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mercoledì 3 maggio 2017

Le farfalle di vetro, ali trasparenti per ingannare i predatori


Farfalle con ali trasparenti per catturare tutti i colori della Natura: esistono davvero e non possono che suscitare emozioni quando svolazzando di fiore in fiore sembrano diventare gialle, poi rosse, subito dopo viola o verdi e così via. 

Sono la Greta oto e la Cithaerias pireta, chiamate anche farfalle di vetro perchè le loro ali rimandano alla fragilità e alla trasparenza del cristallo. 
 L'assenza di pigmento oltre ad essere la fonte dello spettacolare gioco cromatico, è vitale per la sopravvivenza di questi insetti, poiché difficilmente i predatori riescono a catturarli senza farsi ingannare dalle continue mimetizzazioni.








Dove si possono ammirare? 
In Centro e Sud America purchè si abbia la capacità di riconoscere farfalle trasparenti tra le infinite tonalità di colore sfoggiate dalla Natura. 

 Anna Simone

Scoperto il segreto delle ‘Cascate di sangue’


Ricercatori del Colorado College e dell’Università dell’Alaska Fairbanks hanno svelato a poco più di cento anni dalla loro scoperta il segreto dell’origine delle cosiddette “Cascate di sangue”, un misterioso flusso d’acqua salmastra in Antartide che talvolta si tinge di rosso.
 Esse deriverebbero infatti da un deposito intrappolato in un ghiacciaio da un milione di anni.
 Ma procediamo con ordine.
 A rendere spettacolare e anche un po’ inquietante il fenomeno, che fu scoperto nel lontano 1911 dallo scienziato Griffith Taylor durante una spedizione al Polo Sud, è proprio lo scenario in cui esso avviene.
 Immaginate di trovarvi nel cuore di una immensa lastra di ghiaccio, dove domina il colore bianco per chilometri e chilometri, e di imbattervi in un corso d’acqua che all’improvviso si tinge di rosso.
 La spiegazione scientifica del fenomeno fu data poco dopo grazie all’analisi chimica; si trattava infatti di acqua salmastra ricca di ferro, un elemento che a contatto con l’aria determina il caratteristico colore rosso. 
Ciò che ancora non era stato scoperto era l’origine di quest’acqua così particolare, le cui concentrazioni di ferro non sono stabili e provocano l’intermittenza delle “cascate di sangue”.
 Da dove provengono dato che il mare è lontano e non vi sono comunicazioni dirette con esso?


I glaciologi, coordinati dalla studentessa universitaria Jessica Badgeley e dal professore Erin Pettit, hanno mappato una vasta area del ghiacciaio Taylor da dove spuntano le cascate, prima di gettarsi nel lago Bonney. 
Attraverso due antenne radar in grado di trasmettere e ricevere segnali sono riusciti a osservare cosa ci fosse sotto ai loro piedi, “un po’ come ecolocalizzano i pipistrelli”, ha indicato la Badgeley, determinando che le cascate originano da un deposito d’acqua intrappolato nel ghiacciaio da un milione di anni. 
Ma come fa a resistere acqua liquida in un ambiente così freddo come il cuore di un ghiacciaio, in una zona dove la temperatura media annuale è di oltre 15° centigradi sotto lo zero?


Gli scienziati hanno spiegato che l’acqua, quando congela, rilascia un po’ di calore, e questo fenomeno, poiché vi è differenza nel punto di congelamento tra l’acqua pura e quella salmastra, permette a quest’ultima di persistere allo stato liquido. Il risultato sono queste affascinanti cascate, in uno degli ambienti più inospitali e affascinanti del pianeta.

 I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Glaciology.

 Fonte: http://scienze.fanpage.it

martedì 2 maggio 2017

Libellula, leggenda e significato simbolico


Le libellule sono insetti molto speciali ed eleganti che appartengono all'ordine degli Odonati, attorno a loro ruota una leggenda e tanti significati simbolici.
 Già il nome libellula è legato a due correnti di pensiero, secondo alcuni deriva dal latino ‘libra’ che significa bilancia, questo perché mentre è in volo, essa con le sue ali in posizione orizzontale assomiglia proprio ad una bilancia. 
 Secondo altri, il nome libellula viene dal latino ‘libellum’, diminuitivo di liber ovvero libero.

