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mercoledì 14 novembre 2012

Le mappe impossibili

Nel 1492 Cristoforo Colombo partì dal porto di Palos, destinazione le indie, ma la sua rotta sarà inusuale, andrà sempre verso ovest, girando attorno a quel mondo fino ad allora ritenuto piatto. Ma partiamo da qualche anno prima, quando il giovane Colombo si reca in irlanda, in cerca di prove che confermino la sua teoria, dove studia le carte e gli scritti dei Vichinghi, un fiero popolo di marinai. A bordo dei loro Drakkar avevano visitato le terre più remote del mondo conosciuto, e, sembra, anche quelle sconosciute all'epoca. Vi è difatti una ridente cittadina in America che ogni anno festeggia la sua fondazione con costumi vikinghi, gli archeologi hanno scoperto i resti di un villaggio vighingo che confermerebbe la presenza del popolo del nord in quelle terre. Con le loro navi hanno attraversato l'atlantico, facendo scalo in islanda ed in groellandia per raggiungere le verdi pianure americane dove, con molta probabilità, si sono scontrati con i nativi americani.
 Ma allora, perché solo oggi si ammette che furono loro i primi a mettere piede in America, e nonostante questo l'america continua a festeggiare il columbus day? "Colombo ha scoperto l'america? Ma noi la conoscevamo già, era la nostra terra da sempre, la nostra madre." I nativi americani vivono da sempre in quei luoghi, la cui storia per noi inizia solo 200 anni fa. Colombo ebbe dunque modo di consultare i documenti dei Vichinghi, sapeva quindi esattamente cosa avrebbe trovato. Inoltre tornato in europa ebbe modo di osservare un altro oggetto impossibile, il mappamondo di Paolo dal Pozzo Toscanelli . Un mappamondo completo in ogni dettaglio, preciso anche in fatto di misurazione delle distanze.

Colombo ed i suoi comandanti sapevano cosa avrebbero trovato e dove, scelsero con cura la rotta ed i punti di approdo. Ma furono veramente i vichinghi i primi a giungere in america? Pirì Reis Ibn Haja Mehemet ammiraglio dell'impero Ottmanno vissuto attorno al 1500; personaggio storico comprovato, ha lasciato una mappa datata 1513 in cui sono visibili le coste dell'europa, dell'Africa, delle americhe. Ma ancora più incredibile è il dettaglio in cui sono raffigurate le coste dell'antartide (scoperta solo nel 1820), una rappresentazione dettagliata e minuziosa di una costa nascosta da 2 km di banchisa polare. Un tempo dunque quelle coste erano sgombre dai ghiacci, e ben conosciute, ma a chi? Quale popolo conosceva quelle terre? Sulla mappa di Piri Reis si può notare solo una parte di quelle coste, contrassegnate dalla scritta "Terre della Regina Maud".Ma lo stesso ammiraglio ammette di averla copiata da carte più antiche. Ma da dove arrivavano quelle carte? Dalla biblioteca di Alessandria, e da una mappa appartenuta a Colombo, l'ammiraglio ricompose il mosaico formato dalle carte su una pelle d'agnello. Le coste dell'antartico, secondo gli esperti, avrebbero potuto essere sgombre dai ghiacci circa 10.000 anni prima di cristo, quando secondo gli storici sulla terra viveva l'uomo di Cro-magnon.














Se si sovrappone la mappa di Piri Ris su una moderna mappa del mondo, si rimane a bocca aperta nello scoprire che la carta antica è accurata fin nel più minuto dettaglio.

I fenici furono in tempi remoti i più grandi navigatori, si spinsero oltre le colonne d'ercole, lungo le coste dell'Africa fino in medio oriente, forse arrivarono oltre. Sotto le piramidi egizie ci sono due imbarcazioni d'alto mare, realizzate in legno di cedro e, presso il museo di Leningrado è conservato un papiro risalente al medio regno (2000-1750 ac), resoconto di un viaggio verso le miniere d'oro del faraone. Il narratore afferma di aver superato lo stretto di Gibilterra ed essere stato sorpreso da una tempesta, la nave affondò e solo lui si salvò approdando su un'isola sconosciuta. Qui un drago lo accolse e lo curò. Gli narrò che era l'ultimo della sua razza e che quando lui fosse morto, l'isola sarebbe scomparsa per sempre. Sulla mappa di Piri Reis si nota una grande isola di fronte al golfo di New York. Sarà la stessa isola? E soprattutto, da dove gli egiziani traevano l'oro per i loro monili? Al 1531 risale la datazione del mappamondo di Oronzio Fineo, una carta compilata assemblando decine di altre carte, formando le coste di tutte le terre quasi con la stessa precisione con cui le conosciamo oggi.

Vi è un'altra storia al limite con la leggenda, quella di Padre Giovanni o Pater Johannes. Il prete fu inviato da Innocenzo Terzo a convertire un popolo lontano, molti credevano si trattasse delle indie, ma pare che la meta fosse tutt'altra, in vaticano sono, conservati dei documenti provenienti dalla biblioteca di Alessandria o da biblioteche Ismaelite (i Templari ebbero numerosi contatti con la setta degli Assassini), che avrebbero permesso a papa Innocenzo III di conoscere l'esistenza delle terre oltre l'oceano, gli stessi templari costruirono il loro porto più grande sull'atlantico, la Rochelle.fu infatti trasformato da piccolo porto di pescatori a città fortificata. Lo stesso pater Johannes partì dunque alla volta dell'america, ma le sue lettere non ebbero risposta, allorchè a Innocenzo III succedette Onorio III all'oscuro della missione. Come se tutto ciò non bastasse le leggende dei mormoni dicono che i loro antenati giunsero da una terra situata oltre le colonne d'ercole, vi sono difatti diversi vocaboli simili tra la lingua ebraica ed alcune lingue parlate nell'america centrale. Sarà stato Colombo a scoprire l'america, o qualcuno prima di lui avrà scoperto il resto del mondo ? Un eterno contrasto, dunque, tra verità e conservativismo. Quanto dovrà durare questo conflitto inutile? Chi vuole l'ignoranza del popolo? Cosa nasconde il nostro remoto passato?

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