Nel 1136 il cronista inglese Golfredo di Monmouth, nella sua Historia regnum Britanniae, cita la fortezza di Tintagel come la tradizionale residenza di re Artù. Al di là delle leggende, tuttavia, ciò che concretamente esiste sono le rovine di un monastero celtico risalente agli inizi del VI secolo e i resti delle mura di un complesso fatto costruire a picco delle burrascose scogliere, intorno al 1145, dal conte Reginaldo di Cornovaglia, figlio illegittimo di Enrico I. Al XII secolo risalgono i resti della cinta fortificata dalla parte della terraferma; questa era collegata alla parte insuare da una lingua di terra destinata a scomparire per l’erosione. Nella parte insulare si costruirono il dongione, una capella e la Great Hall, senza dubbio la parte più imponente del castello. Nel XIII secolo, Richard conte di Cornovaglia in grandi il complesso fino ad avere tre cinte fortificate: quella che protegge l’isola, collegata alla terraferma da un ponte levatoio e difesa da un corpo di guardia, e le due cinte che delimitavano un castello inferiore (Lower Ward) e un castello superiore (Upper Ward) – ciascuno dotato di un apparato difensivo e di un corpo di guardia autonomo. Con Edoardo, principe di Galles e figlio di Edoardo III, conosciuto come il Principe Nero, furono introdotte nuove modifiche. Comincio, però, allora la decadenza della fortezza trasformata fino al XVI secolo in prigione. In seguito fu definitivamente abbandonata con l’affondamento del castello inferiore, provocato dall’azione continua dell’erosione marina. Riscoperta nei primi decenni del Novecento Tintagel è stata l’oggetto di una campagna di scavi che hanno permesso di ristabilire la datazione e la storia.
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Le rovine di quella che è diventata una grande attrazione turistica si ergono su uno sperone roccioso proteso nel mare, battuto dalle onde e dalle frequenti tempeste. Probabilmente le leggende sorte intorno a questo luogo sono state originate dallo stretto rapporto del luogo con le manifestazioni primigenie della natura, che qui si esprimono sotto forma di tempeste o di nebbie avvolgenti magicamente ogni cosa. O, forse, si tratta veramente di un luogo fuori dal tempo, dove per motivi inesplicabili si apre una porta su un altro mondo….
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