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martedì 20 novembre 2012

WINCHESTER HOUSE, LA VERA CASA DEI FANTASMI


Di case che hanno la nomea di essere stregate ce ne sono tante; ma quante sono le case costruite apposta per i fantasmi?
 Casa Winchester si trova a San José, California, ed è un grande edificio in stile vittoriano che, per molti anni, è stato la residenza di Sarah Pardee Winchester, una ricca vedova le cui stranezze diedero il via a speculazioni di ogni genere riguardo ai suoi contatti con l’aldilà.

Sarah Pardee nacque in Connecticut nel 1839. Conosciuta come “la bella di New Haven”, Sarah era una ragazza cresciuta tra gli agi, molto popolare per la sua intelligenza e vivacità, che suonava splendidamente il pianoforte e parlava 4 lingue. Il 30 Settembre 1862 sposò William Wirt Winchester, erede della compagnia che produceva, appunto, le famose armi Winchester. Un periodo quanto mai propizio per gli affari, dato che la Guerra Civile era in pieno svolgimento e le vendite erano perciò al culmine.

Quattro anni dopo il matrimonio, Sarah diede alla luce la loro unica figlia, Anna, che, però contrasse il marasma infantile, una malattia che causa una carenza di proteine e riduce il peso corporeo anche dell’80%. La bambina morì poco dopo essere nata, e Sarah si ritrovò sull’orlo della pazzia e a questo si aggiunse, dopo qualche anno, anche la morte del marito a causa della polmonite. Questo rese Sarah proprietaria di 20 milioni di dollari, di una rendita giornaliera di 1.000 dollari (20.000 dollari attuali) e del 50% delle industrie Winchester. La salute mentale della donna, straziata dai lutti, peggiorò ulteriormente e, forse in un ultimo tentativo di salvarla dal baratro, un’amica le suggerì di incontrare una medium di Boston. Quest’ultima rivelò a Sarah che sulla famiglia Winchester pesava una maledizione, e che gli spiriti di tutte le persone che erano state uccise con le armi da fuoco Winchester erano infuriate e gridavano vendetta. La medium le consigliò quindi di trasferirsi a Ovest e di costruire una casa che avrebbe ospitato non solo lei, ma anche gli spiriti. Le raccomandò poi di non interromperne mai la costruzione, pena la sua stessa vita. Sarah, quindi, fece armi e bagagli e raggiunse Santa Clara Valley, dove acquistò una casa di sei stanze ancora in costruzione, ingaggiò 22 muratori che avrebbero lavorato a turno per costruire 24 ore su 24 e diede inizio a una costruzione folle, totalmente svincolata da ogni progettazione architettonica e da ogni regola edilizia.

Non c’erano mappe o piani; Sarah schizzava su un foglietto la stanza che aveva in mente e lo passava ai carpentieri, per quanto irrazionale fosse: gli spiriti, spiegava, le avevano detto di costruirla così. La donna, infatti, aveva imparato a contattare gli spiriti dei defunti, tra cui quello del marito, che le indicava come costruire le stanze, come arredarle, come orientarle. Per questo ci sono colonne costruite al contrario con i capitelli a terra, finestre nel pavimento e altre stranezze. Sarah, inoltre, aggiunse ingegnosi trucchi per confondere i fantasmi malvagi, tra cui passaggi segreti attraverso cui scomparire se si sentiva inseguita, porte che si aprono su pareti, scale che finiscono contro il soffitto, lucernai costruiti l’uno sull’altro.
A questo proposito, la rivista “The American Weekly”, 6 anni dopo la morte di Sarah, pubblicò una descrizione delle sue capatine notturne alla stanza delle sedute spiritiche: “Quando Mrs. Winchester si preparava ad andare nella stanza delle sedute spiritiche, perfino il fantasma di un indiano o di un segugio sarebbe rimasto scoraggiato dal seguirla: dopo aver attraversato un interminabile labirinto di stanze e corridoi, all’improvviso schiacciava un bottone, un pannello si apriva, e lei sgusciava nella stanza accanto e, a meno che il fantasma non fosse veloce e furbo, la perdeva. Poi la donna apriva una finestra e la scavalcava, non per cadere nel vuoto ma per ritrovarsi in cima a una scala che l’avrebbe fatta scendere di un piano; lì, avrebbe preso un’altra scala che l’avrebbe riportata al piano precedente e dentro la casa. Tutto questo per disorientare gli spiriti, che sono per natura molto sospettosi delle trappole.” Con gli spiriti “buoni”, invece, Mrs. Winchester era estremamente ospitale: ad esempio si dice che, data la nota avversione dei fantasmi per gli specchi, in casa ce ne fossero appena tre. Se gli spiriti non erano soddisfatti, un’ala della casa doveva essere demolita, una stanza appena costruita doveva essere rifatta da capo, una scala veniva sigillata. Tra le varie stranezze, il numero 13 ricorre in tutta la casa: le finestre hanno 13 pannelli, ogni scala ha 13 scalini, ci sono 13 ganci nella Blue Room, dove Sarah comunicava con gli spiriti, uno per ogni veste che indossava a seconda della seduta, candelabri a 13 bracci, 13 bagni.

