, euforbie e dracene, una fauna peculiare con asini selvatici, zebre di Gravy, gazzelle, orici, struzzi e otarde e, soprattutto, come possano viverci gli afar, una scorbutica popolazione di pastori nomadi che rimediano il pasto allevando capre e cammelli ed estraendo e trasportando sull'altopiano lastre di sale. Il vulcano Erta Ale, il Monte che Fuma, il più spettacolare di una serie di crateri attivi alti circa 600 metri, uno dei tre luoghi al mondo dove è possibile ammirare a cielo aperto un lago di lava in perenne ebollizione a 1.200°C.
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Si risale quindi per 2.000 metri l'altopiano per raggiungere la regione del Tigray e il capoluogo Mekele (la Macallè italiana), dove si possono ammirare le chiese rupestri ortodosse di Gheralta, che risalgono al IV-VI e al IX-XV secolo,
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