 Da sempre, la libellula viene considerato un insetto magico grazie alle sue ali cangianti, alla forma esile e per la velocità con cui è in grado di volare e fuggire dai suoi predatori. 

 Nasce da una larva in fondo ad uno stagno e poi si trasforma in maniera naturale, così come il bruco in farfalla


La libellula viene spesso associata alla trasformazione per via di una leggenda.
 Si narra, infatti che la libellula in realtà una volta, fosse un drago molto saggio che, durante la notte, diffondeva la luce con il proprio respiro di fuoco. 
 Proprio il suo respiro aveva creato l’arte della magia e dell’illusione. 
Un giorno però il drago finì prigioniero della sua stessa magia: per ingannare il coyote si trasformò in una libellula, ma nel farlo rimase intrappolato nel nuovo corpo perdendo tutti i poteri.


Secondo alcune tradizioni, la libellula è il simbolo della trasformazione e dei cambiamenti quotidiani, ma anche dell’introspezione che insegna ad andare oltre le apparenze per cercare la propria identità. 

Nella cultura europea, la libellula viene vista come simbolo di libertà, pace e ricerca della verità.
 Con la sua trasformazione da larva a libellula, l’insetto rappresenta anche il passaggio dall’età infantile a quella adulta e quindi in un certo senso il superamento delle illusioni e l’acquisizione di consapevolezza ed equilibrio. 

 Secondo i nativi d’America, la libellula era il simbolo di una verità nascosta e l’insetto stesso rappresentava le anime dei morti, in Oriente è un portafortuna carico di armonia e prosperità. 
 I samurai si incidevano la libellula sull’elmo come buon auspicio della vittoria sul nemico, come simbolo di forza e coraggio. 
Stessa identica cosa per il popolo giapponese.

 In Australia, la libellula libera dalle illusioni terrene, in Europa spesso viene associata alle streghe mandate da Satana per creare confusione, per questo viene chiamata spesso come "tagliatrice d'orecchi" o "uncino del diavolo".
 In alcune zone italiane, la libellula viene chiamata ‘ago del diavolo’, per via del suo corpo sottile e lungo.


Molto spesso, l’indossare un ciondolo a forma di libellula può significare che è in corso un cambiamento nella propria vita o che si è in cerca del proprio equilibrio e del controllo mentale.

 In sintesi, la simbologia legata alla libellula è variegata e spazia tra significati positivi come: la trasformazione, la vittoria, la forza dell’equilibrio e la creatività, a quelli negativi come dubbi, confusione e amicizie ambigue. 

 Sta a voi interpretare l’arrivo di una libellula nella vostra vita.

 Dominella Trunfio

Il Mondo dei giganti di ghiaccio


Il Mondo dei giganti di ghiaccio.
 E' questo che significa Eisriesenwelt, il nome grotta interamente ricoperta di giaccio più grande al mondo che si trova sul monte Hochkogel, in Austria. 
 Fino alla fine dell’Ottocento questa mastodontica grotta era completamente sconosciuta. Gli abitanti della zona ritenevano che fosse l'entrata dell’inferno e, per questo motivo, nessuno ha avuto il coraggio di avventurarsi in quei cunicoli. 
Almeno sino al 1879, quando il temerario ricercatore Anton von Posselt-Czorich decise di varcare da solo quel portone di pietra e vagare per 200 metri nell’oscurità della gola, rendendo ufficiale la scoperta dell’Eisriesenwelt. 
Un anno dopo pubblicò una relazione dettagliata sulla rivista del Club alpino. Però la grotta cadde nuovamente nell’oblio.


Dopo migliaia di anni dalla formazione, il labirinto gelido di grotte oggi si mostra nella sua bellezza cristallina e immutata.
 Ogni anno accoglie oltre 200 mila visitatori e l'apertura 2017 è prevista dal 29 aprile al 26 ottobre. 
Ma la fama di questa meraviglia della natura è arrivata solo dopo la prima guerra mondiale. Nel 1920 venne costruito il primo rifugio-base per i ricercatori e in quattro anni tutte le parti della grotta ricoperte di ghiaccio sono state accessibili a piedi.


