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martedì 3 giugno 2014

Lo stupefacente villaggio neolitico di Skara Brae


Skara Brae è un grande insediamento neolitico in pietra situato vicino alla baia di Skaill sulla costa occidentale della principale isola delle Orcadi, in Scozia.
 È composto da dieci abitazioni, e venne occupato grosso modo tra il 3100 a.C. ed il 2500 a.C. 
Il grado di conservazione è talmente alto da far guadagnare al sito il titolo di patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO. 
È il più completo villaggio neolitico dell'Europa.


Fino al 1850 Skara Brae si trovava sommerso da anni di sedimenti terrosi. 
Venne completamente scavato tra il 1928 ed il 1930 da Vere Gordon Childe.


Gli abitanti di Skara Brae erano apparentemente costruttori ed utilizzatori di oggetti scolpiti.
 Le case erano ripari costruiti usando il terreno e, essendo scavate nel terreno, erano solitamente costruite sul luogo di pre-esistenti collinette dovute all'accumulo di rifiuti note come "middens". Nonostante i midden dessero alle abitazioni un minimo di stabilità, la loro principale qualità era la protezione dal rigido clima delle Orcadi. 
In media le case misuravano 40 m² con al centro un forno necessario per cucinare e riscaldare.
 Dal momento che sull'isola crescevano pochi alberi gli abitanti usavano i resti delle mareggiate e le ossa di balena, con l'aggiunta di zolle erbose, per costruire il tetto delle loro case interrate.

 Le case erano complete di arredamento costruito in pietra, tra cui armadi, guardaroba, sedie e ripostigli.
 Un sofisticato sistema di drenaggio all'interno del villaggio permetteva l'esistenza di una grezza forma di bagno in ogni casa. Sette delle case hanno un arredamento molto simile, con letti ed armadi nelle stesse posizioni. L'armadio sta sul muro opposto all'entrata, in modo che fosse la prima cosa visibile entrando in casa. 
Otto case non hanno arredamento, ma sembrano divise in piccole stanze. 
Durante gli scavi di queste case sono stati trovati frammenti di pietra e ossa. Può darsi che queste abitazioni venissero usate come laboratorio per la creazione di piccoli arnesi quali aghi in osso o asce di selce.


 Il metodo del carbonio-14 ha permesso di datare la vita di questo sito a partire dal 3100 a.C., per circa sei secoli.
 Attorno al 2500 a.C., dopo i cambiamenti climatici che trasformarono il clima rendendolo più freddo ed umido, l'insediamento venne abbandonato dagli abitanti.
 Esistono numerose teorie per spiegare la frettolosa fuga degli abitanti, ma non ci sono prove certe che ne dimostrino la validità. 
 Nonostante gli edifici visibili diano un'idea di insieme organico, probabilmente molte case sono state perse a causa dell'erosione del mare precedentemente alla loro scoperta.
 Si sa che i reperti trovati erano in prossimità dell'antico monumento, nella zona attualmente coperta da prati. 
Un muro costruito in pietra protegge le rovine ancora nascoste dall'erosione del mare.







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