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mercoledì 18 dicembre 2013

Mappato il labirinto di tunnel sotto Roma


Molto al di sotto delle strade di Roma esiste un labirinto di tunnel e cave che risale all’inizio della città. 
Ora i geologi si stanno avventurando sotto Roma per mappare questi passaggi sotterranei, nella speranza di prevenire che le moderne strutture non crollino nei vuoti sottostanti. 
 Nel 2011, ci sono stati 44 incidenti a strade o parti di edifici che sono crollati nelle cave, un numero che è cresciuto a 77 nel 2012 e 83 finora nel 2013. 
Per predire e prevenire questi cedimenti, gli geoscienziati del Centro Ricerche Speleo Archeologiche (Sotterranei di Roma) e Giuseppina Kysar Mattietti, della George Mason University, stanno mappando le aree ad alto rischio del sistema di cave. 
 La mappatura è importante, dice Kysar Mattietti, perché con gli anni i cittadini romani hanno cominciato a riparare i cedimenti a modo loro. “Il modo più comune è prendere alcune grandi borse di plastica, riempirle con cemento e metterle nei buchi”. 
 Il vulcanismo ha creato la terra su cui venne costruita Roma. Queste rocce vulcaniche, o tufo, sono stati un vantaggio per i primi architetti di Roma, che presto impararono che il tufo era forte e facile da tagliare in blocchi per costruzioni. 
La cenere vulcanica, più leggera e meno compatta, venne usata come ingrediente principale nella malta.
 I primi romani erano astuti. Anche se cominciarono a costruire dei sobborghi sopra le cave, i tunnel erano abbastanza stretti da non far crollare il terreno sopra. Ma due cose lavorarono contro la stabilità a lungo termine del tunnel. 
 La prima era Madre Natura. 
Appena la roccia viene esposta all’aria, comincia deteriorarsi. Il secondo problema era umano. 
Le ultime generazioni continuarono a costruire, usando le stesse cave per la roccia e ampliando il tunnel oltre la loro grandezza originale per creare nuove strutture sopra di loro.


I tunnel sono un segreto di Pulcinella a Roma. 
Nel corso degli anni, quando l’estrazione finì, le persone riutilizzarono il labirinto sotterraneo come catacombe, per coltivare funghi e come sistema fognario non ufficiale.
 Durante la seconda guerra mondiale, le persone usarono i tunnel come ripari dalle bombe.
 Ma i più giovani romani sono meno coscienti del pericolo geologico sotto la città. E pochi sanno quanto siano estese le cave. 
“Visto che non servono più a nulla, le persone tendono a dimenticare quello che potrebbe essere un problema”, dice Kysar Mattietti. 
 Ora gli geoscienziati stanno usando scansioni 3D per cercare le debolezze nascoste nei tunnel. I ricercatori entrano nei tunnel anche attraverso botole e mappano il labirinto a mano una volta accertata la sicurezza dell’area. 
 “Potrebbero esserci crepe, quindi mappiamo i fori e qualunque tipo di distacco”, spiega Kysar Mattietti. In alcuni punti, il soffitto dei tunnel comincia a cedere. In altri, ci sono dei crolli totali: a volte non raggiungono il livello stradale, ma lasciano molta poca terra tra la superficie e il vuoto. “È interessante, perché a volte mentre sei giù riesci a sentire le persone sopra”, racconta la scienziata. 

 Per riparare i punti critici, le autorità cittadine chiudono i punti instabili e versano nella malta nel tunnel, riempiendo l’intero vuoto invece di riparare semplicemente il soffitto.
 “Quello che la municipalità vuole fare è sostanzialmente avere una mappa dei rischi, così a quel punto possono decidere che tipo di intervento debba essere fatto”, dice Kysar Mattietti. 
La geoscienziata ha presentato il suo lavoro lo scorso ottobre al meeting annuale della Geological Society of America a Denver. La maggior parte delle cave si trova sotto l’area sud-orientale della città. 
Kysar Mattietti e il suo team stanno attualmente mappando tre siti considerati ad alto rischio di crollo.
 Il bisogno di queste ricerche probabilmente aumenterà ancora dato che l’erosione naturale continuerà. 
“Una crepa non si ferma mai da sola”, dice. “Diventa sempre più grande”.

 http://www.livescience.com/

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