Per 35 anni l’accesso alla grotta avvenne esclusivamente a piedi. Fino al 1955, con la costruzione della funivia che tuttora permette di attraversare il tratto più ripido del percorso in pochi minuti. 
Una «svolta» che ha reso Eisriesenwelt una delle mete turistiche più amate nel salisburghese.


Anche se la parte visibile al pubblico è lunga soltanto mille metri, questa cavità glaciale si estende per ben 42 chilometri.

 Il tour dell’Eisriesenwelt permette di ammirare maestose creazioni di ghiaccio e una serie sterminata di stalattiti che sembra comporre una scintillante cattedrale a quattrocento metri di profondità con tanto di organo - detto il Velo di Frigga - in grado di emettere suoni e scricchiolii unici.
 Di grande fascino anche la Posselt Hall, una grande camera con al centro un'enorme stalagmite ribattezzata Torre di Posselt, così come il Castello di Hymir. 
Tutto di ghiaccio, ovviamente.






Fonte:lastampa.it

venerdì 28 aprile 2017

Cos'è un hashtag


Non esiste social network che non li usi, sempre più eventi ne lanciano uno per potersi sponsorizzare su internet. Anche i programmi tv ne hanno sempre uno.
 Ma cos'è un hashtag? 
Cosa significa e come funziona di preciso questa funzione che da alcuni anni a questa parte è diventata di uso comune tra tutti?

 Se volete sapere cos'è un hashtag, intanto dobbiamo dire che si tratta di un tag, un'etichetta, usata sul web per aggregare le discussioni e i file legati a un determinato argomento. Diversamente dai tag, che vengono associati a un file o a un articolo, l'hashtag è inserito direttamente nel testo, con l'obiettivo di renderne l'inserimento più semplice all'utente e comprendere il tema in modo più immediato al lettore. 
 Per rendere possibile questo, diversamente dai tag semplici l'hashtag è preceduto da un cancelletto, che in inglese è chiamato "hash": per questa ragione questo tipo di etichette hanno ottenuto il nome di hashtag.

 Ora che abbiamo visto cos'è un hashtag, vediamo quando è nato e come mai è diventato uno strumento così diffuso. 
Il primo social network a fare uso di questo tipo di etichette è stato Twitter, dove nel 2007 un utente, Chris Messina, propose di usare parole precedute da un cancelletto per evidenziare il tema della discussione e raggruppare tutti i tweet a riguardo.
 Lo stesso anno, l'utente Nate Ritter ne utilizzò uno per raccontare gli incendi che stavano colpendo la città di San Diego, #sandiegofire , che ebbe particolare successo, facendo diventare l'hashtag uno strumento comune. 

Ora che abbiamo raccontato cos'è un hashtag, perché si chiama così e qual è la sua storia, è giusto dire qualche parola anche su come sia bene usare un hashtag e come invece possa risultare poco producente.
 Ad esempio, su Twitter è bene non utilizzare troppi hashtag in un unico post, saper scegliere bene la parola chiave per il testo che si sta scrivendo e cercare di usarne una o al massimo due. 
E' inoltre positivo sceglierne uno intorno al quale si sono già raccolti molti post in modo da non disperdere eccessivamente i risultati ed evitare di usarne di troppo generici.

 Fonte: tpi.it

mercoledì 26 aprile 2017

Scoperta tomba egizia di 3mila anni fa a Luxor


Otto mummie custodite in 10 sarcofagi intatti ritrovati in una tomba di 3mila anni fa.
 La sensazionale scoperta è avvenuta in Egitto, nella necropoli di Dra Abu el-Naga, vicino alla celebre Valle dei Re. A farla è stata un'equipe di archeologi, guidati da Mostafa Waziry, direttore generale delle Antichità di Luxor. 
La tomba risalirebbe al periodo della 21esima dinastia e apparterebbe a un nobile che svolgeva le funzioni di giudice cittadino. 

