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venerdì 7 febbraio 2014

Sull’Isola di Pasqua per il Tapati Rapa Nui


L’Isola di Pasqua è conosciuta in tutto il mondo per le enormi e misteriose teste monolitiche, i moai. 
Durante l’estate boreale, questa sperduta isola del Pacifico regala un ulteriore motivo per programmare un viaggio agli antipodi: il Tapati Rapa Nui, un festival che, tra prove di forza per gli uomini e di grazia per le ragazze, punta a celebrare la cultura locale. 

 La manifestazione si tiene d’estate, ma nell’emisfero australe le stagioni sono invertite rispetto all’emisfero boreale: per il 2014 l’appuntamento è fissato dal primo al 15 febbraio. 
Due settimane in cui la popolazione dell’isola (in tutto meno di seimila persone) si riunisce suonando le musiche tradizionali, ballando le danze tipiche o mettendo in scena antichi pezzi teatrali. Ma soprattutto gareggiando in curiose prove sportive. A cui possono anche partecipare i turisti più intraprendenti.
 In realtà, all’inizio questi eventi facevano parte della Semana de Rapa Nui, un piccolo festival estivo nato per festeggiare la promulgazione della Ley Pascua, che permise per la prima volta ai residenti di votare alle elezioni presidenziali del Cile. Anche se c’è da dire che gli abitanti di Rapa Nui, questo il nome in lingua nativa, si sentono più polinesiani che cileni, nonostante l’Isola di Pasqua sia stata annessa al paese andino nel 1888.
 Fatto sta che dalla sua nascita, l’evento si è ingrandito sempre di più. Il Tapati Rapa Nui vede opporsi due schieramenti in rappresentanza delle due metà di Hanga Roa, la capitale.
 Ogni squadra è guidata da una ragazza, che compete con l’altra rappresentante per il titolo di Regina di Tapati, un titolo simbolico che avrà per tutto l’anno successivo.
 I partecipanti si preparano per mesi: le gare di ballo, di creazioni di costumi tradizionali o di abilità sono molto sentite. Una delle più spettacolari è l’Haka Pei.
 In questa sfida i partecipanti si lanciano giù dai fianchi della collina Pu’i su mezzi di trasporto piuttosto particolari, ovvero dei tronchi di banano scavati: non è una gara di velocità, anche se si possono raggiungere anche gli 80 km/h. A vincere è infatti chi riesce a rimanere più a lungo a cavallo del suo tronco.


Sull’Isola di Pasqua le tradizioni sono importanti.
 Lo dimostrano altre gare del Tapati come il Vaka Tuai, in cui ogni squadra deve costruire una imbarcazione polinesiana tradizionale e fare un piccolo viaggio in mare, e la Takona, una gara di body painting. Con pigmenti naturali e l’obbligo di spiegare poi agli spettatori il significato della pittura.
 Il Titingi Mahuta è poi una gara di sartoria: i partecipanti usano la pianta mahute per confezionare abiti tradizionali. Segue una competizione musicale, la Riu, in cui i più esperti dei due schieramenti intepretano canti rituali che raccontano storie epiche e leggende della popolazione nativa di Rapa Nui. A seguire la Koro Haka Opo, in cui le due squadre si alternano in un botta e risposta musicale. 
Proprio come fanno i rapper, con l’obbligo di non ripetere niente già detto dall’avversario: il plagio non è ammesso.




Vero sport il Tau’a Rapa Nui, una sorta di triathlon che prevede le prove di Pora, Aka Come e Vaka Ama. 
La prima è una gara di nuoto su una zattera fatta con delle canne: i partecipanti, con i costumi tradizionali ed i corpi pitturati, devono coprire una distanza di 1.500 metri.
 Nell’Aka Come, gli sfidanti devono invece correre con due caschi di banane messi su un bilanciere portato in equilibrio sulle spalle. 
La terza prova, la Vaka Ama, è infine una breve gara in canoa.
 Il momento più atteso del Tapati è però quello delle danze tradizionali: questo perché, dopo le esibizioni di gruppo, ci sono quelle delle due aspiranti regine, nel piccolo campo sportivo di Hanga Roa.
 L’ultima sera vengono conteggiati i punteggi di tutte le gare e si scopre chi ha vinto il Tapati.
 Ed alla fine, anche se a vincere è solo una squadra, tutti festeggiano comunque, suonando, ballando e cantando per tutta la notte.



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