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martedì 25 marzo 2025

Charco de los Clicos è un lago tutto verde, un qualcosa di surreale


 Se città come Barcellona e Madrid sono mete predilette degli appassionati d’arte e Ibiza è l’isola del divertimento e delle good vibes estive, Lanzarote è invece la destinazione che preferiscono i viaggiatori più avventurosi.

Parliamo infatti di un’isola selvaggia, dalle mille sfaccettature, dove la natura scolpisce scenari quasi irreali e ricchi di luoghi incredibili. Tra le meraviglie più sorprendenti di Lanzarote c’è senza ombra di dubbio il Charco de los Clicos, un piccolo lago verde smeraldo incastonato nel cratere di un antico vulcano, a pochi passi dall’oceano. 


Il Charco de los Clicos è ciò che resta di un antico cratere vulcanico parzialmente eroso dall’oceano. Le sue acque, di un verde intenso e brillante, devono il loro colore alla presenza di un’alga microscopica che prospera in condizioni di elevata salinità. Questo fenomeno, che si unisce poi anche alla profondità del lago stesso e alla luce che si riflette sulla superficie, crea un effetto ottico straordinario, rendendo per l’appunto le acque verdissime.


Tale meraviglia si trova sulla costa occidentale dell’isola, vicino al villaggio di El Golfo, un sito che è stato dichiarato Riserva Naturale per la sua unicità e il valore ecologico, diventando una delle attrazioni più spettacolari dell’isola.

Il contrasto tra il nero della sabbia vulcanica, il blu profondo del mare e il verde brillante delle acque del Charco de Los Clicos mettono in mostra uno scenario da sogno, quasi alieno, che attira visitatori da tutto il mondo.

Per godersi al massimo questa meraviglia naturale di Lanzarote, il punto di partenza ideale è il belvedere di El Golfo, un posto perfetto per ammirare il panorama e scattare foto incredibili. Da qui si ha una vista spettacolare sul lago verde, sulla spiaggia di sabbia nera e sull’oceano che si estende all’orizzonte. Il momento migliore per andarci? Al tramonto, senza dubbio, quando il cielo si infiamma di rosso e arancione. Il paesaggio, infatti, diventa magico e la luce crea riflessi incredibili sull’acqua del lago e sulle rocce vulcaniche circostanti.

Se si ha voglia di esplorare da vicino questo scenario incredibile della Spagna, invece, dal belvedere si può imboccare il sentiero panoramico che scende fino alla spiaggia. Qui si può camminare sulla sabbia vulcanica, osservare le particolari formazioni rocciose modellate dal vento e dal mare e sentire l’energia primordiale di questo posto unico.

A soli 100 metri dal lago, inoltre, ci si può godere i raggi del sole e prendere un po’ di tintarella lungo il tratto di spiaggia che si chiama Playa de El Golfo, un pezzo di litorale di sabbia nera formata da frammenti di lava solidificata. Qui il paesaggio sembra realmente essere uscito da un’altra dimensione: la scogliera rossa e nera che circonda il lago racconta milioni di anni di storia geologica, testimoniando la potenza delle eruzioni che hanno plasmato questa splendida isola delle Canarie.

Fonte: siviaggia

giovedì 20 marzo 2025

El Capricho di Gaudí: il gioiello nascosto della Cantabria


 Antoni Gaudí è stato uno degli artisti più straordinari del periodo a cavallo tra il Diciannovesimo e Ventesimo Secolo, conosciuto anche come il “plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro”. Quando si parla di lui la mente vola subito a Barcellona, dove sette delle sue opere rientrano nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO: la Sagrada FamiliaCasa BatllóCasa Milà e il Parco Güell.

Ma in pochi sanno che nel nord della Spagna, a Comillas, si trova un’altra meraviglia firmata dal famoso architetto catalano. El Capricho di Gaudí è il gioiello nascosto della Cantabria, regione autonoma e provincia della parte settentrionale del Paese.

L’opera è stata realizzata tra il 1883 e il 1885 per l’avvocato Máximo Díaz de Quijano, un grande appassionato di musica. Proprio da questa passione prende il nome della costruzione: “capriccio” è un termine musicale, infatti, che indica una composizione libera e fantasiosa. Questa stessa idea di creatività si riflette proprio nel design di Gaudí, che rese El Capricho un’opera unica nel suo genere.


  Si distingue per il suo stile eclettico, dove si notano influenze orientali, gotiche e naturalistiche. Insieme al palazzo e ai padiglioni Güell e alla casa Vicens, El Capricho è una delle opere del periodo orientalista di Gaudí, durante il quale l’architetto ha esplorato forme decisamente audaci per le sue opere, utilizzando materiali in combinazioni mai viste prima.

