Cani e gatti. Sanzioni per chi esporta pellicce di animali domestici
Il nostro paese è stato il primo a mettere al bando il commercio di pellicce fatte di pelle di gatto e cane. Solo a dirlo viene la pelle d’oca per l’orrore, ma la LAV, che in passato aveva condotto indagini in alcuni grandi magazzini italiani, aveva trovato capi realizzati proprio con pelli dei nostri cari animali domestici.
E fu anche grazie a questa associazione che nel 2004 entrò in vigore una legge che disciplinava le violazioni e vietava sia la commercializzazione che la produzione ed il confezionamento, oltre che l’introduzione in territorio italiano di pellicce di cane e gatto.
Il quindici marzo scorso è infine entrato in vigore un nuovo decreto che ne impedisce anche l’esportazione.
La punizione per chi viola queste leggi è l’arresto da tre a sei mesi e il pagamento di una multa che varia dai 5.000 ai 100.000 euro.
È prevista anche la confisca e distruzione del materiale.
Il responsabile dell’associazione LAV, Simone Pavesi, si è detto soddisfatto e ha precisato che ora è necessario fare controlli approfonditi, specialmente sui capi che provengono da determinati paesi, come ad esempio la Cina, che usa indistintamente e abitualmente pellicce di cani e gatti. Si parla spesso di made in Italy e di controllo sulla filiera della produzione dell’abbigliamento.
I prodotti italiani forse costeranno un pochino di più, ma sono prodotti secondo le regole e le leggi del nostro paese, una garanzia in più di qualità e certezza del prodotto. Piuttosto scegliamo capi in cotone, o realizzati utilizzando materiali alternativi, ma non animali, al giorno d’oggi non ne abbiamo bisogno.
Marina Galatioto
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