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domenica 5 maggio 2013

Federico II di Svevia Stupor Mundi

Federico II nacque il 26 dicembre 1194 a Jesi; figlio di Enrico di Hohenstaufen e di Costanza d'Altavilla, ultima discendente della dinastia normanna, già orfano a soli quattro anni di entrambi i genitori, ereditò sia l'Impero che il Regno di Sicilia.




Il meridione d’Italia dai Normanni-Svevi agli Angioini Sullo sfondo della lotta di Federico II di Svevia con il Papato

Gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, determinanti nella formazione della sua complessa e straordinaria personalità, Federico li trascorse a Palermo, capitale del regno normanno, già sede di un emirato arabo, in cui si erano intrecciate e avevano convissuto razze, religioni e culture diversissime.
Divenuto maggiorenne nel 1209, finalmente libero dalla tutela di papa Innocenzo III, sposò Costanza d'Aragona che gli portò in dote trecento cavalieri, grazie ai quali Federico II riuscì a riaffermare i sui diritti in Germania, sconfiggendo l'usurpatore Ottone IV di Brunswick e ripristinando pace ed ordine attraverso provvedimenti di risanamento e riorganizzazione dello stato.
Rientrato nell'amato Regno di Sicilia, nel marzo 1221 il re visitò per la prima volta la Puglia, terra ricca di boschi, fiumi e testimonianze artistiche; molto amata anche dai suoi discendenti.
Nei successivi trent'anni Federico istutuì con Decreto Imperiale del 5 ottobre 1239 emanato a Milano,la Castra exempta un elenco dei castelli demaniali del Regno di Sicilia che ritenne di gestire direttamente.
Fu avviato un censimento dei castelli e con il decreto Statutum de reparatione castrorum (1231-1240) venne imposta la loro ristrutturazione e manutenzione a carico dei cittadini.
Quasi contemporaneamente, col decreto del 1239, Federico individuava tra gli oltre 250 castelli, una ottantina particolarmente importanti per il controllo del territorio che, pertanto, determinò che dovessero essere definiti demaniali (exempta), ovvero dipendere direttamente dall'imperatore;
Che tuttora imprimono un carattere inconfondibile al paesaggio agrario ed all'assetto urbanistico, costituendo una parte significativa del patrimonio artistico della regione.
Morta Costanza, da cui aveva avuto il figlio Enrico, destinato ad ereditare la corona imperiale,
Federico sposò Jolanda di Brienne, figlia del re di Gerusalemme, che gli diede Corrado, destinato a regnare in Sicilia.
Anche la terza moglie, Isabella d'Inghilterra, morì giovanissima e come Jolanda fu sepolta nella cripta della cattedrale di Andria. Tuttavia la sola donna che probabilmente Federico amò fu Bianca Lancia, che gli diede altri figli, fra cui Manfredi, quello che più somigliava al padre, e che, alla sua morte, cercò disperatamente di ostacolare gli Angiò nella loro mira di conquista del Regno di Sicilia, forti della protezione del pontefice.
Alla corte di Federico venivano coltivate molte discipline ed attività, sia artistiche che scientifiche; fra queste la musica e la poesia e la caccia col falcone, svago preferito da Federico, ma anche occasione di studio della natura, come attesta il trattato da lui redattoDe arte venandi cum avibus, corredato da pregevoli miniature.
Grande spazio veniva dato anche alla cura corporis
 in cui l'igiene quotidiana si univa ai precetti della medicina della scuola salernitana.

Augustale d'oro.
Questa moneta, la più nota e studiata, fatta coniare da Federico II, reca l'aquila monocefala circondata dalla scritta: +FRIDERICUS, Aperto ad una ampia gamma di interessi culturali, dalla matematica all'astronomia, dalle scienze naturali alla filosofia, il sovrano nel 1224 istituì a Napoli una scuola di diritto e riorganizzò la Scuola medica salernitana.
Insieme al figlio Enzo raccolse intorno alla Magna Curia di Palermo i poeti della cosiddetta "scuola siciliana", dando origine alla letteratura italiana in volgare, come venne riconosciuto sia da Dante che da Petrarca.
Nei pressi di Andria è presente la costruzione più affascinante voluta dall'imperatore, CASTEL DEL MONTE , dichiarato Patrimonio dell'umanità dall' UNESCO .
Dal punto di vista architettonico il castello è una sintesi tra le tendenze europee e quelle arabo-musulmane con soluzioni innovative,
quali torri sporgenti, feritoie ed elementi anticipatori del gotico La spada fa parte del parato utilizzato nel 1220 per l'incoronazione di Federico II a Roma, e da lui stesso commissionato agli opifici palermitani.
Nel Kunsthistorisches Museum di Vienna sono conservati anche i guanti appartenenti allo stesso corredo.

Alla fine degli anni '40 Federico non solo aveva subito pesanti sconfitte ma cominciava ad avere problemi di salute. Incurante dei disturbi fisici, a novembre del 1250 volle comunque partecipare ad una battuta di caccia nella zona fra Foggia e Lucera; colto da malore, probabilmente un'infezione intestinale dovuta a malattie trascurate, durante un soggiorno in Puglia; secondo Guido Bonatti , invece, fu avvelenato.
Egli, difatti, qualche tempo prima aveva scoperto un complotto, in cui fu coinvolto lo stesso medico di corte.
Il 1° dicembre 1250 fu trasportato a Castel Fiorentino, presso Torremaggiore, dove il 13 dicembre si compì la profezia che gli era stata rivelata anni addietro e che lo aveva indotto ad evitare sempre Firenze: "Tu morrai presso la porta di ferro, in un luogo che porta il nome fiore".




Papa Innocenzo IV, parlando di Federico II, aveva dichiarato: "Guai a lasciare a quest'uomo e alla sua stirpe viperina lo scettro col quale dominava il popolo di Cristo".
Le redini del regno meridionale furono assunte dal figlio Manfredi ma l'appoggio offerto dal pontefice agli Angiò fu determinante nella lotta per il potere e il giovane svevo nel 1266 morì combattendo presso Benevento e Clemente IV incoronò Re di Sicilia Carlo d'Angiò, fratello di Luigi re di Francia.
Due anni dopo un altro discendente appena sedicenne di Federico II di Svevia, Corradino, figlio di Corrado, tentò un'ultima disperata difesa del regno meridionale contro gli angioini ma, sconfitto a Tagliacozzo, fu consegnato a Carlo d'Angiò che, dopo un sommario processo, lo fece giustiziare a Napoli il 29 ottobre 1268 nella Piazza del Mercato, mettendo fine al sogno di un duraturo governo svevo nelle amate terre del meridione d'Italia accarezzato già da Federico I Barbarossa, nonno di Federico II.

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