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giovedì 20 dicembre 2012

L'astrologia


L'astrologia è un arte divinatoria tanto antica quanto controversa. Le prime testimonianze risalgono a molti millenni fa, in Mesopotamia. Secoli di progressi scientifici, però, non ne hanno intaccato il fascino e diminuito l'interesse: milioni di persone ci credono ancora e si affidano - in modo più o meno abituale e profondo - alle sue presunte capacità profetiche.
 Tra questi non mancano nemmeno personaggi illustri come, per esempio, Ronald Reagan. L'ex presidente americano, quando era alla Casa Bianca, non prendeva mai un appuntamento senza aver consultato la sua astrologa di fiducia, proprio come una volta facevano re e imperatori che, prima di intraprendere qualsiasi azione di governo, dovevano conoscere il parere delle stelle. 
Cosa ben più strana, anche oggi molte aziende si affidano ai profili personali astrologici per scegliere i propri candidati. 
Qualche anno fa, per esempio, una giovane neo laureata ha denunciato un'azienda di Torino che l'aveva scartata a un colloquio dopo aver saputo il suo segno zodiacale e calcolato l'ascendente. 

 Ma perché tanto interesse per previsioni e profili caratteriali anche se si sa che sono privi di ogni fondamento scientifico? E chi li legge poi ci crede davvero? La risposta potrebbe essere nel bisogno di definire la nostra personalità e quella degli altri e nel modo in cui percepiamo la realtà, modellando su di essa parte delle nostre aspettative: parola di psicologo.


Prima un po' di storia

 I babilonesi furono i primi a credere che tra il moto del cielo eterno e gli avvenimenti terreni temporali vi fosse una corrispondenza. 

La prima testimonianza di questa opinione è il libro “Enuma Anu Enlil”, dove si trovano i primi tentativi di interpretazione degli eventi celesti suddivisi in quattro grandi categorie, ognuna legata a una divinità.
 Nei tempi antichi l'universo era un mistero assoluto e ogni sua manifestazione - come le comete o le eclissi - erano temute quali testimonianze di una volontà superiore, segni di accadimenti positivi o negativi. 

Nel giro di qualche secolo l'astrologia si diffuse nel Mediterraneo e nel terzo secolo a.C. i Greci cominciarono a predire non solo il corso degli eventi, ma anche il destino di ogni individuo in base in base alle posizioni dei pianeti (oroscopo). Nonostante sia passato molto tempo da allora, ancora oggi per l'astrologia la conformazione del cielo (posizione di stelle e pianeti) al momento della nascita può influenzare la vita del singolo individuo. 



 Che i pianeti influenzino il carattere e la personalità è una credenza molto più accettata del fatto che nelle stelle si possa leggere una qualche forma di futuro.

 Secondo un'indagine condotta dalla Doxa nel 1998, infatti, non sono molti gli italiani che si sono rivolti a un astrologo per conoscere il proprio futuro (circa il 13%) e tra questi più della metà lo ha fatto una volta sola. 

Sugli oroscopi invece il dato è più curioso: mentre il 44% degli intervistati dichiara di non credere per niente nei fondamenti dell'astrologia, sorprendentemente la percentuale di coloro che dichiarano di non leggere mai un oroscopo scende al 24%. Buona parte quindi dei “clienti” di oroscopi è costituita da curiosi occasionali e finti cultori.


 Ma qual è il segreto del successo dell'astrologia anche fra coloro che in realtà non ci credono? E perché anche se non ci si crede non si disdegna mai un'occhiatina all'oroscopo?


Per gli psicologi che studiano il fenomeno, la possibilità di "conoscere" una persona attraverso le caratteristiche attribuite genericamente al suo segno, comuni a molte altre persone, è molto rassicurante. In poche parole, perché fare tanta fatica per analizzare e capire l'altro, quando basta un semplice profilo zodiacale per sapere chi ci sta di fronte?
 L'effetto "rassicurante" è anche presente quando leggiamo il nostro carattere secondo gli astri. Merito forse di una certa genericità. Una personalità per poter essere "indossata" da diverse persone deve necessariamente essere raccontata con un linguaggio vago, ma non troppo generico in modo da avere le sembianze di un profilo personale, nel quale ciascuno di noi si possa identificare.

 Diverso è il caso in cui il nostro carattere viene descritto da un amico o un conoscente. Succede, spesso, che non ci ritroviamo, anzi talvolta ci irritiamo… Forse perché un amico può essere molto più preciso e puntuale di un astrologo. E meno rassicurante.


 La fiducia cieca che normalmente viene accordata agli oroscopi e ai piani astrali è spiegata dagli psicologi proprio con il bisogno di definire la propria personalità e quella degli altri, in modo rassicurante, utilizzando però criteri diversi da quelli abituali: i profili dei segni zodiacali o le carte astrali non hanno niente o a che fare con la ragione. E se a volte ci sembra che gli oroscopi ci indovinino è dovuto, secondo gli psicologi, al fatto che qualche volta la nostra mente ci "inganna".


 Alcuni studi sulla percezione hanno messo per esempio come la nostra mente interpreti e adatti alla nostra situazione ogni informazione che raccoglie. 

Nelle parole di un astrologo o di un oroscopo si tenderà a cogliere inconsapevolmente tutte quelle affermazioni che meglio si possono adattare alla nostra situazione, ricordando in seguito solo quelle.

 La stessa cosa avviene per le profezie sul futuro dell'umanità: se si pensa a alcuni "grandi" astrologi, di loro si ricorda solo quello che hanno azzeccato, dimenticando tutto il resto, secondo un meccanismo di selezione dei ricordi. Per esempio l'astrologa Jeanne Dixon, è ricordata negli Stati Uniti per la sua previsione azzeccata: la morte del presidente John F. Kennedy durante il suo mandato.

 Pochi ricordano invece i suoi altrettanto clamorosi errori: la previsione che i primi uomini ad andare sulla Luna sarebbero stati i russi e la cura risolutiva per tutte le forme di tumori attesa per il 1967, ma non ancora arrivata. 

Secondo alcuni studi la percentuale di volte in cui un astrologo può azzeccarci è molto vicina a quella che si raggiungerebbe tirando a indovinare. Ma c'è anche un altro motivo per cui a volte sembra che gli oroscopi funzionino. Dipende dal fatto che chi ci crede inconsciamente si comporterà in modo da farli avverare. 

La predisposizione psicologica infatti, influenza a tal punto il nostro modo di vivere le situazioni da, talvolta, riuscire modificare la realtà.
 È il meccanismo con cui lo psicologo Richard Wiseman spiega anche la fortuna.
 Coloro che si sentono sfortunati si aspettano di essere trattati male dagli altri; ne risulterà quindi un atteggiamento difeso e scontroso che di conseguenza si attirerà l'antipatia. Al contrario di quello che succede per i "fortunati".

 Nell'astrologia avviene qualcosa di simile: per fare avverare una predizione basta crederci. Se una ragazza legge sull'oroscopo che il suo uomo ideale appartiene al segno dell'acquario, quando ne incontrerà uno si sentirà più forte, rassicurata dall'inevitabilità della conquista e saprà utilizzare al meglio le sue doti di seduzione e di simpatia, aumentando le probabilità di successo.

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