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giovedì 13 giugno 2019

Una ricerca svela il segreto delle zanne micidiali di un pesce abissale, l'Aristostomias scintillans


Un abitante delle profondità oceaniche con il corpo allungato, da anguilla, e la bocca costellata di denti acuminati ha svelato agli scienziati uno dei suoi formidabili segreti: quello che rende le sue fauci invisibili alle prede.

 Il killer in questione è l'Aristostomias scintillans, un pesce della famiglia delle Stomiidae chiamato "drago di mare" per il barbiglio che penzola vicino alla sua bocca (una sorta di barba dalle proprietà tattili).




Questa creatura, che popola i fondali della California fino circa a 1.000 metri di profondità, ha organi bioluminescenti sulla mandibola inferiore e lungo il corpo: con i segnali luminosi attira le prede, ma non è un abile nuotatore, perciò adotta una strategia predatoria più complessa.

 In un articolo pubblicato su Matter, i ricercatori dell'Università della California di San Diego hanno dimostrato che la struttura della dentatura dell'A. scintillans rende le sue zanne praticamente invisibili agli animali di cui va ghiotto.


I suoi denti, come i nostri, sono fatti di uno strato di smalto esterno e di una polpa interna a base di dentina (un tessuto osseo).
 La differenza è nella struttura: i nanocristalli di smalto sono disposti in modo da impedire a ogni frequenza luminosa che dovesse raggiungere le profondità oceaniche di riflettersi sulla superficie dei denti. 
La bocca risulta così invisibile: l'A. scintillans rimane fermo nella colonna d'acqua, in attesa che le prede lo raggiungano. 
Inoltre, i nanocristalli conferiscono alle zanne una resistenza maggiore di quella dei denti di super predatori come il piranha o il grande squalo bianco.

 «Inizialmente pensavamo che i denti fossero fatti di un altro materiale ancora sconosciuto - hanno commentato i ricercatori - ma poi abbiamo scoperto che sono fatti della medesima "pasta" dei denti umani: idrossiapatite e collagene. 
Stessi blocchi costituenti, ma in diverse scale e gerarchie.
 La natura è meravigliosa, nella sua ingegnosità». 

Al di là dell'interesse biologico, la scoperta potrebbe portare alla messa a punto di nuovi materiali sintetici, trasparenti e resistenti allo stesso tempo.

 Fonte: focus.it

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