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domenica 5 maggio 2013

Come sono state costruite le piramidi?



Lo storico arabo Ibn Abd Hock affermò che la piramide fu costruita da Surid Ibn Salhouk, un antico re egizio vissuto 12000 anni fa, con lo scopo di preservare le conoscenze acquisite dal suo popolo; egli sognò che un disastro si sarebbe abbattuto sulla terra.
Non ultima la teoria di Davidovitz che propone la fabbricazione di un impasto di calcare effettuato sul luogo, ma che non spiega la presenza dei blocchi di granito.
Il calcare bianco si trova decine di metri di profondità nel sottosuolo in blocchi stimati di tre tonnellate, il granito proviene da cave distanti 500 chilometri.
Secondo Christofer Dunn i costruttori conoscevano gli ultrasuoni e si servivano di utensili che sfruttavano tale tecnologia.A riprova i sarcofagi di granito e di basalto con i resti dei tori Apis contenuti nel Serapeum di Saccara lunghi 4 metri, larghi oltre 2 e alti 3,30, del peso di circa 100 tonnellate Il coperchio è di 27 tonnellate.

Rifiniti con elevata accuratezza, i sarcofagi presentano superfici perfettamente piane e levigate tanto da potersi specchiare.
Gli angoli sono esattamente retti in ogni lato e di conseguenza le pareti interne risultano parallele fra loro. Il coperchio combacia in modo perfetto tanto da produrre una chiusura ermetica e impedire l’accesso dell’aria fra le due superfici.
Un lavoro di questa precisione appare estremamente difficile da realizzare con gli utensili ordinari che la scienza ufficiale assegna alla civiltà egizia.

Le pietre ritrovate a Baalbek pongono gli stessi quesiti con le loro dimensioni esagerate, 18x20 metri, un peso di 1000 tonnellate, e il loro posizionamento millimetrico.
Sono state estratte tutte da una cava vicina, dove ne possiamo ammirare ancora una, conosciuta come la "pietra del Sud", tuttora attaccata alla vena madre, di 21 metri di lunghezza, 10 di altezza con uno spessore di 4,5 metri nonché il ragguardevole peso di 1200 tonnellate.
Dove sono le macchine? Gli utensili serviti per lavorare il granito?

Non è razionale parlare di attrezzi di rame.
Il rame non ha certamente la durezza necessaria per tagliare il granito.
Il rame indurisce battendolo ripetutamente, ma poi inevitabilmente inizierà a sbriciolarsi, quindi deve essere ricotto e ammorbidito per far sì che rimanga intero.
Analizzando la teoria delle rampe giungiamo alla conclusione che non era realizzabile in quanto una rampa non può superare il 10% di pendenza e alla fine risulterà di 1450 metri; con un volume di oltre 7 milioni di metri cubi.
La piramide ne ha solo 2,5. Non solo, un uomo non traina più di 20 kg; per ogni blocco da 2,5 tonnellate, quindi, occorrono 125 uomini per percorrere 100 metri in dieci minuti; in un’ora si trascinano sei blocchi da 2,5 tonnellate. Ma i blocchi pesano circa 50 tonnellate. Una raffigurazione su di una tomba a Deir El Bersha indica 4 file di uomini che trascinano una statua posta su slitte.
Per la disposizione degli uomini occorrevano uno spazio di 10 metri. Calcolando il volume del materiale spostato le rampe costavano troppo; solo per la rampa quanti blocchi?
Sessanta al giorno, ventuno mila ogni anno, un periodo di 237 anni per costruire tre piramidi, senza calcolare i tempi per realizzare il cantiere, le strade, la Sfinge, i templi, i loculi per le barche ecc. E i 115.000 blocchi bianchi di dieci tonnellate l’uno?
Erodoto indica venti anni per la Grande Piramide e dieci per la rampa, ma Cheope visse solo 23 anni.
Tutte le attività antiche sono state riprodotte, ma non la costruzione delle piramidi. Perché? Non è stato mai trovato nessun utensile che possa spiegare le varie teorie riguardo alla costruzione dei manufatti in granito.
Considerando questo possiamo accertare che il metodo più semplice adottato per la produzione risulta inadeguato, quindi secondo il principio di Ockham dobbiamo prendere in esame altri metodi meno semplici; cosa che gli archeologi rifiutano.
Nonostante che dal 1880 la tecnologia abbia fatto passi da gigante per soddisfare i nostri bisogni, gli artigiani del nostro tempo restano esterrefatti di fronte al lavoro dei costruttori delle piramidi. Il ritrovamento di fibre organiche con bolle d’aria e pezzetti di intonaco colorato di rosso, hanno fatto presupporre che si trattasse di "pietra artificiale" ottenuta usando natron che si trova allo stato naturale in Egitto e minerali di rame, come crisocolla e silicati. Migliaia gli oggetti probabilmente lavorati con le tecniche adoperate per plasmare e modellare il materiale plastico prima che indurisca. I grandi blocchi venivano costruiti usando il calcare della piana di Giza, conosciuto come nummulitico.
Si tratta di una pietra fossilifera dove le minuscole conchiglie che la formano sono tutte orientate nella posizione assunta in fondo al mare, mentre quelle dei blocchi di calcare sono orientate disordinatamente, casualmente, quindi si deduce che il calcare sarebbe stato usato per un impasto.
Macerato in acqua si disgrega e diviene fanghiglia. Tutto questo avvalora la tesi di Davidovitz: Imhotep aveva scoperto il modo di produrre blocchi di pietra artificiale.
Al posto di centomila uomini ne sarebbero bastati 1400.

Nel Tempio delle Tre Finestre troviamo un’unica pietra curva di notevoli dimensioni che poggia su di un’altra stretta e lunga che ripete lo stesso motivo. Anche in Egitto si trovano pietre curve.
Ha ragione Davidovitz? Ma vi sono altre storie menzionate in "Un misterioso miscuglio che scioglie le pietre", che qui riassumiamo. Sir Fawcett, l’Architetto Marco Righetti, Mirella Rostaing, un padre missionario, hanno parlato di piante grasse le cui foglie sono in grado di ammorbidire la pietra e renderla malleabile.

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