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domenica 3 maggio 2020

Scoperte tre navi, probabilmente romane, in una miniera di carbone in Serbia


I minatori di carbone in Serbia hanno fatto una scoperta inaspettata: tre navi probabilmente romane, sepolte nel fango di un antico letto del Danubio da almeno 1.300 anni.

 La più grande è una nave fluviale a fondo piatto lunga 15 metri. Due barche più piccole, ciascuna ricavata scavando un unico tronco d’albero, potrebbero anche essere state delle piroghe (monossili) usate dagli invasori per attraversare il fiume e attaccare la frontiera romana.

 La miniera di superficie di Kostolac si trova vicino all’antica città romana di Viminacium, un tempo capitale della Mesia superiore e base di un distaccamento della flotta Romana sul Danubio.


All’epoca dell’Impero romano, il Danubio o uno dei suoi rami più grandi scorrevano nella terra ora occupata dalla miniera.
 Le tre navi giacevano sepolte sotto 7 metri di limo e argilla che le hanno conservate per secoli in buone condizioni. Sono state portate alla luce dagli escavatori dei minatori, che le hanno però rovinate: «Circa il 35-40% della nave grande è stato danneggiato», ha dichiarato ad Ars Technica l’archeologo Miomir Korac, direttore dell’Istituto archeologico e capo del Viminacium Science Project. «Tuttavia abbiamo raccolto tutti i pezzi e dovremmo essere in grado di ricostruirla quasi per intero».

 La nave grande aveva un ponte, almeno sei paia di remi e montava la vela latina triangolare. L’equipaggio consisteva di 30-35 marinai e lo scafo mostra segni di riparazione. 
Al contrario, le due piroghe scoperte erano molto più rudimentali, sebbene una avesse decorazioni scolpite sullo scafo.
 Venivano chiamate monossili ed erano una sorta di mezzi da sbarco. «Un monossile non è una nave da combattimento. È solo un modo per attraversare il fiume e invadere a terra», ha detto Korac. «Di fronte a navi più grandi, i monossiloni venivano facilmente sconfitti, come testimoniano fonti del VI secolo: menzionano una flotta romana di Singidunum (Belgrado) che respinge attacchi barbarici».


La nave più grande sembra di origine romana, ma non è da escludere che fosse più antica o più tarda.

 Per avere una risposta certa, Korac ha inviato campioni di legno a un laboratorio per l’analisi al radiocarbonio, ma la pandemia COVID-19 sta tenendo tutto in sospeso. 
Ad ogni modo, le fonti non menzionano alcun porto dopo che Viminacium venne distrutta degli Avari nel 584 d.C.

 Le tre navi potrebbero dunque testimoniare il commercio o il conflitto lungo la frontiera romana.
 Qui vicino vi era la base navale romana di Viminacium, e si può immaginare una battaglia sul Danubio tra una nave da guerra romana e invasori nelle piroghe.

 Non sono note battaglie fluviali vicino a Kostolac, ma un paio ebbero luogo più a monte, vicino ai porti romani di Singidunum e Sirmium (Sremska Mitrovica).

 La mancanza di segni di combattimento e di manufatti sulle barche, impedisce al momento di identificarne lo scopo.

 «Le navi furono abbandonate o evacuate. Non affondarono improvvisamente col carico», ha detto Korac. «Se ciò accadde durante l’invasione barbarica e il ritiro delle truppe romane, la nave grande potrebbe essere abbandonata e affondata per non cadere nelle mani del nemico».


 Al momento, scavi e analisi sono in sospeso, ma i tre relitti sono stati trasferiti nel vicino parco archeologico. 

 Fonte: ilfattostorico

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