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mercoledì 30 aprile 2025

Villa Palagonia, la strana storia della villa dei mostri di Bagheria


 La straordinaria Villa Palagonia sorge a Bagheria, suggestiva realtà della Sicilia. Più precisamente si trova in Piazza Garibaldi ed è lì dall’ormai lontanissimo 1715 ad ammaliare chiunque vi passa davanti. Edificata per volere di Francesco Ferdinando Gravina Alliata, principe di Palagonia, è divenuta quello che è oggi per mano di Ferdinando Francesco II, che scelse di aggiungervi stravaganti decorazioni che le valsero persino il soprannome di “Villa dei Mostri“.

Parliamo quindi di un luogo sorprendente, che si caratterizza per una peculiare aura misteriosa e decadente che l’ha resa oggetto di leggende e racconti 


Chiunque decida di visitare la misteriosa Villa Palagonia non può che rimanere incantato dalle sue stranezze e dal distintivo carattere eccentrico, caratteristiche che la rendono unica nel panorama del barocco siciliano. Si presenta quindi come un vero e proprio enigma architettonico e artistico al quale, per alcuni aspetti, è quasi impossibile trovare risposte.


Le statue “mostruose” della villa sono tantissime, opere grottesche che popolano il giardino e il muro di cinta. Sono principalmente creature deformi, animali fantastici, uomini con teste sproporzionate, gobbi, nani ed esseri ibridi. Molte di loro sembrano, apparentemente, non avere alcuna logica, ma non mancano di certo studi che sostengono che, in fondo in fondo, siano lì a simboleggiare una vera e propria critica sociale: si ipotizza che Ferdinando Francesco II di Palagonia volesse prendere in giro l’aristocrazia siciliana, trasformandola in una sorta di corte di deformità.

Ci sono anche altri esperti che ritengono che queste sculture abbiano invece un significato esoterico, richiamando antichi simboli alchemici.


Dal fascino irresistibile è il Salone degli Specchi, ovvero una stanza piena di specchi deformanti che creano giochi di riflessi e illusioni ottiche. Si sostiene che alla base di questa scelta ci sia stata la volontà di distorcere le proporzioni di chi vi si riflette, proprio per disorientare e dare, contemporaneamente, un senso di confusione e inquietudine.

È molto facile, infatti, ritrovarsi all’interno di tale salone e percepire un effetto di labirinto visivo, vivendo la sensazione che la stanza sia più grande e confusa. Un’idea, quella degli specchi ingannevoli, che è stata poi ripresa in film e romanzi gotici e surrealisti.

Non mancano di certo gli affreschi dal significato enigmatico, molti dei quali raffigurano scene non facili da immaginare in quella che, in passato, era una dimora nobiliare. Anche in questo caso ci sono creature fantastiche e ibride, volti enigmatici dalle espressioni ambigue (pare quasi che osservino il visitatore), simboli misteriosi e molto altro ancora.

Persino gli arredi di Villa Palagonia hanno le loro stranezze perché, pur trattandosi di una dimora dalle atmosfere grottesche, si distinguono per la loro qualità, in quanto sono incredibilmente lussuosi. La villa è infatti piena di marmi policromi, soffitti decorati in oro con dettagli finemente scolpiti e mobili con intarsi pregiati.

Ad aleggiare intorno alla bellezza mistica di Villa Palagonia ci sono numerose leggende e curiosità. Innanzitutto, si narra che Ferdinando Francesco II di Palagonia, creatore delle stranezze della villa, fosse convinto che circondandosi di mostri e di deformità sarebbe stato protetto dagli spiriti maligni e dal malocchio.

Nel folklore siciliano, inoltre, Villa Palagonia è spesso chiamata “Il Palazzo del Diavolo“. Il motivo? In passato erano tutti convinti che solo una mente diabolica potesse concepire un luogo così bizzarro e unico nel suo genere. A tal proposito c’è anche una leggenda locale, che narra che il principe avrebbe stretto un patto proprio con Lucifero “in persona” per costruire la villa più strana del mondo, il quale in cambio gli chiese di sacrificare la sua sanità mentale.

