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sabato 1 dicembre 2012

L'imperatrice Sissi

Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach (Monaco di Baviera, 24 dicembre 1837 – Ginevra, 10 settembre 1898) nata duchessa in Baviera, fu imperatrice d'Austria, regina apostolica d'Ungheria e regina di Boemia e di Croazia come consorte di Francesco Giuseppe d'Austria.
Elisabetta Amalia Eugenia nacque il 24 dicembre 1837 a Monaco di Baviera, quarta dei dieci figli del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera e di Ludovica di Baviera, figlia del Grande Elettore Massimiliano di Wittelsbach, divenuto poi re come Massimiliano I di Baviera.
Entrambi i genitori appartenevano alla famiglia Wittelsbach, il padre, però, discendeva da un ramo collaterale dei duchi "in Baviera", mentre la madre apparteneva al ramo della famiglia reale. Quello dei genitori non fu un matrimonio felice.
Il duca Massimiliano, infatti, non particolarmente interessato alla vita familiare, trascurò la moglie ed ebbe numerose amanti e figli illegittimi.
Elisabetta, trascorse la sua infanzia serenamente a Monaco nel palazzo di famiglia, i mesi estivi nel castello di Possenhofen, una residenza a cui la giovane duchessa, amante della natura, era molto legata.
Di animo sensibile, cresciuta con molta semplicità sin da piccola fu abituata a trascurare i formalismi e a occuparsi dei poveri e degli infermi.
A quattordici anni Elisabetta si innamorò per la prima volta di un certo conte Richard S., scudiero del duca Massimiliano, ma il ragazzo non era un buon partito e venne allontanato dal palazzo e inviato altrove con un altro incarico.
Quando tornò a Monaco, non molto tempo dopo, era malato e in breve tempo morì.
Elisabetta ne fu sconvolta e si chiuse in sé stessa, consolandosi scrivendo poesie per il suo tragico amore. Nell'inverno 1853 erano in corso alcune trattative fra la duchessa Ludovica e sua sorella, l'arciduchessa Sofia, per far sposare la figlia Elena, all'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria.
Ludovica e Sofia decisero di far incontrare i figli a Ischl, residenza estiva dell'imperatore, durante la festa di compleanno di quest'ultimo e annunciare pubblicamente il loro fidanzamento.
Ludovica decise di portare con sé anche Elisabetta, nella speranza di strapparla alla malinconia nella quale era sprofondata e con l'intenzione di vagliare un suo possibile fidanzamento con Carlo Ludovico, fratello minore di Francesco Giuseppe.
Fin da quel primo e formale incontro, fu evidente ai presenti che Francesco Giuseppe si era infatuato non di Elena, ma della più giovane e acerba sorella Elisabetta.
Il giorno dopo Francesco Giuseppe disse alla madre che la sua scelta era caduta su Elisabetta.
Nel ricevimento dato quella sera, l'imperatore ballò il cotillon con Elisabetta. Da quel momento fino al 31 agosto, la coppia di fidanzati trascorse molto tempo insieme e si mostrò pubblicamente.
Francesco Giuseppe ed Elisabetta (1854). Intanto iniziarono le trattative con la Santa Sede per ottenere la necessaria dispensa papale, poiché gli sposi erano primi cugini. Questa stretta parentela, come di consueto per quel tempo, non fu tenuta di conto, nonostante diversi membri della famiglia Wittelsbach avessero già mostrato le tare ereditarie della loro dinastia.
Nel marzo 1854 fu ufficialmente firmato il contratto nuziale e la dote fu fissata in 50.000 fiorini pagati dal duca Massimiliano e 100.000 fiorini pagati dall'imperatore
Non molto tempo dopo le nozze Elisabetta rimase incinta e il 5 marzo 1855 partorì la sua prima figlia, chiamata Sofia come la nonna.
L'arciduchessa Sofia si occupò personalmente della bimba, alla quale fu legatissima.