 La tomba si trova a sud dell'Egitto e - riferisce la Cnn - ha una struttura a forma di "T", è costituita da un cortile aperto che porta a una sala rettangolare, a un corridoio e a una camera interna dove sono stati trovati sarcofagi con mummie avvolte nel lino. 
 Il ministro delle Antichità egiziano, Khaled El-Enany, ha spiegato ad Al-Ahram che, nonostante le dimensioni limitate della tomba, si tratta di un'importante scoperta per la presenza di un corredo funerario in gran parte intatto.
 Sono state rinvenute bare in legno decorate, maschere funerarie e quasi mille statuine (ushabti) in terracotta e legno.
 E' stata trovata anche una collezione di vasi di terracotta di varie forme e dimensioni









Fonte: huffingtonpost.it

lunedì 24 aprile 2017

Venta Rapid, la cascata più bassa del mondo e più larga d'Europa


La Venta Rapid è una delle più piccole cascate del mondo e si trova a Kuldīga in Lettonia.
 La sua particolarità è che nonostante le dimensioni ridotte, essa ha una larghezza impressionate, la più ampia d’Europa.
 La Venta Rapid o Ventas Rumba come la chiamano i lettoni raggiunge, infatti, fino a 270 metri di larghezza e anche nel periodo estivo, quando c’è meno acqua le cascate sono di 250 metri. Lo spettacolo è straordinario considerando che è alta solo 180 centimetri.

Dal 1 gennaio 1997, la Venta Rapid è monumento naturale della Lettonia, sono centinaia i turisti e gli appassionati di escursionismo che la visitano soprattutto nei periodi dell’anno meno freddi. Dall’alto, la cascata può essere vista in tutta la sua lunghezza, mentre dal ponte di mattoni si riesce a scorgere tutto il letto del fiume Venta che si trova a 200metri a valle dalla Vanta Rapid.






Ma c’è un altro fenomeno che appassiona i visitatori: ogni autunno e inverno qui si può vedere la risalita dei salmoni su per il corso d’acqua.

 

Tratto da: greenme.it

venerdì 21 aprile 2017

Canada, dietro la casa spunta... l’iceberg


Il primo iceberg della stagione «calda» fa sempre un certo effetto. Stupore, fascino, magia. Ma anche qualche preoccupazione, visto che il piccolo villaggio di Ferryland, sulla costa della regione della Newfoundland, in Canada, è stato letteralmente preso d’assalto da centinaia di turisti e fotografi, professionali e non, nessuno dei quali voleva perdere l’appuntamento con la prima montagna di ghiaccio artica staccatasi dai ghiacciai della Groenlandia. 
Risultato: strade bloccate e traffico impazzito. Ma tante foto spettacolari.




Ferryland, all’estremità orientale dell’isola di Newfoundland, è un modesto villaggio abitato da poche famiglie di pescatori. Desolato, ma non per questo poco affascinante. 
 L’ampio canale che va dalla Baia di Baffin, all’estremo nord, fino alla regione del Labrador e e all’isola di Newfoundland, per concludersi nell’Oceano Atlantico, è anche chiamato «Iceberg Alley», ovvero il corridoio delle montagne di ghiaccio.
 In questo «budello» si infilano infatti i grandi ammassi di ghiaccio che si staccano dai ghiacciai della Groenlandia o dalla banchisa nel loro percorso verso Sud, trascinati dalle correnti verso le acque più calde. 
 La particolare forma dell’iceberg apparso a Ferryland è che sembra molto più largo della media.

 Come noto, la parte più imponente della massa di ghiaccio rimane sommersa dalle acque marine (circa il 90%). 
Pertanto, passando vicino alla costa, gli iceberg rischiano di incagliarsi sul fondo marino. 

 Fonte: http://www.corriere.it

Craig P. Burrow, il fotografo che mostra la luce invisibile emessa dalle piante


Craig Burrow racconta di aver iniziato a fotografare le piante, i fiori e la loro luminescenza visibile alla luce ultravioletta, dopo aver visto i lavori di Oleksandr Holovachov's. 
Il tipo di fotografia è chiamata (UVIVF), Fluorescenza visibile indotta da radiazione ultravioletta, grazie alla quale, anche le piante più semplici rivelano una bellezza incredibile. 
La cosa interessante di questo tipo di fotografia, è che il risultato finale è una sorpresa: non si può prevedere quale fiore darà il risultato più particolare.

