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mercoledì 9 gennaio 2013

I sotterranei delle terme di Caracalla


L’apparato sotterraneo delle Terme di Caracalla è  visitabile dal 22 Dicembre scorso. È questo il luogo dove gli schiavi lavoravano ininterrottamente per permettere il funzionamento dell’imponente struttura termale, seconda solo a quella successiva di Diocleziano. Sono così svelati nell’allestimento “I sotterranei: la decorazione architettonica delle Terme di Caracalla” con 45 reperti marmorei, restaurati e selezionati tra i 2600 scoperti fin dal 1996. Sono riaperti al pubblico per la prima volta gli ampi corridoi ipogetici alti e larghi sei metri per permettere il transito di legname e materiali con i carri. Nelle gallerie a volta a botte avevano sede il magazzino, un mulino ad acqua, l’impianto idrico e di riscaldamento, ma anche il più grande mitreo a noi pervenuto. Vi erano dunque tre livelli sotterranei che si snodavano in modo labirintico, di cui tuttavia sono stati scavati appena due chilometri del primo livello. Un allestimento sapiente dell’architetto Fabio Fornasari, sulle tracce della ricercatrice dell’Istituto austriaco Gunhild Janewein, simulano l’antico aspetto degli ambienti. Fino all’inizio dell’esplorazione del primo livello nel Marzo 2010 i frammenti visibili erano tenuti in stoccaggio onde evitare l’acquisizione da parte di altri poli museali, come del resto era già avvenuto per numerosi ritrovamenti marmorei e calcarei.

È ora possibile passeggiare per i complessi sotterranei delle magnifiche terme, che mantengono ancora oggi il proprio fascino in mattoni rossi sia sotto la luce del Sole che illuminate durante la notte. Questeterme, un tempo ricche di tinte vivaci e mosaici variopinti come quasi tutte le altre strutture templari e monumentali del passato, ospitavano fino ad 8000 persone al giorno ed erano luogo d’incontro sociale, culturale e sportivo. Qui avevano sede dal 216 al 537 palestre, biblioteche, spogliatoi, sale da bagno turco (calidarium), piscine (natatio, frigidarium, tepidarium), spazi per passeggiate. I suoi visitatori potevano infatti dedicarsi all’esercizio fisico, della mente o alla semplice relax. Questi interventi promossi dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma con Electa, sotto la soprintendenza di Mariarosaria Barbera e la direzione di Marina Piramonte, sono costati 300 mila euro. Gli scavi devono continuare, ma tra mancanza di fondi e spending review non avranno un facile proseguimento; sono già previsti tagli sulla manutenzione ordinaria. Ad ogni modo, quanto da poco inaugurato apre una prospettiva esemplare, per quanto purtroppo limitata, di ciò che ancora c’è da scoprire. Il visitatore può camminare per gli ambienti in cui funzionavano i complessi e geniali apparati grazie ai quali 1500 persone contemporaneamente potevano trarre beneficio. Senza di essi appunto non sarebbe stato possibile nulla. Questi spazi di vitale importanza non erano invece aperti agli ospiti, i quali in superficie godevano dei benesseri della versione antica delle moderne Spa, quasi similmente alla distopia del film Metropolis del regista austriaco Fritz Lang. 

 Miriam E. Barosco



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