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mercoledì 6 marzo 2013

Come si diventa bulli e quindi insicuri nella vita

Vostro figlio non è Superman e da grande vi odierà
DI ILARIA PUGLIA
Io odio le mamme e i papà, quelli che incontri a scuola e il loro figlio è sempre più bravo del tuo, perché gli insegnano la competizione fin dall’età di 4 anni, poi però va a finire che si ritrovano con un estraneo accanto e chiusi in un ospizio, ma a quel punto è troppo tardi.
Io odio le mamme e i papà che alle partite di calcetto del sabato mattina quasi esortano i loro campioni in erba a gambizzare gli avversari, che fanno un tifo da stadio, dimenticando l’età dei giocatori, che se il loro rampollo dal piede sinistro come quello del pibe de oro non mantiene alto il morale della truppa, allora gli urlano: “ma che fai, dormi? muovi il sedere e gioca come sai!”.
Ma magari quello si rompe pure un po’ le scatole di giocare a pallone e lo fa solo per far contento il papà.
Io odio le mamme e i papà che fanno fare ai figli ogni tipo di sport, il calcetto, il nuoto, il pattinaggio, l’equitazione, il basket e pure la pallavolo e poi il corso di chitarra, e il pianoforte, e la pittura creativa.
Io odio quei genitori che trattano i figli come cavie, come topini da laboratorio, per vincere le loro antiche insicurezze e trasformarli in campioni delle olimpiadi della vita.Sono gli stessi che quando il figlio ha 5 mesi pretendono di insegnargli il senso del ritmo con i corsi di musica in fasce, e che quando vanno ai colloqui con gli educatori del nido vogliono sapere che attitudine musicale ha il loro bambino. Che ha 1 anno.
Io odio le mamme e i papà che vanno a ritirare le pagelle di prima elementare e confrontano i voti.
Cioè non gli bastano i nove o gli otto, e nemmeno i dieci, devono sapere quanto hanno avuto gli altri bambini, per scoprire se il loro figlio è stato più bravo oppure no e, se il loro figlio non è stato bravo più degli altri, appena incontrano la mamma dello scarso le ricordano che ha un figlio scarso e soprattutto il nome del migliore, che non è il loro figlio. Ma che sfizio c’è?
Io odio le mamme e i papà che vestono i figli di bianco quando vanno in gita in campagna la domenica.
E che poi non gli permettono di sporcarsi, buttarsi a terra, toccare l’erba con le mani e giocare a pallone. Criminali.
Io odio le mamme e i papà che portano i pargoli di pochi giorni nei ristoranti, nei locali e nei bar affollati. Perché non si arrendono all’evidenza del cambiamento e pretendono di continuare la loro vecchia vita, perché non hanno pietà per quell’anima di dio che avrebbe solo bisogno di tranquillità. E se quell’anima di dio piange loro hanno pure paura di fare una brutta figura con gli amici.
Io odio le mamme e i papà che se ne fregano degli altri papà e delle altre mamme. Per cui se il bambino ha la varicella, va a scuola, se ha i pidocchi, va a scuola, se ha la tosse convulsa, va a scuola, se ha la sesta malattia, va a scuola, se ha la boccamanopiede, va a scuola. Perché loro devono lavorare e non possono permettersi di tenere i figli a casa, piuttosto scatenano l’epidemia. Poi capita che la refezione scolastica non c’è per due mesi e se ne escono che non hanno necessità del servizio perché ci sono “i nonni, le babysitter, le zie”. Ma andate a zappare la terra, per piacere.
Io odio le mamme e i papà che invitano alle feste tuo figlio e tu, che ne hai due, chiedi “Posso portare anche l’altro?” e loro rispondono “se proprio devi.. sai, ho tutto contato, anche le graffette”. “Tranquilli, vi porto io qualcosa da casa”, rispondo sempre io.
Io odio le mamme e i papà che devi andare alla festa del loro piccolo e chiedi: “Cosa vorresti per regalo? Un buono?”. E loro ti dicono di “sì, ecco, fammi un buono”. E scelgono il negozio più caro della città. Mah.
Io odio le mamme e i papà che non mettono negli zaini il necessario per far mangiare i loro figli in classe e così c’è sempre chi ci rimette al posto loro, e deve prestargli tovaglia, forchetta, tovagliolo per pulirsi la bocca e salviette imbevute. Gli insegnano a essere parassiti e poveri sin da piccoli, i cittadini del futuro.
Io odio le mamme e i papà che “la scuola e il bene dei nostri figli prima di tutto il resto”, però poi se c’è da comprare uno spillo per rendere migliore la scuola vanno fuggendo ai Caraibi e ritorno e il figlio lo vedi arrivare in classe da solo e non sa neanche dove sono mamma e papà.
Io odio le mamme e i papà che “ti ho detto che sei un ometto e che non devi piangere perché sono le femminucce che piangono”.
Io odio le mamme e i papà che se il figlio è uno scostumato, uno che già con i pantaloni corti comincia a mostrare l’idiozia del bullo, loro se la ridono e, gongolanti, affermano: “Mio figlio è uno buono”. No che non è buono tuo figlio, stai solo crescendo un piccolo bandito infelice.
Io odio quelle mamme e i papà che nutrono il bambino alla violenza , che se il loro figlio litiga con il compagno gli dicono che al compagno gli deve azzeccare un ceffone. E poi dicono che è colpa della tv e della scuola. Ma i primi panni sporchi sono in famiglia. E sono sporchi, appunto.
Io odio quelle mamme e quei papà che della vita del figlio non sanno mai nulla. Puoi mandare loro cento mail, fare duecento telefonate, ma loro ti chiederanno sempre: “Quand’è la gita a San Martino?”. “Cazzo”, dici tu, “è stata una settimana fa!”. “Ah, scusa – risponde la mamma – ma sai, io lavoro tanto.Hai ragione, perché io vegeto, invece 

Il risultato quasi sempre è questo....complimenti!!! 


  

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