Visitare El Capricho di Gaudí è un’esperienza culturale unica. Non si tratta di una semplice villa, ma di una scoperta visiva e sensoriale senza precedenti. La torre cilindrica, ricoperta di piastrelle verdi e gialle, ricorda un minareto, in grado di donare un tocco esotico alla struttura, mentre le decorazioni a girasole riescono a donare luminosità alla facciata e gli interni, simboleggiando anche l’armonia che l’opera ha con la natura, con materiali come pietra, mattoni, ferro e ceramica, che creano un gioco di texture e colori unico. Insomma, un’opera di visitare, ma assolutamente da fotografare!


Per chi ama l’architettura, l’arte e la natura, una visita a El Capricho di Gaudí è un’esperienza da non perdere, un tesoro nascosto della Cantabria che permette di ammirare il genio di Gaudí in un contesto davvero affascinante e lontano dalle solite mete turistiche.

Fonte:siviaggia.it

domenica 2 marzo 2025

Una nuova scoperta a Pompei rivela una megalografia, un grande affresco di rara bellezza che dà uno spaccato unico sui culti misterici del I secolo a. C.




Una scoperta eccezionale riporta alla luce un nuovo capitolo della storia di Pompei: una sala affrescata di straordinaria bellezza, battezzata "Casa del Tiaso", dove il mito di Dioniso prende vita attraverso scene di iniziazione e cortei bacchici. A più di un secolo dalla scoperta della celebre Villa dei Misteri, un nuovo tesoro archeologico getta luce sui culti misterici dell'antichità.

Nel cuore dell'antica città, durante gli scavi nella Regio IX, è emersa una "megalografia", un fregio a grandezza naturale che decora le pareti di una "sala per banchetti". Le immagini raffigurano il corteo di Dioniso, con baccanti danzanti e cacciatrici feroci, satiri che suonano il flauto e scene di sacrificio. Al centro della composizione, una donna, simbolo dell'inizianda, si prepara a essere introdotta ai misteri del dio del vino, in un rituale notturno.
Le figure del fregio, dipinte su piedistalli come statue, appaiono sorprendentemente vive, grazie alla resa dei movimenti, della carnagione e degli abiti. Un secondo fregio, più piccolo, raffigura scene di caccia, con animali vivi e morti, aggiungendo un ulteriore elemento ai rituali dionisiaci.
l fregio, risalente al I secolo a.C., offre uno spaccato unico sui culti misterici dell'epoca, dove l'iniziazione prometteva una nuova vita. La Casa del Tiaso, con i suoi affreschi carichi di simbolismo, si affianca alla Villa dei Misteri come testimonianza eccezionale di questi riti.

venerdì 21 febbraio 2025

Pompei non smette di emozionare: emerse magnifiche terme private (per gli ospiti) in una domus


 Durante gli ultimi scavi nella Regio IX di Pompei, gli archeologi hanno riportato alla luce un complesso termale privato di straordinaria grandezza e raffinatezza. Si tratta di un’area termale annessa a una domus appartenente a una famiglia dell’élite locale, progettata per combinare il lusso della vita privata con il desiderio di esibire potere e ricchezza.

Questo complesso rappresenta uno dei più grandi esempi di terme private conosciute a Pompei, accanto a celebri strutture come quelle dei Praedia di Giulia Felice e della Casa del Labirinto. Il centro termale è composto da diverse stanze: il calidarium (sala calda), il tepidarium (sala tiepida), il frigidarium (sala fredda) e uno spogliatoio (apodyterium). In quest’ultimo, panchine in pietra suggeriscono che l’ambiente fosse in grado di accogliere fino a 30 persone.

Questa configurazione conferma come le case romane fossero progettate per impressionare e influenzare. Lussuosi banchetti, spesso preceduti da trattamenti termali, servivano non solo a intrattenere, ma anche a consolidare alleanze politiche o sociali. Secondo il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, queste occasioni rappresentavano una sorta di “spettacolo” dove il padrone di casa si presentava come figura di prestigio e cultura.

Le decorazioni presenti all’interno della domus sottolineano ulteriormente questa funzione scenografica. Le pitture in II e III stile romano raffigurano temi mitologici e atletici, richiamando atmosfere tipiche della cultura greca. La combinazione di architettura raffinata, opere d’arte e innovazioni tecniche, come il sistema di riscaldamento delle stanze e il movimento dell’acqua, dimostra la padronanza ingegneristica dei romani e il loro gusto per l’ostentazione.

Lo scavo è stato condotto con tecniche innovative, che hanno permesso di preservare le strutture architettoniche instabili. Grazie a questo approccio, il colonnato del peristilio è stato scavato senza smantellamenti, permettendo una conservazione ottimale per futuri progetti di restauro. Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla vita sociale ed economica della Pompei del I secolo d.C. e sul ruolo centrale della domus nella costruzione dell’identità sociale romana.

Rebecca Manzi

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