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mercoledì 19 febbraio 2014

Kashetu Kyenge detta Cecile



Sembra che Cécile Kyenge ce la metta proprio tutta per attirarsi le antipatie degli italiani.
Già perché questa volta il ministro dell'Integrazione ha deciso di cambiare nome: a 49 anni e con oltre 10 anni di politica in Italia alle spalle, non vuole più essere chiamata Cécile, ma rispolvera il suo nome congolese.
"Per favore, da oggi in poi io sono Kashetu Kyenge detta Cecile...", avrebbe detto al suo staff, secondo quanto racconta L'Espresso.
Un modo, dicono, per ribadire pubblicamente l'orgoglio delle proprie origini in un momento in cui riceve quasi quotidianamente insulti e offese - spesso razziste.
Ma che di certo rischia di buttare benzina sul fuoco, piuttosto che smorzare i toni.

"l'Italia è un paese meticcio", il sì alla proposta di modificare "madre" e "padre" con "genitore 1" e "genitore 2" e il rivendicare con orgoglio le sue origini africane, il rischio che  l'attuale ministro dell'Integrazione venga ricordato più per le sue uscite infelici che per le sue proposte politiche è alto.

Kyenge: insegnare l’educazione civica ai leader politici
4 feb. – “Bisogna cominciare con un’educazione civica che deve partire dalla scuola e deve interessare anche tutti i rappresentanti e leader politici e le persone che siedono nelle istituzioni”. Lo ha sostenuto il ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, a margine di una conferenza stampa dell’Agenzia nazionale giovani. 
“Quello che stiamo vedendo in questi giorni – ha concluso il ministro – non arriva da un giorno all’altro, ma dopo un lungo periodo di tolleranza”.
agi Pd,
Cécile Kyenge in guerra con Chaouki per la poltrona
15 febbr – Nel toto poltrone di Matteo Renzi tutti si sono dimenticati di Cécile Kyenge, la ministra bandiera del Pd. Lei ci è rimasta male, ma in queste ore si sta dando da fare: per restare in sella cerca l’appoggio di Laura Boldrini e poi incontra tutti i fedelissimi del segretario del Pd.
Mezzo partito però non la vuole più, e chiede a Matteo-mille-poltrone di mettere al suo posto il deputato di origine marocchina Khalid Chaouki…
E’ iniziata l’ennesima guerra nel piddì Kyenge: c’è ancora bisogno di un ministero per l’integrazione
Torino, 18 feb 2014 – ”Prima di sabato, domenica, e’ difficile rispondere perche’ e’ tutto in progress”. Cosi’ il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge a Torino per la presentazione del suo libro, ”Ho sognato una strada” risponde alla domanda del giornalista Domenico Quirico sulla sorte del suo ministero. ”Non spetta sicuramente alla sottoscritta rispondere – aggiunge Kyenge -. Sono stata chiamata a dare un servizio al Paese e questo per me e’ stato un onore”.
La Kyenge si e’ poi detta convinta che ci sia ancora bisogno di un ministero per l’integrazione: i dieci mesi di questo governo – dice Kyenge – sono serviti a fare capire che c’e’ bisogno di un coordinamento sulle politiche per l’integrazione cosi’ come e’ necessario per le politiche giovanili”.
asca Immigrati,
Kyenge: rivedere l’impostazione dei Cie
19 feb 2014 – Rivedere l’impostazione dei Cie, sottolinea il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge a Torino dopo che il Consiglio comunale ha approvato ieri una mozione per la chiusura della struttura torinese di Corso Brunelleschi. Si tratta di strutture, spiega il ministro a margine della presentazione del suo libro ”Ho sognato una strada”, che sono cambiate rispetto alla loro istituzione. La legge Turco-Napolitano prevedeva per loro aspetti molto amministrativi, per consentire l’identificazione delle persone in un tempo ridotto di 30 giorni, ma qui stiamo parlando della detenzione delle persone.
Rivedere questo, ha osservato il ministro, ”significa rivedere anche tutto l’impianto della identificazione delle persone ma soprattutto la tipologia delle persone che sono all’interno.
Non e’ un tema che riguarda il mio ministero – ha aggiunto – ma e’ un tema su cui posso collaborare con un contributo in termini di proposte”. asca

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