 La fluorescenza UV è la proprietà che posseggono alcuni corpi di emettere radiazioni di energia minore, quindi a maggiore lunghezza d'onda, nella banda del visibile quando sono sottoposti ad irraggiamento con radiazione UV.
 Quando questo avviene si dice che la sostanza è fluorescente. Il fenomeno, che termina in pratica quando cessa l'eccitazione (con ritardi nell'ordine di 10-9 – 10-3s), ha spesso entità molto modesta e risulta osservabile solo in un ambiente totalmente oscurato e dopo un adattamento visivo dell'occhio a bassi livelli di luminosità.










Ogni volta che un fiore è esposto alla luce solare, emette la una luminosità, ma il nostro occhio non riesce a percepirla, dato che è inondato dalla luce: semplicemente queste foto catturano qualcosa che è sempre presente, ma che non riusciamo a cogliere ad occhio nudo. 

 Fonte: traccediclorofilla.com

giovedì 20 aprile 2017

Edimburgo sotterranea e noir, le strade dannate del Mary King’s Close


«Non tutta la storia di Edimburgo è in ciò che appare. 
Nascosti nell’ombra delle profondità, sotto il livello delle strade battute dai turisti, la capitale della Scozia nasconde molti segreti. Stretti cunicoli e case abbandonate che sono stati teatro di pestilenze e persecuzioni durante il XVII° secolo , storie di streghe, distillerie illegali e fantasmi. 
Venite, andiamo a scoprirli». 

In cima a una ripida scala di pietra, la guida in costume dalla voce teatrale e misteriosa accenna con la testa alla prossima discesa. Benvenuti nell’oscuro The Real Mary King’s Close, proprio sotto il Royal Mile, la via centrale della città.


Durante il XVII° secolo, la città vecchia di Edimburgo soffrì di un penoso sovraffollamento. 
Le mura, che erano state pensate per proteggere i residenti, diventarono l’impedimento principale all’espansione verso l’esterno, così le case finirono per essere costruite sempre più vicine e strette e crebbero in altezza fino a otto piani. 
Una ragnatela di cunicoli si irradiava dalla via principale e poteva essere sbarrata alle estremità durante la notte, in modo da tenere fuori gli «indesiderabili».
 I più ricchi vivevano nei piani alti, dove le case ricevevano più luce e il fetore dei liquami era meno pungente, mentre i più poveri vivevano al buio anche di giorno, in squallidi sotterranei nei quali si trovava rinchiuso anche il bestiame, con le fogne che scorrevano davanti alle loro porte più volte al giorno. 
Nessuna sorpresa se in simili condizioni igieniche la città veniva periodicamente sconvolta dalle epidemie.
 Alcune testimonianze storiche affermano che in questo quartiere sotterraneo nel 1600 venissero murati vivi gli appestati.






Tra le tante storie noir, la visita guidata vi racconterà anche di due killer famelici, Burke e Hare, procacciatori di cadaveri per gli studenti di anatomia della prestigiosa università cittadina.
 E poi distillerie illegali di whisky, covi di contrabbandieri e alcove di prostitute, negozi, abitazioni infestate da fantasmi e cerchi di pietre allestiti per rituali di streghe.


Ma ci sono anche storie commoventi, come quella del fantasma di Annie. 
La sua fama si deve alla serie televisiva realizzata da Aiko Gibo, medium e parapsicologa tra le più importanti del Giappone. In una delle puntate della serie, dopo aver visitato uno dei locali sotterranei, «Gibo ebbe l’impressione che qualcosa si fosse aggrappato ai suoi pantaloni - racconta la guida - e quando si girò per vedere di cosa si trattava, vide una bambina di 5 anni che piangeva.
 Le chiese chi fosse e perché fosse lì e la bambina rispose che si chiamava Annie e che nel 1644 era stata abbandonata dalla sua famiglia perché aveva la peste.
 Le disse anche che piangeva perché aveva perso la sua bambola di pezza, l’unica cosa che ancora avesse al mondo.
 La medium, commossa, uscì dai sotterranei e andò a comprare una bambola di pezza, poi tornò giù e la lasciò appoggiata al muro della stanza dove aveva visto Annie e la sensazione di dolore e di freddo che aveva sentito prima scomparve».
 Da allora migliaia di visitatori visitano la casa di Annie, portandole decine di pupazzi.


Fonte: lastampa.it
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