Un kit di pronto soccorso trovato nel relitto di una nave risalente a 2000 anni fa ha rivelato come gli scienziati dell’antichità preparassero medicali per curare la dissenteria e altri disturbi che potevano colpire i marinai. La nave era un’imbarcazione commerciale lunga 50 piedi (circa 15 metri), affondata circa nel 130 a.C. al largo della costa della Toscana.
Il kit contiene pillole fatte di verdure macinate, erbe e piante come sedano, carote e castagne, ed era sigillato così bene da resistere per due millenni sott’acqua. Gli ingredienti sono tutti citati nei testi classici di medicina. La cassa di legno ritrovata contiene anche estratti di prezzemolo, nasturzio, ravanello, achillea e ibisco, che erano contenuti all’interno di 136 fiale di legno foderate con stagno. Gli studiosi ritengono che essi venissero utilizzati per curare i disturbi gastrointestinali che colpivano i marinai, come la dissenteria e la diarrea. Essi venivano ingeriti insieme a un sorso di vino o acqua, oppure potevano essere sciolti e quindi spalmati sulla pelle per trattare infiammazioni e tagli.
Queste pillole costituiscono i più antichi resti archeologici di farmaci mai trovati.
Gli storici pensano che la presenza della cassa indichi che a bordo della nave c’era anche un medico, o almeno qualcuno che conoscesse le basi del pronto soccorso. La scoperta ha dimostrato che le conoscenze mediche contenute negli antichi testi greci venivano messe in pratica anche durante il periodo della dominazione romana.
La nave trasportava anfore di vino, vetro, ceramiche e lampade ad olio, quando affondò a 60 piedi (circa 18 metri) di profondità nel tratto di mare tra la costa italiana e l’isola d’Elba. La nave fu scoperta al largo del porto di Piombino nel 1974, e la scatola contenente i medicinali fu trovata nel 1989, ma solo ora gli scienziati sono stati in grado di utilizzare la tecnologia di sequenziamento del DNA per analizzare il contenuto delle pillole.
Nessun commento:
Posta un commento