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giovedì 7 novembre 2013

La teoria dell'evoluzione? Tutto merito di Emma, la "signora Darwin

Emma Wedgwood Darwin fu una donna eccezionale e la perfetta compagna di vita di Charles, lo scienziato che cambiò radicalmente il modo in cui l’uomo guarda a sé stesso e alla natura.



Nata Wedgwood (2 maggio 1808 – 7 ottobre 1896), fu la moglie di Charles Darwin, il naturalista e scienziato inglese autore di L'origine delle specie.
Si sposarono il 29 gennaio 1839 e hanno avuto 10 figli, 3 dei quali sono morti nell'infanzia.
La biografia, indagando la vita di Emma fin dalla sua infanzia, sa rendere ragione di come e perché il loro sodalizio fu tanto stretto e fruttuoso e quanto determinante fu per l'esistenza e gli studi di Darwin.
In un periodo storico cruciale, al termine delle guerre napoleoniche e poi lungo l'era vittoriana, Emma visse in un famiglia fuori dall'ordinario, che comprendeva imprenditori, filantropi, intellettuali e politici, in cui le donne erano istruite come gli uomini e viaggiavano in tutta Europa.
Anche per questo, oltre che per l'indole determinata e curiosa, Emma fu molto più che una semplice testimone del suo tempo.
La sua educazione, il suo stile di vita, le sue idee, la sua passione per musica e letteratura la rendono vera interprete di un'epoca in evoluzione, delle sue complessità e contraddizioni, ma anche delle sue conquiste e modernità.



Per scegliere se sposarsi o meno, Charles Darwin (1809-1882), utilizzò un metodo -  non a caso - scientifico: piegò un foglio per lungo, da una parte scrisse "Marry" (sposarsi), dall'altra "Not Marry" (non sposarsi). Al centro, "this is the question" (questo è il problema): un dilemma tale da scomodare Amleto.
Da scapolo avrebbe viaggiato di più e avrebbe avuto più soldi e tempo. Il matrimonio gli avrebbe dato un'amica da amare, con cui divertirsi e invecchiare. Tutto considerato, quindi, Darwin fece la sua scelta. A 29 anni, sinceramente innamorato, chiese la mano alla cugina Emma Wedgwood, che, a 30 anni, aveva già rifiutato numerosi pretendenti.
Emma, infatti, non era come le altre.
Cresciuta in una famiglia in cui le donne contavano quanto gli uomini, era abituata a viaggiare, studiare e si occupava di filantropia. Sapeva divertirsi (ballava fino all'alba nei salotti ginevrini), ma allo shopping a Londra preferiva le passeggiate nello Staffordshire. Il vecchio Josiah Wedgwood, suo nonno, oltre a un gran patrimonio frutto delle sue pregiate ceramiche amate anche dalla Zarina, gli aveva lasciato in eredità due doti: la curiosità e la tolleranza.
Sarà per questo che Emma, affascinata dai racconti del viaggio a bordo del Beagle, fatto da Charles tra il 1831 e il 1836, acconsentì a sposarlo.

Lo stesso anno in cui usciva "Viaggio di un naturalista intorno al mondo", Emma Wedgwood diventò la signora Darwin. La scelta fu giusta per Emma e Charles, che rimasero uniti anche quando morirono prematuramente 3 dei loro 10 figli, l'ultimo dei quali nacque quando Emma aveva 48 anni.
E fu un matrimonio fortunato per il progresso scientifico: non fosse stato per Emma,
Darwin difficilmente avrebbe trovato il coraggio di pubblicare le sue teorie sull'evoluzione, così sconvolgenti che lui stesso, in una lettera del 1844 all'amico e botanico Joseph Hooker, scrisse che farne parola era come "confessare un delitto".
Emma era una fervente unitariana (l'Unitarianesimo è un movimento religioso cristiano che rifiuta l'idea di Trinità in favore dell'unicità di Dio come persona): credendo nella vita oltre la morte sperava di riunirsi alla sorella Fanny, morta a 26 anni per una malattia.
Ma allo stesso tempo capì la portata delle idee del marito e lo aiutò a fare ordine tra le migliaia di pagine di appunti, ma soprattutto tra i dubbi che lo laceravano così tanto da farlo soffrire di ansia e malesseri continui.

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