La figura della stessa Mrs. Winchester assunse contorni favolosi: si diceva che si mostrasse solo con un fitto velo nero sul viso, e che avesse licenziato servitori che l’avevano spiata senza questa protezione. Inoltre, alcuni dicevano che potesse passare attraverso i muri e le porte, probabilmente a causa dei passaggi segreti e dei meccanismi disseminati in tutta la casa per spiare il lavoro dei domestici. Sempre per sviare i fantasmi malvagi, non dormiva mai due sere di seguito nella stessa stanza e i vicini raccontavano di sentire il rintocco di una campana a mezzanotte e alle due, gli orari tradizionali dell’arrivo e della partenza degli spiriti. Per dare un’idea della dipendenza di Sarah dal volere dei fantasmi, quando il terremoto che colpì San Francisco nel 1906 distrusse tre piani della casa, la donna rimase intrappolata per lungo tempo nella sua camera da letto. Quando i domestici riuscirono a liberarla, dichiarò che quello era un segno dell’ira degli spiriti, indignati per la troppa attenzione che, nella costruzione, era stata data alle stanze sulla facciata. La parte anteriore, quindi, non fu riparata, ma fu sigillata con assi di legno, e la costruzione riprese dedicando maggiore attenzione alle altre parti della magione. In un altro caso, dopo avere notato l’impronta nera di una mano sul muro della cantina e averlo interpretato come un cattivo presagio, ordinò di far sigillare la stanza, piena di liquori e vini rarissimi, che non venne mai più riaperta e, tuttora, non si sa in quale punto della casa si trovi. La casa fu costruita, demolita, ampliata, arredata per i successivi quarant’anni, e non c’era momento in cui i lavori smettessero, tanto che Sarah fece costruire case per gli operai e per le loro famiglie all’interno della sua proprietà, che era una specie di cittadella autonoma.

Sarah Winchester morì nel sonno a 83 anni, nel 1922, e fu sepolta insieme alla figlia e al marito all’Evergreen Cemetery di New Haven. Fedele alla passione per il numero 13, il suo testamento era diviso in 13 parti e firmato 13 volte e comprendeva i suoi molti nipoti, i suoi domestici preferiti, e una somma ingente perché l’Ospedale del Connecticut potesse costruire un reparto dedicato ai malati di tubercolosi.
Al momento della morte di Sarah, Llanada Villa (questo il vero nome di casa Winchester) si estendeva per oltre 6 acri e comprendeva 2.000 porte, 10.000 finestre, 47 scale e 47 caminetti, 6 cucine. La casa annovera anche alcune invenzioni che, ora, sembrano scontate, ma che ai tempi erano molto all’avanguardia. Ad esempio, alcuni storici ritengono che Sarah fu la prima a usare la lana isolante; c’era una manovella interna per aprire e chiudere gli scuri esterni delle finestre, che ora è la norma; era installato in ogni stanza un sistema di altoparlanti usato per convocare i domestici sparsi per la casa; le lampade a carburo si accendevano schiacciando un bottone, come oggi, e il gas era prodotto all’interno della casa. Gli spiriti raccomandarono anche la costruzione di un ascensore a pistoni orizzontale, l’unico negli Stati Uniti, non si sa bene per quale motivo.

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