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venerdì 28 giugno 2013

Le prime greggi nel Sahara cinque millenni prima di Cristo.


Il Sahara oggi è uno dei deserti più ostili del mondo. 
Eppure 10.000 anni fa i modelli paleoclimatici mostrano un ambiente con condizioni climatiche e ambientali molto più favorevoli alla vita, quelle che caratterizzarono il Periodo africano umido dell'Olocene. È per questo che non devono stupire i risultati di un recente studio pubblicato sulla rivista "Nature" che documentano la produzione di latticini nel Sahara nel quinto millennio a.C.
 Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori di un'ampia collaborazione internazionale di cui hanno fatto parte Stefano Biagetti e Savinio di Lernia del Dipartimento di scienze dell’antichità della Sapienza Università di Roma, e Silvia Bruni, dell'Università di Milano, si è basata sull'analisi molecolare e isotopica dei residui di cibo ritrovati nella regione. 
La metodica si era dimostrata efficace in passato nel determinare la cronologia dell'inizio della lavorazione del latte vaccino nella “Mezzaluna fertile”, che fu il teatro del passaggio in Medioriente da una società di cacciatori-raccoglitori a una di soggetti sempre più stanziali e dediti all'agricoltura.
 Nel caso del Sahara, già precedenti studi hanno documentato come l'allevamento di bovini, ovini e caprini sia iniziato ben prima della domesticazione delle piante. In particolare, nella prima parte dell'Olocene, le popolazioni di cacciatori, pescatori e raccoglitori, che occupavano l'Africa sahariana in modo essenzialmente sedentario, sono diventate di mandriani nomadi, in grado di adattarsi alle differenti condizioni e risorse ambientali e di sfruttarle a proprio vantaggio.

La presenza di allevamenti preistorici nella parte più settentrionale del continente Africano è documentata da una serie di graffiti e pitture rupestri ritrovate nel Sahara, che costituiscono probabilmente la più ampia concentrazione di arte preistorica del mondo, famosa per la sua capacità di rendere in modo vivido scene della vita quotidiana di quelle popolazioni.
 E proprio queste testimonianze pittoriche mostrano la presenza di bestiame e in particolare la mungitura delle vacche. D'altra parte lo studio dei reperti fossili ha ribadito la presenza nell'area di bovini, ovini e caprini addomesticati a partire dall'inizio del sesto millennio a.C. e la loro diffusione a partire dal quinto millennio a.C.
 Si tratta in ogni caso di reperti frammentari e in uno stato di conservazione non adatto a una ricostruzione completa e coerente di un modello di queste antiche civiltà. 
A colmare questa lacuna sperimentale sono intervenuti alcuni studi che hanno condotto misurazioni degli isotopi del carbonio sui residui di grassi animali preservati nei resti archeologici di vasellame. La ricerca ora pubblicata ha tentato per la prima volta di identificare l'inizio delle pratiche di lavorazione dei latticini nel Sahara centrale. È stata utilizzata una tecnica di spettrometria di massa-gascromoatografia (GC–MS), spettroscopia di massa isotopica-combustione-gascromatografia, su residui organici estratti da vasellame ritrovato nelle rocce del sito di Takarkori, nel Sahara libico. 
La datazione al quinto millennio a.C. è correlata con la più abbondante presenza di resti di ossa di bestiame, confermando per lo stesso periodo il pieno sfruttamento del bestiame per i suoi prodotti secondari.

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