Fonte: siviaggia


mercoledì 2 aprile 2025

Il Pozzo di San Patrizio di Orvieto


 Il Pozzo di San Patrizio di Orvieto è ciò che il suo nome racconta: un pozzo, un banalissimo pozzo per raccogliere l’ acqua. E perché quindi dovrebbe essere uno luogo cosi speciale e misterioso? Beh, perché non è un pozzo qualunque. Non è il buco profondo in cui si getta il secchio agganciato alla corda, e non è nemmeno dotato di vecchi rubinetti a pompa per far salire l’ acqua.

 Nel Pozzo di San Patrizio ci si scende dentro, per ben 53 metri verso le viscere della Terra


Il Pozzo di San Patrizio di Orvieto è stato fatto costruire da Papa Clemente VII, giunto ad Orvieto in fuga da Roma durante il sacco della città del 1527. Il Papa cercava un posto in cui nascondersi e trovò in Orvieto un luogo adeguato: non troppo lontana da Roma, piccolina e costruita su una rupe di tufo, in posizione dominante sulla valle orvietana e difficile da attaccare. Orvieto aveva solo un difetto: per prendere l’acqua bisognava scendere ai fiumi che scorrevano a valle della rupe. Troppo rischioso …Quindi Papa Clemente VII fa costruire un pozzo in modo da rendere Orvieto totalmente indipendente.

A questo scopo chiama l’ architetto fiorentino Antonio da Sangallo il Giovane, che crea un progetto di ingegneria davvero avveniristica per i tempi: quello da cui nasce il Pozzo di San Patrizio.

Il pozzo viene scavato prima nel tufo e poi nell’ argilla, fino a raggiungere la falda acquifera sottostante. Si tratta di un gigantesco cilindro, profondo 53 metri e largo 13. La particolarità del Pozzo di San Patrizio di Orvieto sta nel possedere due scale elicoidali che non si incontrano mai, servite da due porte diverse in superficie, in modo che chi scende non incontra mai chi sale. Ciò era indispensabile quando era utilizzato come pozzo, e per il trasporto dell’ acqua si utilizzavano gli animali da soma. In questo modo non ci si intralciava.

 Arrivati sul fondo del pozzo, le due scale sono messe in comunicazione da un piccolo ponte, che attraversa la cavità.


Anche l’ illuminazione è spettacolare: completamente naturale, la luce attraversa tutto il pozzo e illumina le scale grazie a 70 finestroni. Per la sicurezza dei turisti sono state aggiunte delle luci guida lungo le scale, ma dalle foto vi renderete conto che quella che illumina il cammino è proprio la luce che filtra dall’alto. 


Ma diamo ancora i numeri, e aggiungiamo il più importante da conoscere se si vuole visitare il Pozzo di San Patrizio: i gradini di ogni scala elicoidale sono ben 248, per un totale di 496 scalini da percorrere calcolando la discesa e la risalita.

Come tutti i luoghi misteriosi, anche intorno al Pozzo di San Patrizio di Orvieto ruotano miti e leggende.

Come abbiamo detto, il pozzo fu voluto da Papa Clemente VII, che pensò di dedicarlo a San Patrizio. San Patrizio era un vescovo cristiano in Irlanda, fondamentale nel processo di evangelizzazione Irlandese 

La leggenda narra che fu Gesù Cristo in persona ad indicare a San Patrizio, demoralizzato per le difficoltà che incontrava nel diffondere la fede cristiana, una grotta sulla piccola Station Island (Contea di Donegal), dove i pagani avrebbero avuto potuto vedere con i propri occhi il Purgatorio. Così doveva immaginarselo Papa Clemente VII, che non vide mai il pozzo terminato, ma volle dedicarlo al santo.


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