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lunedì 9 giugno 2014

INQUINAMENTO. PER RIDURLO, STUDIO L’ALGA

Una marmitta con l'alga mangia Co2.
La "folle idea" è venuta in mente al genio creativo di un 16enne



Il genio creativo che gli ha dato la notorietà tanto da farlo comparire nella prestigiosa lista di Forbes, ma che ha sempre posseduto, facendo esperimenti a partire dai 13 anni, è scattato nella mente di Param Jaggi quando di anni ne aveva 16 : fermo al semaforo rosso, una delle prime volte che, neopatentato, prendeva la macchina, osservando i tubi di scarico delle automobili e il monossido di carbonio che immettevano nell'aria, ha pensato che sarebbe stato bello se ci fosse stata lì vicino, magari applicata addirittura allo scarico dell' auto, una bella pianta pronta a nutrirsi dell'anidride carbonica: per la macchina un rifiuto da combustione, per il vegetale, al contrario, un nutrimento.
Respirare anidride carbonica e rilasciare ossigeno: la meraviglia della fotosintesi clorofilliana applicata ad un'innovazione tecnologica capace di rivoluzionare il mondo dell'eco-automotive. Capace di cambiare a livello mondiale la qualità dell'aria.
La visione del giovanissimo inventore, allora studente al Plano East senior High School di Plano, in Texas, è diventata un prototipo, in attesa di brevetto: si chiama Abes – Algae Based Emission System ed è un sistema che può contribuire a ridurre le emissioni nocive di qualunque automobile o attività industriale basandosi sulla fotosintesi delle alghe. Sono proprio delle microalghe quelle utilizzate da Param: il suo dispositivo, sperimentato in laboratorio e costruito in un'officina del suo quartiere, è costituito da una sorta di doppia parete filtrante dove vivono delle microalghe immerse nell'acqua e aiutata dalla luce di micro Led.
La ‘coltura' di alghe è contenuta da una parte permeabile ai gas: il monossido di carbonio dunque entra nel dispositivo applicato al tubo di scarico, viene ‘assorbito' dalle alghe e trasformato in ossigeno.
Dai testi di laboratorio – ha dichiarato Jaggi – risulta che l'anidride carbonica viene abbattuta del 70%, rilasciando nell'aria ossigeno, azoto e acqua.
Il dispositivo deve essere cambiato dopo qualche mese, ma ha un costo di produzione veramente contenuto, circa 30 euro.



Con il suo ‘mangiatore di carbonio' Jaggi si è aggiudicato nel 2011, in occasione dell'International Science and Engineering Fair, l'importantePatrick H. Hurd Sustainability Award, assegnato dall' EPA, UNited states Environmental Protection Agency, e riservato agli studenti delle scuole superiori e alle loro invenzioni più brillanti nel campo della tutela ambientale,battendo la concorrenza di oltre 1500 giovani inventori.
I vincitori dell'EPA award ottengono un piccolo finanziamento per continuare le loro ricerche nel campo delle innovazioni ambientali e partecipano di diritto al P3: People, Prosperity and the Planet Student Design Competition for Sustainability, un evento annuale che riunisce i giovani innovatori e scienziati ambientali degli Stati uniti per presentare i loro progetti per un futuro sostenibile.
La famiglia di Jaggi ha investito diecimila dollari nella registrazione del brevetto che potrebbe essere applicato ad ogni tubo di scappamento, comprese le ciminiere industriali.
Per finanziare il suo progetto Param ricorre al crowdfunding e chiede aiuto alla rete; nel frattempo ha fondato la sua casa di produzione,
Ecoviate, un nome che si ottiene fondendo tre parole: cambiare rotta, innovare, ecologia.
Ed è certo che le premesse per realizzare questa "folle idea", come egli stesso l'ha definita, ci siano tutte.

@Redazione Planet Inspired

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