Già poco più di un anno dopo, il 12 luglio 1856, Elisabetta partorì un'altra bambina, Gisella, parimenti allevata dalla nonna.
In futuro Elisabetta espresse il proprio rammarico per non essersi potuta occupare dei figli. Nel settembre di quell'anno Elisabetta iniziò a far valere i suoi diritti di madre e durante un viaggio in Stiria e nella Carinzia si riavvicinò molto al marito, solitamente compiacente con l'arciduchessa Sofia.
L'imperatrice capì che i viaggi di Stato erano un'occasione preziosa per stare da sola col marito e far valere la sua posizione di sposa e madre.
Elisabetta riuscì a ottenere che la figlia Sofia accompagnasse lei e il marito durante il loro viaggio in Italia nell'inverno tra il 1856 e il 1857.
Per la prima volta, l'imperatrice, sempre acclamata da folle festanti, si rese conto che l'impero non aveva il consenso di tutte le sue popolazioni.
Il regime militaristico austriaco aveva portato come conseguenza il disprezzo e l'odio degli italiani nei confronti degli austriaci.
A Venezia Elisabetta, Francesco Giuseppe e la piccola Sofia attraversarono Piazza San Marco acclamati soltanto dai soldati austriaci, mentre la folla di italiani rimase in silenzio.
Poche settimane dopo dal rientro dall'Italia, si prospettava un altro viaggio di Stato in un'altra inquieta provincia, l'Ungheria.
Tra i magiari era già risaputo che la giovane imperatrice nutriva un profondo interesse per la loro cultura, grazie alle lezioni dategli dal conte Mailáth, e speravano che influenzasse positivamente il marito. 
Come nel Lombardo-Veneto, anche in Ungheria la coppia imperiale fu accolta con freddezza, sebbene la bellezza dell'imperatrice ebbe il suo solito successo.
Durante il viaggio nelle province ungheresi, la piccola Sofia si ammalò.
La diciannovenne imperatrice vegliò per undici ore sulla figlia, che spirò il 19 maggio 1857.
Quando tornarono a Vienna, Elisabetta si chiuse in sé stessa e nella propria solitudine, rifiutando di mangiare e di apparire in pubblico.
L'imperatrice, che aveva insistito per ottenere la presenza delle bambine durante il viaggio, rinunciò al suo ruolo di madre, ritenendosi colpevole della morte della figlia, e affidò Gisella all'educazione della nonna.
Nel dicembre del 1857 Elisabetta manifestò i sintomi di una nuova gravidanza. Il 21 agosto 1858 nacque l'arciduca Rodolfo, principe ereditario dell'Impero d'Austria. L'ultima figlia, Maria Valeria, la prediletta da Elisabetta, nacque nel 1868. Fu volutamente fatta nascere a Budapest, un omaggio della regina d'Ungheria ai suoi sudditi favoriti.Inoltre, Elisabetta si occupò personalmente della sua educazione, cosa che non aveva fatto con gli altri tre figli.
A Mayerling, nel 1889, il figlio Rodolfo, l'erede al trono (Kronprinz), morì suicida insieme all'amante, la baronessa Maria Vetsera.
Elisabetta non si riprese mai interamente da quest'ultimo colpo, portando fino all'ultimo giorno della sua vita un lutto strettissimo e, sempre in preda a esaurimenti nervosi, continuò a viaggiare per l'Europa.
Nel 1898, mentre passeggiava sul lungolago di Ginevra per imbarcarsi su un battello, venne uccisa da una stilettata dell'anarchico italiano Luigi Lucheni, che aveva ripiegato sull'Imperatrice d'Austria dopo che il progettato attentato al duca d'Orléans era fallito.
Tanto erano strette le vesti dell'Imperatrice che, dopo l'urto subìto, lei riprese a camminare, non sentendo inizialmente alcun dolore.
La morte avvenne venti minuti dopo la stilettata al ventricolo sinistro, per emorragia interna, poiché il sangue non riusciva a uscire.
La sua tomba si trova a Vienna, nella Kapuzinergruft (Cripta dei Cappuccini), accanto a quella del marito e del figlio.

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