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giovedì 27 settembre 2012

Le castagne

Le castagne sono un frutto che l'uomo consuma da tempo immemorabile. In Europa ne parlò per primo Senofonte, nel IV secolo a.C. definendo il castagno come albero del pane. In seguito Marziale, nel I secolo a.C., e poi Virgilio descrissero il consumo e la coltivazione delle castagne. Per moltissimo tempo le castagne hanno svolto un ruolo molto importante nell'alimentazione umana, ma il primo forte impulso alla coltivazione vera e propria si ebbe nel medioevo, grazie alla contessa Matilde di Canossa.

Rispetto alla frutta fresca, l'apporto calorico delle castagne fresche (213 kcal circa per 100 g) è superiore, inoltre le castagne contengono anche proteine vegetali, sali minerali, vitamine idrosolubili, mentre sono prive di vitamina C. La composizione della castagna è simile a quella del grano; tuttavia il suo valore nutritivo è inferiore a quello della farina di grano. Un altro pregio della castagna è legato alla sua struttura particolare: il riccio infatti protegge il frutto dai residui dei trattamenti chimici.

Le castagne possono essere utilizzate nella preparazione di varie pietanze, oppure possono essere consumate direttamente, sia bollite in acqua e sale (ballotte), sia cotte in apposite padelle forate (caldarroste, meno digeribili a causa delle inevitabili imperfezioni della cottura). Le castagne vengono anche utilizzate per la preparazione di dolci, marmellate e confetture. Le castagne possono anche essere essiccate; dalle castagne secche si ricava la farina con cui poi si prepara il castagnaccio.
In fitoterapia si utilizzano diverse parti del castagno: foglie, gemme, corteccia e frutti. Le foglie vengono raccolte nei mesi di aprile e maggio, mentre corteccia deve essere raccolta o nel periodo autunnale oppure in quello primaverile. L'essiccatura delle foglie, che devono essere rimosse con frequenza, deve avvenire all'ombra, mentre l'essiccatura della corteccia (tagliata in pezzi della lunghezza di circa 5 cm) deve avvenire al sole. La conservazione di entrambe queste due parti deve essere fatta in sacchetti di tela oppure di carta. I principi attivi principali contenuti nelle foglie e nella corteccia sono tannini e fitosterine. La droga ottenuta dalle foglie del castagno viene utilizzata, spesso in associazione ad altri prodotti fitoterapici (drosera, eucalipto, timo ecc.) per contrastare pertosse o forme pertussoidi. L'infuso ottenuto con le foglie viene consigliato per effettuare gargarismi in caso di processi infiammatori a carico di bocca e gola. Anche le gemme del castagno vengono utilizzate a scopi fitoterapici; in associazione alle gemme di sorbo domestico vengono consigliate per il trattamento dell'insufficienza venosa a carico degli arti inferiori, mentre in associazione all'ippocastano (Aesculus hippocastanum), noto anche come castagno d'India, si utilizzano per trattare l'eritema eczematoso degli arti inferiori. Il consumo di castagne viene inoltre consigliato in caso di avitaminosi e debilitazione generale (le castagne contengono alcune vitamine del gruppo B, la vitamina C e diversi sali minerali). Sotto forma di decotto le castagne vengono consigliate per trattare diarrea e affezioni a carico dei bronchi. Le castagne vengono anche utilizzate per scopi estetici; l'acqua di cottura delle castagne può infatti venire utilizzata dopo lo shampoo per effettuare il risciacquo finale allo scopo di esaltare i riflessi dei capelli biondi; alcuni consigliano di utilizzare la polpa schiacciata delle castagne per preparare una maschera emolliente e schiarente. Il consumo di castagne è sconsigliato a tutti coloro che soffrono di diabete e di epatopatie. Dal momento che le castagne hanno un discreto contenuto di tannini è sconsigliabile utilizzare recipienti in ferro per la loro cottura.

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